25.07.2014 ( Aggiornata il 25.07.2014 09:40 )
La plancia della Meriva è più giovane nello stile e meglio costruita di quella della Verso. Tra i suoi atout: il freno a mano elettronico e il navigatore in una posizione più leggibile. Pollice verso per l’affollamento di tasti sulla consolle (c’è veramente da perdersi) e per i deviotergi, un po’ troppo corti.
L’accessibilità, così come la disponibilità di spazio, sono adeguate. Il posto guida della Meriva comprende la possibilità di allungare la seduta e offre un corretto contenimento. I registri separati per escursione verticale e inclinazione permettono una regolazione dell’altezza quasi perfetta per i guidatori di ogni statura. Non manca la variazione della rigidità lombare.
L’idea arriva dalla Meriva 1 e discende dalla constatazione che sul divano tre persone viaggiano di rado: tanto vale, allora, fare in modo che i due esterni siano un po’ meno costretti verso i vetri e viaggino più larghi. La soluzione (FlexSpace nel dizionario Opel) è affogare la seduta centrale sotto le due laterali, facendole rientrare verso l’interno e usando il rovescio dello schienale come bracciolo attrezzato. Intelligente, non difficile da movimentare ma nella pratica quotidiana si usa francamente poco. Il divano si limita comunque anche solo a scorrere: più utile. Anche per modulare la capienza del bel baule (400/1500 litri), con tanto di piano di carico su due livelli.
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Opel Meriva vs Toyota Verso, sfida di 1.6
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