        Mercedes-Benz sta accelerando la trasformazione della sua rete produttiva grazie all&rsquo;uso di intelligenza artificiale (AI) e robot umanoidi, in un progetto innovativo che si sta concretizzando presso il Digital Factory Campus (MBDFC) di Berlino-Marienfelde. Questo polo d&rsquo;innovazione &egrave; stato riconosciuto come centro globale per la digitalizzazione della produzione, ponendo la casa automobilistica tedesca all&rsquo;avanguardia nell&rsquo;integrazione di tecnologie intelligenti nei processi industriali. AI e chatbot per aumentare l&rsquo;efficienza  Il Mercedes-Benz Digital Factory Campus di Berlino-Marienfelde si &egrave; affermato nel 2022 come centro di competenza globale per la digitalizzazione della produzione, grazie alla piattaforma MO360 (Mercedes-Benz Cars Operations 360). Si tratta di un ecosistema digitale che integra tutte le applicazioni software e i dati della rete produttiva globale del brand di Stoccarda, consentendo lo sviluppo e il collaudo di nuove tecnologie in un ambiente di produzione reale. Il sistema MO360 si &egrave;, recentemente, arricchito di funzionalit&agrave; basate sull&rsquo;intelligenza artificiale, come il Digital Factory Chatbot Ecosystem e la MO360LLM Suite. Tali strumenti consentono agli operatori di interagire direttamente con i database di produzione tramite chatbot, ponendo domande e ottenendo risposte rapide e precise in pi&ugrave; lingue. Altra innovazione interessante &egrave; il sistema multi-agente virtuale, che utilizza assistenti virtuali supportati da AI per analizzare grandi quantit&agrave; di dati in tempo reale. Questo sistema permette di identificare rapidamente cause di deviazioni qualitative nei processi produttivi, evitando lunghe e complesse analisi manuali. Katrin Lehmann, Chief Information Officer di Mercedes-Benz Group AG, ha commentato: &ldquo;L&rsquo;AI prende in carico i compiti meno piacevoli, liberando il nostro tempo per attivit&agrave; pi&ugrave; creative e innovative. Utilizzata strategicamente, l&rsquo;AI contribuisce al successo aziendale in modo significativo.&rdquo; Robot umanoidi: l&rsquo;era dell&rsquo;automazione intelligente  Un elemento di grande innovazione presso il Digital Factory Campus &egrave; l&rsquo;integrazione dei robot umanoidi Apollo, sviluppati dalla startup statunitense Apptronik. Questi robot rappresentano il futuro dell&rsquo;automazione industriale, specialmente nelle operazioni logistiche interne, come il trasporto di componenti lungo la linea di produzione e l&rsquo;esecuzione di controlli qualit&agrave; preliminari. La Casa della Stella ha gi&agrave; investito somme ingenti &ndash; si parla di centinaia di milioni di euro - in Apptronik, rafforzando la propria collaborazione con una delle realt&agrave; pi&ugrave; avanzate nel campo della robotica umanoide. L&rsquo;obiettivo a lungo termine &egrave; rendere i robot completamente autonomi, trasformandoli da semplici strumenti di supporto a sistemi di assistenza intelligenti e flessibili. In questo processo, i robot Apollo vengono addestrati tramite teleoperazione e realt&agrave; aumentata, permettendo agli operatori di trasferire la propria esperienza produttiva direttamente alle macchine. Mercedes, i motori elettrici a flusso assiale  Il campus di Berlino-Marienfelde &egrave; da decenni un punto di riferimento per la produzione di trasmissioni, ma con la transizione globale verso la mobilit&agrave; elettrica, il sito si &egrave; adattato alla produzione di motori elettrici a flusso assiale ad alte prestazioni. I powertrain, che entreranno in produzione nel 2025, sono stati sviluppati con tecnologie innovative, tra cui l&rsquo;uso combinato di laser e processi di incollaggio supportati da AI. La produzione di questi motori prevede circa 100 processi produttivi, di cui ben 65 sono completamente nuovi per Mercedes-Benz e 35 sono innovazioni mondiali. Queste innovazioni includono brevetti inediti che stanno ridefinendo gli standard di produzione. Il risultato &egrave; un motore elettrico pi&ugrave; leggero, compatto e altamente efficiente, in grado di migliorare significativamente le prestazioni dei veicoli elettrici del marchio. J&ouml;rg Burzer, membro del Board of Management di Mercedes-Benz Group AG, ha dichiarato: &ldquo;Mercedes-Benz Berlin-Marienfelde continua a essere all'avanguardia nella produzione automobilistica, mantenendo la Germania come centro globale di innovazione. L'uso di intelligenza artificiale e robot umanoidi apre nuove prospettive, rendendo la produzione pi&ugrave; sostenibile ed efficiente.&rdquo; Sinergia tra uomo e macchina L&rsquo;obiettivo di Mercedes-Benz non &egrave; solo quello di incrementare la produttivit&agrave;, ma anche di migliorare l&rsquo;esperienza lavorativa degli operatori umani, creando un ambiente in cui l&rsquo;intelligenza artificiale e la robotica siano strumenti di supporto e non sostituti. Questo approccio equilibrato punta a mantenere l&rsquo;elemento umano al centro, potenziato da tecnologie avanzate che riducono la fatica fisica e migliorano l&rsquo;efficienza operativa.       

Le tecnologie consentiranno di velocizzare i processi produttivi mantenendo l'uomo al centro. Si punta anche sui motori elettrici a flusso assiale.

Mercedes, AI e robot umanoidi per accelerare la produzione

        Sono diversi anni ormai che sentiamo parlare di Optimus, ovvero il robot umanoide di Tesla a cui l&rsquo;azienda sta lavorando e apportando sempre pi&ugrave; modifiche e miglioramenti per renderlo parte integrante del lavoro all&rsquo;interno degli stabilimenti. Sebbene siano state gi&agrave; presentate due generazioni del robot, il progetto &egrave; ancora in fase di test, ma il salto di carriera pare essere alle porte secondo quando riportato dalla stessa Tesla che ha pubblicato pi&ugrave; di 60 annunci di lavoro. La mansione? Controllare il robot nello svolgimento delle sue operazioni giornaliere. Auto &egrave; anche su YouTube, iscrivetevi e attivate la campanella Sviluppi futuri &ldquo;Il lavoro si svolger&agrave; su diversi siti e richieder&agrave;&nbsp;viaggi frequenti - &egrave; riportato tra gli annunci -. Sono apprezzate grandi competenze tecniche per identificare e mitigare i rischi e reagire rapidamente ai problemi operativi e agli obiettivi in evoluzione&rdquo;. Insomma, un professionista in grado di analizzare i dati relativi al robot, per permetterne uno sviluppo pi&ugrave; veloce, ma anche figure capaci di programmare in linguaggio C++. Se la base di partenza del Tesla robot &egrave; quella di svolgere mansioni inerenti alla catena produttiva delle auto dell&rsquo;azienda, l&rsquo;obiettivo ancora pi&ugrave; grande di Elon Musk &egrave; quello di mettere in vendita il robot, come un effettivo aiutante per una serie di compiti che oggi svolgono gli esseri umani. Tesla, arriva il FSD con reti neurali        

L&rsquo;Optimus &egrave; pronto per occuparsi della catena produttiva, lo dimostrano gli annunci di lavoro per tecnici che ne controllino l&rsquo;operato

I robot umanoidi di Tesla costruiranno auto elettriche

Hyundai Motor Group ha presentato ACR (Automatic Charging Robot), &ldquo;assistente&rdquo; automatico in grado di effettuare in totale autonomia l&rsquo;intera operazione di ricarica di un veicolo elettrico (apertura sportellino, collegamento e scollegamento del cavo).  Hyundai Automatic Charging Robot, telecamere 3D e intelligenza artificiale  Dall&rsquo;aspetto semplice, il dispositivo racchiude una tecnologia estremamente avanzata. La divisione Robotic Labs del Gruppo Hyundai, infatti, ha programmato l&rsquo;ACR considerando numerose variabili: forma dell&rsquo;ingresso di ricarica, peso di cavo e connettore e, addirittura, condizioni meteorologiche e potenziali ostacoli attorno alla vettura. Per fare ci&ograve; &egrave; stato sviluppato un algoritmo con tecnologia di intelligenza artificiale (AI) basata su telecamere 3D.    Come ha spiegato Dong Jin Hyun, Responsabile della divisione, &ldquo;L&#39;ACR contribuir&agrave; notevolmente a facilitare la ricarica dei veicoli elettrici, soprattutto in ambienti bui o che presentano ostacoli. Inoltre, anche l&#39;accessibilit&agrave; sar&agrave; migliorata: si pensi al caso di persone con difficolt&agrave; motorie, spesso in difficolt&agrave; con i cavi di ricarica rapida DC, pi&ugrave; spessi e pesanti di quelli AC. Presto, tutti i clienti di veicoli elettrici potranno beneficiare del nostro robot presso le stazioni di ricarica.&rdquo; Nel frattempo, la nuova tecnologia sar&agrave; esposta al Seoul Mobility Show 2023, in programma dal 31 marzo al 9 aprile, presso lo stand espositivo Hyundai.  ACR in azione su Ioniq 6      Nel video possiamo vedere chiaramente il funzionamento dell&rsquo;ACR: grazie alla telecamera 3D con algoritmo di intelligenza artificiale, il robot rileva posizione e angolazione esatte dello sportello di ricarica della vettura, una Ioniq 6 (a questo link la nostra prova completa), prelevando il cavo e inserendolo nella porta combo. Una volta completato il &ldquo;pieno&rdquo; di elettroni, il robot provvede alla rimozione del cavo, lo riposiziona e chiude lo sportellino di ricarica del veicolo.&nbsp; 

Hyundai Group presenta Automatic Charging Robot, che effettua in totale autonomia la ricarica dei veicoli elettrici sfruttando AI e telecamere 3D

Hyundai ACR, innovativo robot per la ricarica automatica VIDEO

        Un co-bot nello stabilimento Ford di Colonia. Sin chiama Robbie, il robot collaborativo, o co-robot, progettato per aiutare le persone con mobilit&agrave; ridotta e i disabili, svolgendo mansioni che per questi dipendenti sarebbero state difficili o impossibili.  Il soprannome glielo ha dato Dietmar Brauner, dipendente della linea produttiva Ford. Brauner pensava che la sua carriera trentennale fosse finita dopo che alcuni problemi di salute gli avevano provocato la riduzione della mobilit&agrave; della spalla e del polso. Adesso, per&ograve;, Dietmar &egrave; in grado di mettere tutta la sua esperienza al servizio di un pi&ugrave; ampio ventaglio di mansioni all&rsquo;interno della fabbrica, grazie all&rsquo;arrivo di un nuovo collega: Dopo una sperimentazione durata 18 mesi, Ford ha deciso di impiegare Robbie sul posto di lavoro in modo permanente. Prossimamente potrebbero essere introdotti nuovi cobot anche in altri stabilimenti produttivi, per consentire a tutti i dipendenti di riuscire a svolgere compiti differenti durante il loro lavoro alla catena di montaggio. &ldquo;Nel corso degli anni &egrave; diventato sempre pi&ugrave; difficile svolgere il mio lavoro, poi &egrave; arrivato questo piccolo robot e adesso &egrave; come se avessi un braccio in pi&ugrave;, un braccio molto forte&rdquo;, ha detto Dietmar. &ldquo;Ha cambiato la mia vita. E spero che possa dare anche ad altri la possibilit&agrave; di continuare a fare il lavoro che amano, come &egrave; accaduto a me&rdquo;.  Dietmar e Robbie lavorano insieme nell&rsquo;impianto Ford di Colonia, in Germania, al fissaggio delle coperture ai motori. Dietmar inserisce due coperchi nei supporti e chiede a Robbie di prenderli e di premerli saldamente in posizione. Questo compito di precisione richiede di allineare perfettamente i fori in modo che Dietmar possa usare un cacciavite elettrico per fissare i coperchi, permettendo al motore di proseguire il suo corso lungo la linea produttiva. Robbie si muove solo quando viene attivato da Dietmar ed &egrave; dotato di sensori che rilevano la presenza di mani o dita nel suo raggio d&rsquo;azione. Il progetto di ricerca, che &egrave; stato anche premiato, &egrave; sostenuto dall&rsquo;Universit&agrave; RWTH di Aachen e dal Landschaftsverband Rheinland (LVR), il maggior fornitore di servizi per disabili in Germania, con un investimento di 372.000 euro. In passato, Ford ha introdotto altri cobot che sono stati programmati per assistere gli addetti alle linee di produzione in procedure complesse, come la lucidatura dei veicoli, e ha utilizzato anche un robot a guida autonoma chiamato &ldquo;Survival&rdquo;. Leggi anche: Ford Ranger Raptor, aperti gli ordini italiani: prezzo e informazioni&nbsp;       

Un robot collaborativo progettato per aiutare le persone con mobilit&agrave; ridotta e i disabili, svolgendo mansioni che per questi dipendenti sarebbero state difficili o impossibili.

Ford a Colonia arriva Robbie, il co-bot che aiuta i disabili

Dei collaudatori robot al posto degli umani: la Weather Factory di Ford sfrutta la tecnologia per spingere i test di sicurezza oltre i limiti della sopportazione, grazie a Shelby e Miles, i due &ldquo;aiutanti&rdquo; programmati per reggere lo stress da altitudine e da temperatura che l&rsquo;uomo non pu&ograve; sostenere.    Due robot a Colonia  La Weather Factory si trova a Colonia, in Germania, e il team della Casa dell&rsquo;Ovale Blu la utilizza per simulare una serie di condizioni estreme in cui potrebbero trovarsi i propri veicoli e lavorare sulla loro sicurezza. I nuovi collaudatori - i nomi celebrano gli uomini-chiave dietro lo sviluppo della Ford GT40 che vinse Le Mans &rsquo;66, Carroll Shelby e Ken Miles - portano dei seri vantaggi nel lavoro che sono chiamati a svolgere: possono resistere a temperature da -40&deg;C a +80&deg;C, oltre che a un&rsquo;altitudine estrema; possono essere programmati per guidare secondo diversi stili; possono replicare pi&ugrave; volte un test in maniera identica. Ma non solo.  Resistenza robotica  Le prove con collaudatori umani richiedono numerosi protocolli di sicurezza, come la presenza di bombole di ossigeno, attrezzature mediche e personale paramedico sul posto per monitorare costantemente lo stato di salute del professionista. Tutto questo si rende superfluo con l&rsquo;utilizzo dei robot, che sono costruiti rispettando le forme umane - braccia e gambe robotiche sono necessarie per premere i pedali, reggere il cambio e il volante - ma che non sentono gli stimoli della stanchezza e della fame: &ldquo;Questi due nuovi piloti sono un&rsquo;aggiunta fantastica al team, in quanto possono affrontare le impegnative prove di resistenza ad alta quota e con temperature calde. Una volta che il robot &egrave; al posto di guida, possiamo eseguire test per tutta la notte senza doverci preoccupare che il pilota abbia bisogno di un panino o di una pausa per andare in bagno&rdquo;, le parole del supervisore Frank Seeling.  Il fattore umano  Le condizioni replicate nella Galleria del Vento tedesca sono quelle del deserto del Sahara, del freddo della Siberia e delle pi&ugrave; alte vette alpine. I test di Ford continuano con il lavoro dei collaudatori umani in altre localit&agrave; europee, come a Grossglockner in Austria o nella regione di Arjeplog in Svezia. Il fattore umano &egrave; ancora fondamentale, nonostante un piccolo brivido dietro la&nbsp; schiena sia venuto anche a noi che scriviamo nel pensare a come un robot possa prendere il posto di un uomo o di una donna senza difficolt&agrave;, anzi lavorando meglio.    Alfa Romeo Tonale, i muletti pre-serie in strada 

In Germania la Casa sfrutta le due unit&agrave; per effettuare prove che l&#39;essere umano non pu&ograve; sostenere: resistono da -40&deg;C a +80&deg;C, replicano esattamente le prove e non si stancano

Ford, i test drive si fanno con Shelby e Miles: i robot collaudatori delle auto

Si chiamano Shelby e Miles e possono lavorare in condizioni estreme di temperatura e altitudine. Nella Weather Factory - la Galleria del Vento - resistono da -40°C a +80°C, possono replicare le prove in modo identico, non necessitano di pause e di staff medico al seguito. Sono realizzati con gambe e braccia umanoidi per utilizzare volante, cambio e pedali

Ford, i collaudatori robot per i test in Germania

        Si chiama TIGER, acronimo di Transforming Intelligent Ground Excursion Robot, ed&nbsp; &egrave; il secondo UMV (Ultimate Mobility Vehicle) realizzato da Hyundai, ma il primo della Casa coreana a poter operare senza equipaggio. Si tratta di un vero e proprio robot intelligente da escursione a terra in grado di trasformarsi e di trasportare diversi tipi di carico su qualsiasi terreno. Ed &egrave; a quattro ruote.  ESPLORAZIONE IN LUOGHI ESTREMI E REMOTI Lo sta sviluppando il New Horizons Studio di Hyundai con sede a Mountain View, California, in collaborazione con Autodesk, societ&agrave; di progettazione ingegneristica, e gli esperti di concept design Sundberg-Ferar. Si muove attraverso gambe e ruote, ha un controllo direzionale a 360&deg; e una gamma di sensori per l'osservazione remota. TIGER &egrave; stato concepito per funzionare come piattaforma mobile di esplorazione scientifica in luoghi estremi e remoti, e anche per connettersi a veicoli aerei senza equipaggio (i cosiddetti UAV), che possono caricarlo e consegnarlo in luoghi inaccessibili. LA STRUTTURA Hyundai TIGER si muove come un veicolo a trazione integrale. Proprio come Elevate, il primo concept UMV presentato da Hyundai, quando il veicolo rimane invece bloccato o deve muoversi su terreni troppo difficili o impraticabili per le sole ruote, usa la sua capacit&agrave; di camminare per sbloccarsi o spostarsi pi&ugrave; facilmente. Ma mentre Elevate trasportava passeggeri, TIGER funziona anche senza equipaggio. HYUNDAI TIGER X-1: VERSO ALTRI PIANETI? TIGER X-1, prima versione del TIGER, &egrave; formato da una struttura leggera e resistente, con le gambe e alcuni elementi del telaio creati utilizzando la stampa additiva in fibra composta di carbonio. Il concept presentato da Hyundai viene considerato uno strumento ideale per la valutazione della superficie a 360&deg;, nelle aree colpite da calamit&agrave; naturali, mentre si affrontano terreni impegnativi o persino esplorando la superficie di un satellite o un altro pianeta. Apple Car, Hyundai cala il sipario: nessuna trattativa in atto       

Il primo UMV (Ultimate Mobility Vehicle) del Marchio coreano a funzionare senza equipaggio &egrave; pensato per trasportare carichi e perlustrare i terreni pi&ugrave; estremi e remoti, anche fuori dalla Terra

Hyundai TIGER, verso i pianeti spaziali con il robot di Seul

Si tratta di una piattaforma mobile di esplorazione scientifica in luoghi estremi e remoti, può funzionare senza equipaggio e trasportare carichi perlustrando i terreni più impervi e difficili, anche su satelliti e pianeti

Hyundai TIGER, l'Ultimate Mobility Vehicle

La visionaria idea del Gruppo consiste nella progettazione di una “macchina” in grado di rifornire i veicoli elettrici in modo completamente autonomo e in spazi di sosta ristretti. L'idea è che il concept possa contribuire all’espansione dell’infrastruttura nei prossimi anni

Robot mobile per la ricarica firmato Volkswagen Group

Non finiscono mai le novit&agrave; &ldquo;elettriche&rdquo; e tra quelle pi&ugrave; interessanti spunta la visionaria idea del Gruppo Volkswagen: il robot mobile per la ricarica. Al momento si tratta di un prototipo, ma l&rsquo;idea del Gruppo &egrave; che il concept possa contribuire all&rsquo;espansione dell&rsquo;infrastruttura nei prossimi anni. Il suo compito? Rifornire i veicoli elettrici in modo completamente autonomo in spazi di sosta ristretti, per esempio i parcheggi sotterranei.    Cerchi un&#39;auto usata? Sfoglia il nostro listino  Come funziona  &ldquo;Un&rsquo;infrastruttura di ricarica diffusa &egrave; e rimane un fattore chiave per il successo dell&rsquo;e-mobility. Il nostro robot &egrave; solo uno fra i diversi approcci, ma &egrave; senza dubbio uno dei pi&ugrave; visionari&rdquo; spiega Thomas Schmall, CEO di Volkswagen Group Components. Ma come funziona il robot? Viene avviato tramite app o protocollo Car-to-X, spiegano dal Gruppo, e lavora in completa autonomia. Questo significa che oltre a dirigersi in maniera indipendente verso il veicolo da caricare, il robot &egrave; anche in grado di comunicarvi: l&rsquo;intero processo di ricarica si svolge, infatti, senza alcuna interazione umana. Ma &egrave; possibile che il robot possa occuparsi di pi&ugrave; vetture contemporaneamente? Per farlo si serve di un rimorchio (una sorta di accumulatore mobile) che sposta verso il mezzo e che connette, utilizzandolo per caricare la batteria. E poi? L&rsquo;unit&agrave; di stoccaggio dell&rsquo;energia rimane con la vettura durante il processo di ricarica, cos&igrave; nel frattempo il robot pu&ograve; occuparsi di altri veicoli elettrici. Terminato il rifornimento &egrave; la &ldquo;macchina&rdquo; che raggiunge in autonomia l&rsquo;accumulatore mobile e lo riporta alla stazione di ricarica centrale.    Infrastruttura di ricarica diffusa  Prosegue Thomas Schmall, CEO di Volkswagen Group Components: &ldquo;Creare un&rsquo;infrastruttura di ricarica efficiente per il futuro &egrave; un compito fondamentale che pone una sfida per l&rsquo;intera industria. Stiamo sviluppando soluzioni per aiutare a evitare singoli interventi costosi. Il robot e la nostra stazione flessibile di ricarica rapida sono soltanto due esempi&rdquo;. Al momento, la Divisione sta lavorando soprattutto su una gamma di prodotti completa per la ricarica in corrente continua (da alcune settimane, infatti, la wallbox in corrente continua &egrave; testata in diversi siti produttivi tedeschi del Gruppo). La stazione flessibile sar&agrave; lanciata sul mercato all&rsquo;inizio del 2021.  Dal prototipo al mercato  Lo status di prototipo del robot mobile per la ricarica ha raggiunto il successo. Adesso si pensa al suo sviluppo per fare un ulteriore passo avanti: lanciarlo sul mercato. Uno dei requisiti essenziali riguarda la comunicazione Car-to-X, ideale per migliorare il processo autonomo di ricarica e inserire definitivamente il robot nella mobilit&agrave; elettrica nel lungo termine e, pi&ugrave; in generale, nell&rsquo;elettrificazione dei trasporti. &ldquo;La realizzazione di un&rsquo;infrastruttura di ricarica &egrave; un requisito fondamentale, ma deve essere guidata dalla domanda ed essere efficiente&rdquo; continua Schmall. &ldquo;Le nostre soluzioni non si concentrano solamente sulle necessit&agrave; dei Clienti e sui requisiti tecnici dei veicoli elettrici. Tengono in considerazione anche le possibilit&agrave; economiche che offrono a potenziali partner&rdquo;.  Centro prove, ecco le ibride plug-in pi&ugrave; efficienti che abbiamo provato nel 2020 

La visionaria idea del Gruppo consiste nella progettazione di una &ldquo;macchina&rdquo; in grado di rifornire i veicoli elettrici in modo completamente autonomo e in spazi di sosta ristretti

Volkswagen Group e il robot mobile per la ricarica: ecco il prototipo

Lo stabilimento torinese presenta il primo robot sofisticato  Comau che si occuperà della nascita di una versione BEV (Battery Electric Vehicle) dell'iconica Fiat 500. Alla cerimonia presenti anche la sindaca Appendino e Pietro Gorlier, capo di Fca per la Regione Emea

Fiat 500 elettrica: a Mirafiori ecco il primo robot FOTO

Auto e robot, un connubio che ha avuto fama mondiale - almeno - dal 1984, quando nacquero i giocattoli Transformers, inventati dalla giapponese Takara e poi acquistati dalla Hasbro. Poi cominciarono i cartoni animati, con l&#39;interessamento del colosso Marvel Comics, fino ad arrivare alle ultime serie della saga a cinema.  La vettura che vedete per&ograve; ha radici ancora pi&ugrave; antiche. La&nbsp;Earth-1 infatti &egrave; opera di&nbsp;Kunio Okawara, celebre &quot;mecha designer&quot;, matita di tante serie manga e cartoni animati. Si tratta del &quot;pap&agrave;&quot; di&nbsp;Mobile Suit Gundam, il guerriero corazzato mobile, meglio conosciuto soltanto come Gundam e nato alla fine degli anni Settanta. Un robot con parti intercambiabili e pieghevoli.    Questa visione continua nella&nbsp;Earth-1, una concept costruita per l&#39;azienda nipponica&nbsp;Four Link. Come ben visibile,&nbsp;Okawara ci ha messo del suo e la piccola vettura elettrica &egrave; in grado di alzare la sua piattaforma per ridurre gli spazi di ingombro. Un&#39;auto robot perfetta per il parcheggio nelle megalopoli. E&#39; stata annunciata una versione di serie per i prossimi mesi, magari con forme meno ardite, come le alette della coda.... Il prezzo annunciato &egrave; di circa 70.000 euro. 

Opera di Kunio Okawara, padre di &quot;Mobile Suit Gundam&quot;, il celebre manga giapponese di fine anni Settanta

Earth-1, la robot-car met&agrave; Transformers e met&agrave; Gundam

I giapponesi e i robot sono un&#39;accoppiata inscindibile da ormai quaranta anni. Nel nostro immaginario e probabilmente anche nella passione e nella dovizia con cui i nipponici sviluppano questi macchinari. Tra i grandi protagonisti di questo settore ci sono le Case auto.  Toyota in primis, che ha appena presentato la terza generazione del suo robot umanoide. Si tratta del T-HR3, che&nbsp;sar&agrave; esposto alla Robot Exhibition 2017 presso il Tokyo Big Sight dal 29 novembre al 2 dicembre.  E&#39; stato&nbsp;ideato e sviluppato dalla Partner Robot Division di Toyota per esplorare nuove tecnologie di gestione delle interazioni fisiche tra i robot e l&rsquo;ambiente che li circonda.  E&#39; dotato di un sistema che replica in modo preciso e in tempo reale i movimenti dell&rsquo;operatore all&rsquo;interno del Master Maneuvering System. Che funziona&nbsp;grazie alla mappatura da parte dei controlli indossati dall&rsquo;operatore, con un visore che mostra le immagini dalla prospettiva del robot.&nbsp;I motori, i riduttori e i sensori sono collegati ad ogni singola articolazione.  Questo per andare incontro alle esigenze di mobilit&agrave; degli esseri umani. Ovvero per l&#39;assistenza&nbsp;in ambienti diversi, dalle mura domestiche alle strutture ospedaliere, nei cantieri edilizi, nelle zone colpite da disastri e nello spazio.&nbsp;C&#39;&egrave; pi&ugrave; di un parallelo con il robot di Big Hero 6, popolare film della Disney, con protagonista un automa dedicato all&#39;assistenza sanitaria.  Chiarifica il concetto Akifumi Tamaoki, General Manager della Partner Robot Division: &ldquo;Il nostro impegno &egrave; di utilizzare la tecnologia di T-HR3 per la progettazione di robot che siano di aiuto agli esseri umani e che li assistano nelle loro attivit&agrave; quotidiane.&nbsp;Le tecnologie sviluppate per questa piattaforma serviranno in futuro per la creazione di robot capaci di assicurare una mobilit&agrave; migliore, per tutti.&rdquo;   

Replica in tempo reale i movimenti dell&#39;uomo: primo passo verso gli automi per l&#39;assistenza agli umani

Toyota T-HR3, il robot umanoide tuttofare

Fiat Robot VS Marco Belinelli

Secondo quanto riportato qualche giorno fa dal Sunday Times, Google sta facendo pressione per consentire i test di moto e veicoli commerciali robotizzati.  Ron Medford, direttore della Sicurezza per il programma Google Car, ha rivelato i progetti dell'Azienda in una lettera al Governo dello Stato californiano, chiedendo di estendere ad altri tipi di veicoli i permessi gi&agrave; esistenti per le vetture senza conducente sulle strade aperte al pubblico. Tra questi, ci sarebbe il prototipo della sua 'riderless motorbike', ovvero una motocicletta 'autonoma' priva di pilota che sarebbe attualmente identificata con il nome di 'Ghost Rider'.  "E' sicuramente possibile che futuri test possano includere motocicli o veicoli commerciali di grandi dimensioni", ha scritto Ron Medford. "Se un innovatore &egrave; in grado di dimostrare che il collaudo della tecnologia di questi veicoli autonomi &egrave; sicura, allora gli dovrebbe essere consentito di fare i suoi test".  Il colosso tecnologico californiano sarebbe pronto dunque ad una espansione del suo progetto sui veicoli "privi di conducente" espandendosi anche oltre il campo delle quattro ruote, tanto che secondo lo stesso Sunday Times sarebbe gi&agrave; stata inoltrata una richiesta simile anche per dei camion a due e pi&ugrave; assi.  Il prototipo di motocicletta in grado di auto-bilanciarsi e sterzare sarebbe gi&agrave; stato realizzato dagli ingegneri di Google sotto la guida di Anthony Levandowski, responsabile del progetto (nella foto), che per il suo ruolo nello sviluppo di questo genere di veicoli &egrave; stato anche fatto oggetto di proteste organizzate davanti alla sua casa di Berkeley, 'picchetti' non violenti organizzati da dimostranti preoccupati per le possibili applicazioni militari di queste tecnologie.  Le possibili applicazioni di una moto in grado di muoversi senza pilota possono essere svariate, ma una di quelle che salta alla mente &egrave; inevitabilmente quella di un utilizzo da 'drone'. Questa 'Ghostrider' rimane al momento rimane un progetto allo stadio embrionale, dal quale scaturir&agrave; un veicolo probabilmente molto distante dai canoni delle 'normali' moto per il trasporto di un pilota. La stessa Google Car, per quanto molto pi&ugrave; avanti con lo sviluppo, si presenta con caratteristiche decisamente inedite - quali l'assenza di volante e pedali - che quanto meno mettono in dubbio la sua classificazione di 'automobile'.  Ora, una moto-robot non &egrave; una cosa nuova, la tecnologia &egrave; in fase di sviluppo da alcuni anni ormai, come mostra il video. Tuttavia, sembra che il progetto Ghostrider abbia compiuto notevoli progressi.  &nbsp;  

Il colosso americano Google &egrave; al lavoro per un nuovo progetto chiamato Ghostrider: &egrave; una riderless motobike, ovvero una moto che pu&ograve; muoversi nel traffico senza pilota 

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