Citroën C4 Picasso 1.6 eHDi, il confort è servito, prova su strada

Citroën C4 Picasso 1.6 eHDi, il confort è servito, prova su strada
Costa un po', ma coccola

di Marco Visani

30.12.2013 ( Aggiornata il 30.12.2013 08:57 )

Prestazioni

L’importante è non avere fretta. Ma non per via delle prestazioni, che sono anzi decorose: 181,1 km/h di velocità massima non sono quanto promette la Casa eppure lo scarto (contro i 183 che dovrebbe fare) è poco; 10”75 per scattare da 0 a 100 sono viceversa un dato molto migliore degli 11”8 ufficiali oltre che interessante per il genere di vettura.

Niente di entusiasmante sul fronte delle riprese, anche per via della rapportatura lunga che consiglia di scalare con una certa frequenza, ma siamo entro limiti comunque accettabili. La ragione per cui è bene non farsi prendere dalla fretta è che la Picasso ha un assetto tutto votato al confort.

Assorbe in modo pressoché perfetto le irregolarità, ma per arrivarci — nonostante la sbandierata maggiore rigidità di molle e ammortizzatori rispetto alla serie precedente e al baricentro più basso — ha un coricamento laterale importante e anche un certo beccheggio che rallentano la precisione e la velocità degli inserimenti. Il rollio prevale sul sottosterzo, che è tutto sommato fisiologico, e limita pure la rapidità delle reazioni conseguenti a rilasci e successivi riallineamenti.

Detto questo, quando la faccenda si complica davvero il telaio si dimostra bilanciato e poi arriva l’ESP che, a volte in modo invasivo, fa il suo dovere. Insomma: la sicurezza non è mai messa in discussione. Il piacere di guida — per quel che è lecito attendersi da un veicolo a vocazione familiare — sì. Nel senso che, presa la misura alla “tenerezza” del molleggio e a uno sterzo veloce ma fin troppo filtrato (che ci mette il carico da undici), la voglia di guidare a ritmi brillanti ti passa. E ti “rassegni” a goderti la Picasso con il passo del buon padre di famiglia. Presa così, com’è giusto d’altronde che la si prenda, la guida della C4 monovolume è quanto di più piacevole ci si possa attendere.

A iniziare dal motore, che è una delle migliori esecuzioni nella sua categoria quanto a regolarità di funzionamento. Lineare, morbido e ben dotato in termini di coppia, è giusto un po’ strozzato dalla rapportatura lunga del sei marce, votato al risparmio ma ben spaziato, che ha dalla sua una corretta manovrabilità della leva, senza gommosità o impuntamenti, e anche la frizione dolce e progressiva alimenta questa generale sensazione di gradevolezza.

Vanno bene anche i freni, specie sull’asciutto: la risposta al pedale è rassicurante, gli spazi di ottimo livello (meno di 34 metri da 100 all’ora) e solo nell’uso prolungato e intensivo si notano accenni di fading. Quel che più conta in un diesel sono però i consumi. E qui entrano in gioco sì il quasi quintale e mezzo risparmiato sulla bilancia ma anche la straordinaria efficienza dello Start&Stop: lo spegnimento del motore entra in azione non solo a ruote ferme e cambio in folle come succede abitualmente, ma si attiva automaticamente appena la velocità scende sotto i 20 km/h, e il motore si “riaccende” una volta superati i 25. Senza contare la rapidità con cui si rimette in moto al semaforo.

Specie se si fa molta città, tutti questi non sono dettagli. E si traducono in percorrenze di 14,92 km/litro in ambito urbano, in un quasi identico 14,81 km/litro in autostrada, in un rutilante 24,02 km/iltro ai 90 costanti e, quel che più conta, in una media reale che manca di poche gocce i 18 km/litro, pari a un’autonomia di appena meno di 900 km. In una macchina tutta votata al confort, anche distanziare le soste dal benzinaio è una bella comodità...

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