Maserati Ghibli Diesel, prova su strada

Maserati Ghibli Diesel, prova su strada
Il design mozzafiato e l’immagine del marchio fortissima colmano alcune evidenti lacune

di Lorenzo Facchinetti

12.08.2014 ( Aggiornata il 12.08.2014 09:12 )

Rilevamenti e Tecnica

La Ghibli nasce, assieme alla sorella maggiore Quattroporte, nell’ex stabilimento Bertone di Grugliasco (Torino) che Fiat ha acquisito e sta rilanciando. La piattaforma impiegata è la stessa per entrambe le Maserati, sebbene per la Ghibli si adotti una versione a passo accorciato: 2998 mm pari a 173 mm meno dell’ammiraglia.

La scocca è realizzata in acciaio e per contenere i pesi vengono utilizzati pannelli carrozzeria in alluminio, in particolare quelli delle portiere e del cofano motore.

Quest’ultimo è il recente V6 di 60°, di 3 litri di cilindrata con alimentazione a iniezione diretta common rail. Si tratta dell’unità A 630 HP, realizzata dalla VM di Cento (FE), ossia la variante più potente del V6 diesel già su Grand Cherokee e Thema.

Con 275 cv (ma anche 250 cv anti-superbollo), è il diesel a singolo turbo più potente sulla piazza. Concorre al risultato la tecnologia “ball bearing” per la turbina: l’alberino principale ruota su cuscinetti a sfera ceramici anziché su bronzine. Questo consente una notevole riduzione degli attriti meccanici, dunque grandi vantaggi in termini di prontezza di risposta e turbo-lag.

Accoppiato al V6 c’è il cambio AT8 HP70 della ZF, una delle varianti più robuste (regge fino a 700 Nm) del miglior automatico con convertitore di coppia attualmente sul mercato. La trasmissione si completa con un differenziale autobloccante meccanico (tarato al 35% in tiro, 45% in rilascio) che gestisce la coppia fra le due ruote posteriori. Al momento non è prevista, sul diesel, la trazione integrale disponibile sui benzina.

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