Prova Porsche Cayenne GTS - Una vera Gran Turismo

Prova Porsche Cayenne GTS - Una vera Gran Turismo©  Fuggiano

La versione GTS della Cayenne è la più sportiva, adatta a lunghe galoppate veloci ma anche stabile e rapida in curva dove si muove con la destrezza di una  supercar. Motorizzata con un V8 Biturbo da 460 CV, scatta in poco più di 4'' sullo 0-100. Ma dosate bene la spesa degli optional

di Cesare Cappa - Foto Fuggiano

16.09.2020 15:56

Prestazioni

Ce ne sono tanti in giro, forse troppi, ma con gli Sport Utility Vehicle abbiamo imparato a conviverci. E poi tra questi ci sono quelli sportivi, che pensano che con una manciata di cavalli in più sia possibile stare al passo delle sportive… quelle vere. E poi c’è la Cayenne GTS, che riesce completamente a ribaltare le nozioni della fisica sino a qui note. Non è leggera, non è bassa, eppure si muove con tempi e modi che nulla hanno a che fare con quelli tipici di un Suv. Fondamentale che sia corredata di tutto punto, attingendo da una lista di optional utile non solo a disperdere denaro, ma necessaria per esaltare l’handling. Sospensioni pneumatiche, asse posteriore sterzante, barre antirollio attive anteriori e posteriori, e a chiudere i freni carboceramici, sono un’esigenza a cui è vietato rinunciare. Sono quasi 17.000 euro di optional, ma garantiscono l’accesso al divertimento assoluto. Perché nel giro di un paio di curve, baricentro alto e massa rilevante si annullano, come se non fossero un problema intrinseco di ogni Suv. Perché nel giro di due curve il livello di confidenza a cui vi porta la Cayenne GTS vi lascerà basiti, come se su quell’auto ci aveste già macinato migliaia di chilometri. Prima di arrivare al motore, il quattro litri V8 doppiamente sovralimentato, c’è tutto un telaio da raccontare.

Elemento di comando lo sterzo: millimetrico, preciso, puntuale. Non è eccessivamente duro e, alle prime tornate, se non si è abituati all’intervento dell’asse posteriore sterzante, il rischio è di essere in anticipo rispetto alla traiettoria ideale. Ciò che lascia di stucco è quanto sia diretto, non solo per essere quello di un Suv, ma in linea generale. Tanto che l’eventualità di incrociare le mani si riduce ai minimi termini. L’assetto è il miglior rappresentante della sigla Gran Turismo Sport. Deciso nei “modi” e nella taratura quando si viaggia nelle modalità più sportive, lascia sempre margine alla ruota di copiare l’asfalto. In questo modo si evitano bruschi saltellamenti e chi siede al ponte di comando ha sempre ben chiara la situazione. Allo stesso modo le sospensioni pneumatiche hanno poi il merito di massimizzare il comfort di bordo.

Nonostante la presenza dei cerchi in lega da 22 pollici (optional) è raro che gli occupanti abbiano il sentore di una strada sconnessa. Ma questo è solo il condimento di un telaio che cede al fascino dei trasferimenti di carico. Non è mai repentino nei movimenti, ma lascia margine a chi guida di impostare la curva non solo affidandosi al volante. A questo comportamento segue poi la “direzione” elettronica dettata dalla gestione delle quattro ruote motrici. La spinta dall’asse posteriore è reale, molto utile in uscita di curva, dove il retrotreno tende ad allargare, lanciando la Cayenne GTS verso il prossimo giro. Attenzione però, ciò non significa che il sovrasterzo di potenza sia ammesso. È giusto una parvenza, dopodiché tutto rientra nei ranghi. Ma il modus operandi di tale passaggio è talmente fluido da non inficiare mai il divertimento. Una necessità proprio perché massa e altezza non sono quelli di una sportiva di razza. Ad alimentare poi il giudizio positivo di Cayenne GTS è ovviamente il motore.

Vi abbiamo già detto come sia frazionato, ma dobbiamo pure ricordare che, dopo l’esperienza del V6 bi-turbo sulla precedente generazione, questa architettura rappresenta invece un ritorno al passato (ma prima era aspirato). L’unità in dote alla GTS è già parte integrante del Gruppo. Di fatto si presenta come una versione meno potente della motorizzazione disponibile sul modello Turbo, accoppiata rigorosamente alla trazione integrale e al cambio automatico Tiptronic (quindi non il doppia frizione PDK, non presente su Cayenne). Oltre al suono appagante, a patto di non avere remore a spremere l’acceleratore, spicca per la pressoché totale assenza di buchi a salire. Il tiro è vigoroso sino alla soglia del limitatore, spezzato solo dall’intervento di quest’ultimo.

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