18.11.2014 ( Aggiornata il 18.11.2014 16:27 )
Ma come capita con certe donne, che più sono strampalate più ci perdi la testa, alla fine alla Cactus gliele perdoni. E ti viene un moto di (ragionata) simpatia per Citroën, che ancora una volta – invece di fare la tessera del club delle neo retro — e sì che di “cose” di cui fare il remake ne aveva — ha preferito andare avanti, e dopo avere costruito la linea parallela e premium DS ha allargato la già patriarcale famiglia “4” (C4 berlina, Picasso, Grand Picasso, Aircross e DS4) con questa creazione insolita che molti definiscono crossover ma che noi leggiamo piuttosto (e qui sta la sua genialità) come una reinterpretazione frizzante e sopra le righe della berlina compatta di segmento C.
In cui, a differenza delle Citroën del passato, gli ingegneri hanno fatto poco, limitandosi a rovistare negli scatoloni dei pezzi disponibili, e il marketing ha dominato con assoluta intelligenza. Riuscendo, alla fine, a determinare listini interessanti, al limite dell’affare se ci si accontenta degli allestimenti più semplici e non esagera con gli optional.
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Citroën C4 Cactus 1.6 e-HDI, la prova
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