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Guerra in Ucraina, per l'auto una crisi peggiore della pandemia

Herbert Diess, a.d. del Gruppo Volkswagen, valuta l'impatto della guerra sulla produzione industriale, i costi delle materie prime e dell'energia

Guerra in Ucraina, per l'auto una crisi peggiore della pandemia

Fabiano PolimeniFabiano Polimeni

10 mar 2022

Con una crisi dei semiconduttori tutt'altro che definitivamente superata, l'industria dell'auto si trova a fronteggiare un'altra crisi, dettata dalla guerra in Ucraina. Il tutto in uno scenario già di inflazione diffusa e prezzi di listino delle auto nuove in clamorosa ascesa, frutto indiretto della prima crisi dei chip.

Secondo Herbert Diess, a.d. del Gruppo Volkswagen, gli effetti della guerra in Ucraina potrebbero sviluppare conseguenze peggiori al blocco dettato dalla pandemia.

Guerra e quotazioni delle materie prime

Al dramma umanitario della popolazione ucraina colpita dal conflitto si sommano valutazioni, di secondo ordine, economiche. Ecco, se lo stop della produzione dettato dalla pandemia ha prodotto un successivo rimbalzo quasi immediato dell'industira, una domanda "imprevista" di materie prime e componentistica a sua volta all'origine della crisi dei semiconduttori, lo scenario ucraino è destinato a impattare diversamente.

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Al Financial Times, Diess ha spiegato come lo stop alla catena di approvvigionamento potrebbe generare enormi incrementi di prezzo, oltre a inflazione e carenza energetica.

Guerra, crisi energetica e produttiva

Le conseguenze immediate del conflitto hanno portato all'incremento delle materie prime, non solo il petrolio ma anche nickel, cruciale in una prospettiva di auto elettrica (scopri la novità Volkswagen ID. Buzz). Poi, il nodo delle chiusure dei siti produttivi per carenza di approvvigionamento dai fornitori di componentistica. In Ucraina è il settore della produzione di cablaggi dei sistemi elettrici a "rifornire" l'industria dell'auto europea. Questo ha portato Volkswagen - e non solo - a fermare numerosi impianti. 

"La minaccia di questa guerra, per la Germania e l'Europa, è enorme. Se immaginate uno scenario nel quale tagliamo i rapporti commerciali con la Russia - qualcosa che dovremo fare probabilmente se il conflitto non si fermerà - probabilmente non potremo più acquistare energia e questo porterà a una condizione che potrebbe impattare notevolmente sull'Europa e la Germania", spiega Diess.

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Germania la cui dipendenza dal gas russo è notevole, superiore anche al 45% che impatta sull'Italia ma con la differenza di non avere rigassificatori sul territorio, in grado di trasformare forniture di gas che dovessero arrivare via navi container. E il costo dell'energia diventa un driver fondamentale sulla produzione industriale e, a sua volta, il costo del prodotto.

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