Dyson, la storia di un'elettrica mai nata con 965 km di autonomia

Dyson, la storia di un'elettrica mai nata con 965 km di autonomia

Doveva rivoluzionare il mercato delle auto a zero emissioni, ma il prezzo troppo elevato ha decretato la fine del progetto Dyson. Così dopo un investimento complessivo di 1,8 miliardi di euro si è deciso di alzare bandiera bianca: ecco cosa è successo

di Lorenzo Lucidi

12.06.2020 ( Aggiornata il 12.06.2020 11:56 )

Costruire una intera gamma di auto elettriche, sfruttando il know-how sviluppato in anni nel campo degli elettrodomestici senza fili. Era questo l’ambizioso piano di Sir James Dyson, fondatore dell’omonima azienda inglese. Per alcuni anni la Dyson ha lavorato senza sosta al progetto di una vettura a zero emissioni, preventivando un investimento complessivo di 1,8 miliardi di euro. Poche mesi fa l’azienda ha alzato bandiera bianca, annunciando lo stop al programma automotive.

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Autonomia al top

Dopo aver annunciato il blocco delle attività destinate allo sviluppo della gamma elettrica, Sir Dyson ha voluto comunque svelare al grande pubblico i risultati del lavoro svolto fino a quel momento e costato un investimento di 440 milioni di euro. L’azienda infatti aveva approntato una vettura completa, dotata di caratteristiche tecniche di primissimo piano. A partire dall’autonomia, quantificata in ben 965 chilometri con una sola ricarica.

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La vettura sviluppata dalla Dyson era un suv di grandi dimensioni, conosciuto con il codice N526: lungo 5 metri, largo 2 e alto 1,7, avrebbe offerto 7 posti su tre file di sedili e un peso relativamente contenuto (2,6 tonnellate) grazie all’uso di materiali leggeri. Il motore elettrico offriva oltre 500 cavalli, garantendo un’accelerazione da 0 a 100 km/h in meno di 5 secondi. Il suv a 7 posti sarebbe stato solo il primo di una gamma di tre modelli elettrici marchiati Dyson.

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Progetto insostenibile

A fronte di numeri tanto interessanti si sono però contrapposti limiti insormontabili. Per primo, quello relativo al prezzo finale dell’N526, che sarebbe stato quantificabile in 168.000 euro. Una somma troppo elevata anche per una vettura così tecnologica, e che ha posto la pietra tombale sul progetto dell’auto Dyson.

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Innegabile lo sconforto di Sir James: “Il team della nostra divisione Automotive – ha spiegato - aveva sviluppato un'auto fantastica dimostrando di essere creativi nel loro approccio pur rimanendo fedeli alle nostre filosofie. Abbiamo provato duramente a sviluppare il programma, ma abbiamo constatato semplicemente che non avremmo potuto renderlo commercialmente fattibile. Abbiamo anche provato a trovare un acquirente per il progetto ma, sfortunatamente, non abbiamo avuto successo''.

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La ricerca continua

L’azienda ha comunque deciso di fare tesoro dell’esperienza accumulata durante il lavoro sul progetto automotive. Le circa 600 persone che erano state destinate allo sviluppo del suv verranno ricollocate nell’azienda, che cercherà di trarre il massimo profitto anche dai brevetti depositati relativamente al progetto a zero emissioni. Continuando a perseguire il programma di sviluppo da 2,5 miliardi attualmente in atto.

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