Car of the Year, le elettriche e la loro storia

Car of the Year, le elettriche e la loro storia

L’alimentazione “green” è ormai di casa al premio più ambito dell’industria automobilistica. Dal successo di Nissan Leaf nel 2011, ecco un rapido riassunto delle proposte elettrificate più interessanti

di Redazione

28.02.2020 ( Aggiornata il 28.02.2020 13:55 )

Quando nel 1964 Rover 2000 veniva eletta prima Auto dell’Anno di sempre, la giuria del premio più ambito dell’industria automobilistica non immaginava che un giorno a salire sul gradino più alto del podio sarebbe stata un’auto elettrica.

A quei tempi un’automobile con un’alimentazione alternativa a benzina o Diesel era ancora impronosticabile, anche se le idee concettuali per un futuro elettrificato erano già germogliate nella testa di ingegneri e progettisti. Ma i tempi cambiano, e il premio di Auto dell’Anno ha dimostrato nel corso degli anni, di sapersi adattare alle nuove proposte. E, soprattutto, di saperle premiare. Vedi la NSU Ro 80 e il suo motore rotativo, trionfatori nel 1968, o Porsche 928, prima e unica affermazione di una granturismo.

NISSAN LEAF APRE IL SIPARIO

A dare il via a una storia della propulsione elettrica nel contesto di Auto dell’Anno è Nissan Leaf, anno di grazia 2011. Green già nel nome (“Leaf”, “Foglia”, in realtà è acronimo di “Leading Environmentally friendly Affordable Family car” ovvero “utilitaria amica dell’ambiente economica ed accessibile”) esce sul mercato nel 2010, conquistando critica e addetti ai lavori.

La berlina è concepita per unire al meglio prestazioni e risparmio energetico, con un design realizzato per ridurre al minimo la resistenza aerodinamica. Il motore, 100 % elettrico, eroga 80 kW (109 CV) e si giova di un pacco batterie posto nel pianale e sotto il pavimento del veicolo, in modo da ridurre ancora di più il centro di gravità. Ottimi anche i dati per la ricarica. Leaf, notano i giurati, riesce in maniera del tutto alternativa a configurarsi un’efficace concorrente delle auto tradizionali. Nel 2011 è Auto dell’Anno, e le elettriche vengono ufficialmente “sdoganate”.

CHEVROLET E IL SISTEMA VOLTEC

L’effetto Leaf è immediato, e provoca gli effetti già dall’anno dopo. Chevrolet Volt vince il premio nel 2012. La vettura sarebbe ufficialmente un’ibrida, ma adotta soluzioni elettrificate fondamentali per farle vincere il titolo. Volt infatti si basa sulla piattaforma E-Flex, che si basa sul concetto di motori intercambiabili. La sua applicazione estrema è il sistema cosiddetto Voltec, adottato proprio da Volt.

La berlina statunitense ha quindi due motori elettrici (primario da 150 CV e ausiliario da 87 CV che entra in funzione solo oltre i 100 km/h) e un benzina 1.4, che come compito ha solo quello di ricaricare il propulsore ausiliario. Il benzina alimenta la macchina solo nel caso il pacco batterie scenda sotto il 30 % della carica. Il Voltec convince i giornalisti, e Chevrolet Volt (in Europa Ampera sotto il marchio Opel) è Auto dell’Anno 2012.

BMW E TESLA SUL PODIO

Nel 2014 l’elettrico sfiora la vittoria ma piazza un clamoroso bis sul podio. Perché dietro alla vincitrice Peugeot 308 si piazzano BMW i3 e Tesla Model S. Nella piccola city car tedesca il pacco batterie a ioni di litio a 360 volt e 22 kWh è posto sul pianale assieme a sospensioni e motore da 170 CV di potenza. La scocca è invece realizzata in un misto di alluminio e fibra di carbonio.

La berlina americana è invece la prima elettrica di lusso ad essere prodotta in serie, capostipite delle fortune della Casa di Elon Musk. Il motore elettrico della prima serie era montato sull’asse posteriore, i dati tecnici cambiano a seconda delle proposte: propulsore singolo, doppio (Dual Motor) o più potente (Performance). Tesla Model S, che può vantare un coefficiente di resistenza aerodinamica di 0.24, ha fatto, e fa tuttora, parlare di sé per il sistema di guida autonoma denominato Autopilot.

JAGUAR, PRIMA AFFERMAZIONE DI SEMPRE

Si arriva così ai giorni nostri, a un parco elettrico che ormai è di casa al premio Auto dell’Anno. Tanto che nel 2019 Jaguar ottiene la sua prima affermazione di sempre nel titolo con I-Pace, il primo SUV del Marchio di Coventry totalmente “green”. Anche in questo caso, il pianale ospita l’intero pacco batterie dal peso di oltre 600 kg che tuttavia abbassa il baricentro della vettura, portando benefici alla dinamica di guida. I 400 CV e 700 Nm di coppia, uniti a un’autonomia che supera i 400 km, fanno il resto.

Anche nel 2020, le chance di una vittoria elettrica sono alte. Tra le sette finaliste, a portare il vessillo “green” sono la potente Porsche Taycan e la richiestissima Tesla Model 3. I tempi sono cambiati. Ma Auto dell’Anno ha dimostrato di saperli comprendere.

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