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Alfa Romeo B.A.T., le tre concept estreme di Bertone vanno all'asta

Le tre vetture caratterizzate da un'estrema ricerca aerodinamica saranno vendute in un unico lotto a New York

Lorenzo LucidiLorenzo Lucidi

22 ott 2020

Si chiamano B.A.T., ma a dispetto del nome – e delle linee – non hanno alcun rapporto con l'auto di Batman. La sigla che contraddistingue queste tre Alfa Romeo assolutamente uniche nel loro genere indica infatti Berlinetta Aerodinamica Tecnica. Un acronimo con cui negli anni '50 Bertone battezzò tre show car, costruite con un doppio obiettivo: ricercare la massima efficienza aerodinamica e stupire il pubblico. Ora queste tre vetture sono in vendita, con un valore complessivo stimato che supera i 12 milioni di euro.

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Realizzate da Franco Scaglione su indicazione della Carrozzeria Bertone tra il 1953 e il 1955, le tre Alfa Romeo B.A.T. rappresentano il massimo della ricerca aerodinamica di quegli anni, nonché un esempio di design italiano dell'epoca. Non a caso le vetture, destinate a essere vendute nel corso dell'evento di RM Sotheby’s a New York, non faranno parte di un'asta di automobili. Bensì, di una riservata alle opere del design italiano del secondo dopoguerra, tra cui spiccano anche oggetti firmati da Lucio Fontana e Carlo Mollino.

Per questa asta, gli organizzatori hanno curiosamente optato per non vendere le tre auto singolarmente, ma sotto forma di un unico lotto. Il cui valore è stato stimato tra i 12 e 17 milioni di euro. Una somma che in pochi possono permettersi, ma che garantisce in cambio non uno ma ben tre autovetture leggendarie. L'appuntamento per cercare di aggiudicarsi questo lotto da sogno è fissato per il 28 ottobre.

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Aerodinamica al potere

Le tre Alfa Romeo B.A.T., contraddistinte dai numeri 5, 7 e 9, non sono infatti delle semplici vetture, ma vere e proprie testimonianze dell'ingegno italiano degli anni '50. In un'epoca in cui lo studio dell'aerodinamica era ancora lontano dai livelli raggiunti oggi, Scaglione riuscì a dare alle sue show car Alfa Romeo un incredibile coefficiente di penetrazione (Cx a 0,23 sulla B.A.T. 5, 0,19 sulla 7) e soluzioni estetiche che poi fecero scuola. Una su tutte, il lunotto posteriore sdoppiato utilizzato in seguito dalla Chevrolet Corvette Stingray.

Le B.A.T. furono realizzate sulla base dell'Alfa Romeo 1900, da cui ereditarono completamente la meccanica, incluso il motore da 100 cavalli. Le tre show car raggiungevano i 200 km/h grazie all'efficientissima aerodinamica, ma fu nei saloni che le vetture riscossero il massimo del successo. Presentate ai Saloni di Torino del 1953, '54 e '55, si distinguevano per soluzioni evolute di modello in modello pur mantenendo inalterata la formula originaria. In particolare, il modello finale (la B.A.T. 9) era quella che si avvicinava più alla produzione, anche se nessuno dei tre modelli fu mai realizzato in serie.

Nel 2008 la mitica sigla tornò in auge con la B.A.T. 11, realizzata sempre dalla Bertone su richiesta di un'ex proprietario della B.A.T: 9. Il nuovo modello riprendeva i concetti estremi delle antenate, applicati sulla base tecnica dell'Alfa Romeo 8C Competizione.

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