BMW X6 M50d, prova della bestia

L’incredibile versione triturbodiesel rimane impudente ed eccessiva: senza dubbio il motore a gasolio del mondo

Saverio VillaSaverio Villa

Pubblicato il 11 maggio 2015, 11:20

Design

BMW X6 M50d, prova della bestia

Tutta nuova senza darlo a vedere

Le misure cambiano pochissimo rispetto al passato e le proporzioni sono le stesse. In realtà la nuova X6 è stata interamente riprogettata ma per percepire le differenze bisogna avere sott’occhio un esemplare della prima generazione.

La seconda generazione della X6 è stata presentata nell’autunno scorso e ripropone pedissequamente lo schema della prima versione. Forse anche un po’ troppo, visto che è stata riprogettata dall’inizio alla fine. Ma anche se forma e proporzioni sono praticamente le stesse e le dimensioni sono aumentate di un’inezia (3 cm in lunghezza, pochi mm in larghezza e altezza), la X6 è diventata un po’ più abitabile dietro, dove ha rinunciato anche alla stravaganza dei soli due posti, e ha guadagnato perfino un po’ di bagagliaio, che di fatto erano i due limiti della prima X6 nei confronti della X5. Restano dunque l’aspetto massiccio e quella miscela volutamente controversa tra una fiancata e una coda degne di un “blindato” e il profilo sottile e spiovente del padiglione, che sarà anche distante anni luce dai prodromi dell’eleganza classica ma fa sempre una gran presa. Nel rapporto tra ingombri esterni e spazio interno la X6 resta sempre sfavorita rispetto alla sorella più conformista (e meno cara) X5 e agli altri Suv della stessa classe, però adesso si adatta con meno problemi agli usi ai quali normalmente è soggetta una “berlinona” di quasi cinque metri per due.

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