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A 17 anni dalla fondazione, la casa californiana taglia il traguardo del milione di auto prodotte, in attesa delle sfide del futuro
di Lorenzo Lucidi
10 mar 2020
Era il 1° luglio 2003 quando, a San Carlos, Martin Eberhard e Marc Tarpenning fondavano la Tesla Motors. Un progetto azzardato, rimasto tale anche quando, cinque anni dopo, Elon Musk assunse l’incarico di CEO. A distanza di quasi 17 anni da quella giornata estiva in California, Tesla è diventata un colosso tale da intimorire i giganti dell’auto tradizionale. Arrivando a festeggiare oggi un milione di veicoli prodotti.
“Congratulations Tesla team on making our 1,000,000th car!!” ha scritto un festoso Elon Musk su Twitter per celebrare il successo della sua azienda. Un trionfo che è stato preceduto da una salita inesorabile, ma anche da tonfi improvvisi e rischi, spesso concreti, di non riuscire restare a galla nel burrascoso mare della finanza. Una scommessa azzardata, quella di Tesla, vinta grazie al cambiamento dei tempi e a non poca spregiudicatezza.
La storia tutt’altro che serena della Tesla è ben illustrata dall’andamento in Borsa della company americana. Rimasta sottotraccia fino al 2012, la casa di Musk ha vissuto sedute molto altalenanti, e in molti sono stati a pronosticare un drammatico naufragio del titolo. Fino al boom, inaspettato quanto vertiginoso, dello scorso novembre, in cui un’azione è arrivata a costare più di mille dollari e il valore di Tesla a Wall Street ha superato quello di colossi come GM e Ford.
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L’azienda californiana deve il suo nome a Nikola Tesla, visionario scienziato e inventore austroungarico naturalizzato statunitense. Un personaggio unico per via delle tante idee spesso rivoluzionarie e delle invenzioni la cui attribuzione è discussa con altri scienziati dell’epoca (ancora alcuni polemizzano sulla paternità della radio riconosciuta a Guglielmo Marconi) . Una figura che ben si adatta allo spirito della casa di Musk, tanto innovativa quanto provocatoria.
La simbologia di Tesla non lascia nulla al caso, come dimostra lo stesso logo dell’azienda. Apparentemente una “T” stilizzata, in realtà raffigura una sezione di un motore elettrico, rappresentando uno dei poli che fuoriescono dalla girante del motore.
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Primo modello della casa è stata la Roadster, elegante spider elettrica realizzata con Lotus e in gran parte assemblata a Hethel. Prima vettura stradale a utilizzare le batterie con celle agli ioni di litio, la Roadster non segnò grandi numeri, vista anche la produzione semiartigianale e divisa tra Europa e USA, ma segnò la strada del marchio. Nel 2009 il debutto della Model S, ancora in produzione, che ha consacrato l’ingresso del “mondo che conta” dell’automobile.
Dopo la S sono poi arrivate la Suv Model X, la entry level Model 3 e l’altro Suv Model Y. Tante le novità in fase di sviluppo, dalla hypercar Roadster, che promette di superare i 400 km/h e polverizzare ogni sportiva a motore termico, al provocatorio Cybertruck, maxi pick up dal design futuristico. Fino anche al camion, sempre rigorosamente elettrico, Tesla Semi.
Elon Musk e la Tesla ci hanno abituati a lanciare novità a raffica, spesso in maniera completamente inaspettata. Impossibile, quindi, fare previsioni per il futuro. Le certezze del presente però restano: il milione di vetture prodotte, le Gigafactory che fioriscono in tutto il mondo, il titolo ancora livelli altissimi (nonostante il Coronavirus) e un nome che ormai è simbolo in tutto il pianeta di innovazione e procazione.
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