In occasione della 39esima edizione di "Auto e Moto d'Epoca", <a href="https://www.auto.it/marche/alfa-romeo/modelli" target="_blank" rel="noopener">Alfa Romeo</a> ha presentato il programma heritage "Alfa Romeo Classiche", una gamma di servizi con l'obiettivo di tutelare e promuovere la storia del Biscione. "Alfa Romeo Classiche" si compone del Certificato di Origine - che viene offerto per le vetture Alfa Romeo a partire dal 2016 - insieme al Certificato di Autenticit&agrave; e al Servizio di Restauro. Il top management del marchio presiede e interviene personalmente nel comitato che valuta le auto storiche e rilascia le certificazioni con il supporto del team Heritage e di esperti della storia Alfa Romeo. <h2>Certificato d'Origine</h2> Alfa Romeo offre l'opportunit&agrave; di scoprire la storia di ogni vettura attraverso il numero del telaio. Il servizio prevede un'accurata verifica documentale presso i registri di produzione del marchio e il rilascio di un certificato che attesta l'anno di produzione e la configurazione originale dell'auto: specifiche del modello, matricola del motore, dettagli esterni e interni originali. <h2>Certificato di Autenticit&agrave;</h2> Dopo aver analizzato nel dettaglio la vettura storica presa in esame e averne verificato i dati di produzione e le specifiche tecniche presso gli archivi aziendali, Alfa Romeo, con il supporto del dipartimento Heritage, certifica l'autenticit&agrave; dell'auto d'epoca. Per ottenere questa certificazione, ogni vettura viene sottoposta a un rigoroso processo di ispezione e valutazione che viene effettuato dal team specializzato, constatando l'autenticit&agrave; dell'auto e dei suoi componenti e il funzionamento delle principali parti meccaniche. L'esame della vettura viene svolto alle Officine Classiche di Mirafiori oppure a domicilio del cliente, se questi lo preferisce, o ancora presso i centri Stellantis &amp;You di Roma e Palermo. <h2>Servizio di Restauro</h2> Lo stesso team che si occupa della collezione storica Alfa Romeo &egrave; a disposizione dei clienti privati, con servizi che vanno dalla semplice manutenzione al restauro completo: dalla diagnosi agli interventi di ripristino, passando per la riparazione dei singoli componenti meccanici ed estetici, fino al collaudo finale. <h2>Un'area dedicata ai proprietari delle Alfa Romeo iconiche</h2> Il Biscione introdurr&agrave; sul proprio sito web un'area dedicata al programma heritage "Alfa Romeo Classiche" che consente ai proprietari di auto storiche di usufruire dei servizi di Certificazione e Restauro. Sar&agrave; quindi possibile ricevere tutte le informazioni e il supporto necessario per avviare un programma dedicato e personalizzato direttamente dal sito Alfa Romeo. <h2>"Valorizzare il patrimonio Alfa Romeo"</h2> "Alfa Romeo sta attraversando una fase fondamentale - ha dichiarato il CEO di Alfa Romeo, Jean Philippe Imparato -. Il periodo storico in cui ci troviamo &egrave; una vera e propria evoluzione. Il futuro del Marchio prevede obiettivi molto ambiziosi, volti a ridefinire il concetto di sportivit&agrave; nel ventunesimo secolo, pur rimanendo fedeli al proprio DNA. Nel pianificare il futuro, il nostro patrimonio &egrave; sempre la nostra principale fonte di ispirazione. Per noi, il programma heritage Alfa Romeo Classiche mira a valorizzare il nostro patrimonio automobilistico storico, certificando l'autenticit&agrave; delle Alfa Romeo d'epoca e dando nuova vita a meravigliosi esemplari che ancora oggi affascinano ed emozionano gli appassionati di auto di tutto il mondo". <a href="https://www.auto.it/annunci" target="_blank" rel="noopener">Nel listino dell'usato di Auto, tante occasioni da non perdere a portata di click</a>

        In occasione della 39esima edizione di "Auto e Moto d'Epoca", Alfa Romeo ha presentato il programma heritage "Alfa Romeo Classiche", una gamma di servizi con l'obiettivo di tutelare e promuovere la storia del Biscione. "Alfa Romeo Classiche" si compone del Certificato di Origine - che viene offerto per le vetture Alfa Romeo a partire dal 2016 - insieme al Certificato di Autenticit&agrave; e al Servizio di Restauro. Il top management del marchio presiede e interviene personalmente nel comitato che valuta le auto storiche e rilascia le certificazioni con il supporto del team Heritage e di esperti della storia Alfa Romeo.  Certificato d'Origine Alfa Romeo offre l'opportunit&agrave; di scoprire la storia di ogni vettura attraverso il numero del telaio. Il servizio prevede un'accurata verifica documentale presso i registri di produzione del marchio e il rilascio di un certificato che attesta l'anno di produzione e la configurazione originale dell'auto: specifiche del modello, matricola del motore, dettagli esterni e interni originali. Certificato di Autenticit&agrave; Dopo aver analizzato nel dettaglio la vettura storica presa in esame e averne verificato i dati di produzione e le specifiche tecniche presso gli archivi aziendali, Alfa Romeo, con il supporto del dipartimento Heritage, certifica l'autenticit&agrave; dell'auto d'epoca. Per ottenere questa certificazione, ogni vettura viene sottoposta a un rigoroso processo di ispezione e valutazione che viene effettuato dal team specializzato, constatando l'autenticit&agrave; dell'auto e dei suoi componenti e il funzionamento delle principali parti meccaniche. L'esame della vettura viene svolto alle Officine Classiche di Mirafiori oppure a domicilio del cliente, se questi lo preferisce, o ancora presso i centri Stellantis &amp;You di Roma e Palermo. Servizio di Restauro Lo stesso team che si occupa della collezione storica Alfa Romeo &egrave; a disposizione dei clienti privati, con servizi che vanno dalla semplice manutenzione al restauro completo: dalla diagnosi agli interventi di ripristino, passando per la riparazione dei singoli componenti meccanici ed estetici, fino al collaudo finale. Un'area dedicata ai proprietari delle Alfa Romeo iconiche Il Biscione introdurr&agrave; sul proprio sito web un'area dedicata al programma heritage "Alfa Romeo Classiche" che consente ai proprietari di auto storiche di usufruire dei servizi di Certificazione e Restauro. Sar&agrave; quindi possibile ricevere tutte le informazioni e il supporto necessario per avviare un programma dedicato e personalizzato direttamente dal sito Alfa Romeo. "Valorizzare il patrimonio Alfa Romeo" "Alfa Romeo sta attraversando una fase fondamentale - ha dichiarato il CEO di Alfa Romeo, Jean Philippe Imparato -. Il periodo storico in cui ci troviamo &egrave; una vera e propria evoluzione. Il futuro del Marchio prevede obiettivi molto ambiziosi, volti a ridefinire il concetto di sportivit&agrave; nel ventunesimo secolo, pur rimanendo fedeli al proprio DNA. Nel pianificare il futuro, il nostro patrimonio &egrave; sempre la nostra principale fonte di ispirazione. Per noi, il programma heritage Alfa Romeo Classiche mira a valorizzare il nostro patrimonio automobilistico storico, certificando l'autenticit&agrave; delle Alfa Romeo d'epoca e dando nuova vita a meravigliosi esemplari che ancora oggi affascinano ed emozionano gli appassionati di auto di tutto il mondo". Nel listino dell'usato di Auto, tante occasioni da non perdere a portata di click       

Si tratta di una gamma di servizi che hanno l'obiettivo di tutelare e promuovere la storia delle auto d'epoca della Casa milanese

"Alfa Romeo Classiche", il programma che valorizza le iconiche del Biscione

Quando si parla di vetture rimaste nella storia grazie al loro stile inconfondibile, uno dei primi nomi che viene in mente &egrave; quello dell'<a href="https://www.auto.it/marche/alfa-romeo/modelli">Alfa Romeo</a> 33 Stradale. Un'auto che, grazie alle sue forme sinuose e aerodinamiche, &egrave; diventata un'icona dello stile degli anni '60, ed &egrave; stata fonte d'ispirazione per generazioni di designer. Oggi quella leggendaria Alfa Romeo &egrave; rinata, identica all'originale eppure diversa, grazie alla Manifattura Automobili Torino, che ne ha realizzato un esemplare ex novo riproducendo ogni dettaglio del modello originale. <a href="https://www.auto.it/news/speciali/migliori-auto/2022/07/06-5539686/alfa_romeo_giulia_10_cose_da_sapere">Le 10 cose che non sapete sulla mitica Alfa Romeo Giulia</a> <h2>Omaggio alla mitica Alfa Romeo</h2> Sono state necessarie 12mila ore di lavoro artigianale per dare vita a questa replica fedelissima dell'Alfa Romeo 33 Stradale, iconica sportiva del Biscione prodotta dal 1967 in appena 18 esemplari. Una vettura iconica, che la Manifattura Automobili Torino (o, pi&ugrave; semplicemente, M.A.T.) ha voluto omaggiare realizzando una replica identica in ogni aspetto all'originale. Unica differenza visibile, una piccola grigia anteriore di forma trapezoidale in luogo del tradizionale scudetto triangolare di Alfa Romeo. A differenza di altri progetti simili, la 33 di M.A.T. &egrave; stata realizzata completamente da zero, ovvero senza sfruttare una base meccanica gi&agrave; esistente, bens&igrave; costruendo ogni singolo pezzo in maniera artigianale. Dalla battitura delle lamiere fino all'abitacolo. Gli unici elementi non realizzati dall'azienda torinese sono quelli meccanici: il motore, infatti, &egrave; stato preso &ldquo;in prestito&rdquo; da un'altra sportiva del Biscione, la Montreal. Si tratta di un V8 da 2,6 litri bialbero, privato dell'iniezione diretta e dotato di una nuova alimentazione a carburatori, come sulla vecchia 33. La potenza &egrave; di 240 cavalli, 10 in pi&ugrave; rispetto al propulsore della sportiva degli anni '60. Questo esemplare unico &egrave; stato realizzato su richiesta da un cliente, a un prezzo di circa 1,5 milioni di euro. Una cifra alla portata di pochi, ma comunque molto inferiore rispetto al valore della 33 Stradale originale, i cui esemplari sono stimati fino a 10 milioni di euro. <h2>M.A.T., la fabbrica dei sogni &egrave; a Torino</h2> Fondata nel 2014 da Paolo Garella, la Manifattura Automobili Torino &egrave; una piccola realt&agrave; con sede a Rivalta che negli ultimi anni ha dato vita a numerosi progetti di vetture speciali e ad alte prestazioni. Tra le creature della M.A.T., la New Stratos, supercar a motore centrale ispirata all'iconica vettura da rally della Lancia, e costruita sulla base della Ferrari F430. Ma anche l'hypercar elettrica Owl, progettata dalla giapponese Aspark e realizzata in 50 esemplari nella factory di Rivalta, e la supercar Apollo IE. Una realt&agrave; artigianale e ancora giovanee, ma gi&agrave; riconosciuta a livello internazionale. <a href="https://www.auto.it/news/attualita/2022/06/09-5464891/le_10_alfa_romeo_usate_da_non_lasciarsi_scappare">Le 10 Alfa Romeo usate da non lasciarsi scappare</a>

        Quando si parla di vetture rimaste nella storia grazie al loro stile inconfondibile, uno dei primi nomi che viene in mente &egrave; quello dell'Alfa Romeo 33 Stradale. Un'auto che, grazie alle sue forme sinuose e aerodinamiche, &egrave; diventata un'icona dello stile degli anni '60, ed &egrave; stata fonte d'ispirazione per generazioni di designer. Oggi quella leggendaria Alfa Romeo &egrave; rinata, identica all'originale eppure diversa, grazie alla Manifattura Automobili Torino, che ne ha realizzato un esemplare ex novo riproducendo ogni dettaglio del modello originale. Le 10 cose che non sapete sulla mitica Alfa Romeo Giulia  Omaggio alla mitica Alfa Romeo Sono state necessarie 12mila ore di lavoro artigianale per dare vita a questa replica fedelissima dell'Alfa Romeo 33 Stradale, iconica sportiva del Biscione prodotta dal 1967 in appena 18 esemplari. Una vettura iconica, che la Manifattura Automobili Torino (o, pi&ugrave; semplicemente, M.A.T.) ha voluto omaggiare realizzando una replica identica in ogni aspetto all'originale. Unica differenza visibile, una piccola grigia anteriore di forma trapezoidale in luogo del tradizionale scudetto triangolare di Alfa Romeo. A differenza di altri progetti simili, la 33 di M.A.T. &egrave; stata realizzata completamente da zero, ovvero senza sfruttare una base meccanica gi&agrave; esistente, bens&igrave; costruendo ogni singolo pezzo in maniera artigianale. Dalla battitura delle lamiere fino all'abitacolo. Gli unici elementi non realizzati dall'azienda torinese sono quelli meccanici: il motore, infatti, &egrave; stato preso &ldquo;in prestito&rdquo; da un'altra sportiva del Biscione, la Montreal. Si tratta di un V8 da 2,6 litri bialbero, privato dell'iniezione diretta e dotato di una nuova alimentazione a carburatori, come sulla vecchia 33. La potenza &egrave; di 240 cavalli, 10 in pi&ugrave; rispetto al propulsore della sportiva degli anni '60. Questo esemplare unico &egrave; stato realizzato su richiesta da un cliente, a un prezzo di circa 1,5 milioni di euro. Una cifra alla portata di pochi, ma comunque molto inferiore rispetto al valore della 33 Stradale originale, i cui esemplari sono stimati fino a 10 milioni di euro. M.A.T., la fabbrica dei sogni &egrave; a Torino Fondata nel 2014 da Paolo Garella, la Manifattura Automobili Torino &egrave; una piccola realt&agrave; con sede a Rivalta che negli ultimi anni ha dato vita a numerosi progetti di vetture speciali e ad alte prestazioni. Tra le creature della M.A.T., la New Stratos, supercar a motore centrale ispirata all'iconica vettura da rally della Lancia, e costruita sulla base della Ferrari F430. Ma anche l'hypercar elettrica Owl, progettata dalla giapponese Aspark e realizzata in 50 esemplari nella factory di Rivalta, e la supercar Apollo IE. Una realt&agrave; artigianale e ancora giovanee, ma gi&agrave; riconosciuta a livello internazionale. Le 10 Alfa Romeo usate da non lasciarsi scappare       

La M.A.T. ha realizzato una replica fedelissima dell'iconica sportiva degli anni '60: ha il motore della Montreal ed &egrave; costata migliaia di lavoro artigianale

Alfa Romeo 33 Stradale, la sportiva rinasce a Torino

Con <a href="https://www.auto.it/news/attualita/2022/09/26-5743280/alfa_romeo_giulia_450_pantere_per_la_polizia">l'entrata in servizio di 450 nuove Giulia</a>, si rinnova ancora una volta il binomio tra Polizia di Stato e <a href="https://www.auto.it/marche/alfa-romeo/modelli">Alfa Romeo</a>. Un sodalizio di lunghissima data, che nel corso dei decenni ha visto numerosi modelli del Biscione vestire la divisa andando a ricoprire il ruolo di &ldquo;Pantere&rdquo;. Definizione, quest'ultima, nata proprio con un modello della Casa lombarda. Nel corso degli anni, le auto della Polizia marchiate Alfa sono entrate a far parte dell'immaginario collettivo, diventando spesso anche protagoniste di film memorabili con le loro livree inconfondibili e design unici. Dalla 1900 degli anni '50 fino alla moderna Giulia 2.0 turbo, ecco tutti i modelli Alfa Romeo che hanno prestato servizio presso la Polizia di Stato negli ultimi 70 anni. <a href="https://www.auto.it/news/attualita/2021/12/16-5024996/auto_della_polizia_le_piu_cattive_e_potenti_al_mondo">Auto della Polizia: le pi&ugrave; "cattive" e potenti al mondo</a> <div style="page-break-after: always">&nbsp;</div> <h2>Alfa Romeo 1900</h2> La lunga storia del sodalizio tra Alfa Romeo e la Polizia di Stato parte nel 1952, quando venne adottata la 1900. Prima vettura della Casa lombarda costruita con criteri industriali, costituiva una vera e propria svolta per il Biscione, anche dal punto di vista delle prestazioni. Dotata, come suggerito dal nome, di un motore a benzina da 1,9 litri, erogava 91 cavalli, saliti a quota 115 nella versione Super TI Speciale, anch'essa arruolata dalla Polizia alcuni anni dopo. Una potenza sufficiente a garantire una velocit&agrave; massima di 180 km/h e permettere agli agenti di portare a termine le loro operazioni agevolmente. Arruolata nell'iconica Squadra Mobile (la stessa che, qualche anno dopo, avrebbe visto tra le sue fila anche la Ferrari 250 GTE 2+2 di Armando Spatafora) l'Alfa Romeo 1900 fu la prima vettura in dotazione alla Polizia di Stato a guadagnarsi l'appellativo di Pantera. <div style="page-break-after: always">&nbsp;</div> <h2>Alfa Romeo Giulietta</h2> Dopo la 1900, fu la Giulietta la seconda Alfa a vestire la divisa della Polizia di Stato, in particolare nella versione 1300. Lanciata nel 1954 e dotata di motore a benzina da 1,3 litri, erogava 54 cavalli di potenza massima. Nella sua carriera, la Giulietta venne usata principalmente per incarichi istituzionali e dalla Polizia Stradale. Bench&eacute; meno potente e veloce della 1900, infatti, la Giulietta riusciva a dare sfoggio di elevate doti di agilit&agrave; che la rendevano adatta a numerosi utilizzi. A contraddistinguere molti degli esemplari di questo modello &egrave; la carrozzeria in colore rosso amaranto in uso in quegli anni dalla Polizia. <a href="https://www.auto.it/annunci/search?makemodel=Alfa-Romeo">Alfa Romeo, scopri tutti i modelli sul mercato dell'usato</a> <div style="page-break-after: always">&nbsp;</div> <h2>Alfa Romeo Giulia</h2> Iconica e inconfondibile con la sua livrea grigio-verde, l'Alfa Romeo Giulia subentr&ograve; alla Giulietta diventando una delle vetture pi&ugrave; riconoscibili mai avute in dotazione dalle forze dell'ordine italiane. Una popolarit&agrave; dovuta anche alle tante partecipazioni nei film dell'epoca. Utilizzata negli anni '60 e '70, la Giulia venne utilizzata in particolare nella versione Super 1600, dotata di motore a benzina da 1,6 litri e 98 cavalli di potenza massima. Tanti i ruoli ricoperti da questo modello, dai servizi di pronto intervento alle mansioni per la Polizia Stradale. Tra le vari versioni della Giulia che hanno prestato servizio, anche la Promiscua dotata di carrozzeria giardinetta, e la Specializzata, dotata invece di una semiblindatura. <div style="page-break-after: always">&nbsp;</div> <h2>Alfa Romeo 2600 Sprint</h2> Non solo berline: oltre alle tradizionali vetture a quattro porte, Alfa Romeo ha fornito alla Polizia di Stato anche una coup&eacute; sportiva, la 2600 Sprint. Un modello a elevate prestazioni che ha svolto servizi di pronto intervento e di polizia stradale. Equipaggiata con un motore a 6 cilindri in linea da 2,6 litri, era una delle vetture pi&ugrave; potenti e veloci mai adottate dalle forze dell'ordine italiane con i suoi 145 cavalli e 200 km/h di velocit&agrave; massima. <div style="page-break-after: always">&nbsp;</div> <h2>Alfa Romeo Alfetta</h2> Negli anni '70, la Giulia venne affiancata da un modello di maggiori dimensioni e dotato di un motore pi&ugrave; potente: l'Alfetta. Quest'ultima era infatti equipaggiata con propulsori sempre a 4 cilindri, ma con cilindrate fino a 2 litri e con potenze che raggiungevano i 125 cavalli. Arruolata in un grande numero di esemplari, alcuni furono anche dotati di blindatura. <div style="page-break-after: always">&nbsp;</div> <h2>Alfa Romeo Giulietta seconda serie</h2> Dopo la Giulia, riecco la Giulietta. Cos&igrave; come l'antenata degli anni '50, anche la berlina prodotta dal 1977 si prest&ograve; a indossare la divisa della Polizia di Stato. Utilizzata soprattutto nelle varianti con motori 1600 e 1800, rispettivamente con potenza di 109 e 122 cavalli, con velocit&agrave; massima fino a 180 km/h. La Giulietta venne sfruttata sia come &ldquo;auto civetta&rdquo; che come volante, prima tra le Alfa a sfoggiare la classica livrea azzurra e bianca tuttora in uso dalle auto della Polizia di Stato. <a href="https://www.auto.it/annunci/search?makemodel=Alfa-Romeo">Alfa Romeo, scopri tutti i modelli sul mercato dell'usato</a> <div style="page-break-after: always">&nbsp;</div> <h2>Alfa Romeo Alfasud</h2> Prodotta dal '72 all'84, L'Alfa Romeo Alfasud &egrave; uno dei modelli di maggior successo realizzati dalla Casa del Biscione in quel periodo, con una produzione che, nell'arco della carriera della vettura, totalizz&ograve; circa un milione di unit&agrave;. L'Alfasud venne impiegata anche dalla Polizia, seppure per&ograve; in piccoli numeri, e solo con unit&agrave; appartenenti alla terza serie (quella che abbandonava i fari tondi in favore di quelli dal design squadrato). La vettura era dotata di motori boxer, con potenza fino a 84 cavalli. Venne utilizzata principalmente nel servizio di volante e presso i commissariati. <div style="page-break-after: always">&nbsp;</div> <h2>Alfa Romeo 33</h2> Il posto dell'Alfasud fu preso dalla 33, lanciata nel 1983. A differenza della vettura che l'aveva preceduta, venne arruolata poco dopo il suo debutto, gi&agrave; nell'84. Inizialmente dotata di unit&agrave; da 1,5 litri (sempre boxer), &egrave; arrivata poi nelle versioni 1.7 Quadrifoglio Verde e 1.7 i.e., con 115 cavalli di potenza e una velocit&agrave; di punta che raggiungeva i 195 km/h. Apprezzata per la potenza e l'agilit&agrave;, che la rendevano adatta a molteplici usi, la 33 &egrave; rimasta in servizio fino ai primi anni '90. <div style="page-break-after: always">&nbsp;</div> <h2>Alfa Romeo 155</h2> Dopo la 33 arriv&ograve; poi la 155, prima berlina Alfa della sua fascia a nascere sotto la nuova gestione del Gruppo Fiat, nonch&eacute; prima ad adottare la trazione anteriore. La 155 &egrave; stata una delle vetture maggiormente usate dalla Polizia di Stato negli anni '90, con oltre 5mila esemplari consegnati dalla Casa del Biscione. Le auto furono impiegate sia come volante che come &ldquo;auto civetta&rdquo; con colori civili. Le Alfa Romeo 155 arruolate erano dotate del motore 1.8 a benzina, che erogava fino a 140 cavalli. <a href="https://www.auto.it/annunci/search?makemodel=Alfa-Romeo">Alfa Romeo, scopri tutti i modelli sul mercato dell'usato</a> <div style="page-break-after: always">&nbsp;</div> <h2>Alfa Romeo 156</h2> La 155 &egrave; stata poi sostituita dalla pi&ugrave; moderna 156, che ne evolveva i concetti di berlina tradizionale con trazione anteriore e motore a quattro cilindri in linea, anche se per determinati servizi vennero utilizzati anche esemplari dotati di unit&agrave; V6 da 2,5 litri. Queste ultime erogavano 192 cavalli, ed erano in grado di raggiungere una velocit&agrave; di punta di 230 chilometri orari. Oltre alle normali versioni berlina, vennero adottati anche numerosi esemplari con carrozzeria station wagon, sfruttate in particolare dalla Polizia Autostradale. <div style="page-break-after: always">&nbsp;</div> <h2>Alfa Romeo 159</h2> Ulteriore passo in avanti &egrave; stata poi la 159, prima berlina del brand del Biscione lanciata nel nuovo millennio, e che viene utilizzata tuttora dalla Polizia di Stato in diverse aree d'Italia. La 159 &egrave; stata adottata in diverse versioni, in particolare Diesel 1.9 JTDm e soprattutto 2.4 JTDm, queste ultime con motore a 5 cilindri in linea con 200 cavalli di potenza e 228 km/h di velocit&agrave; massima. A queste si aggiungono anche alcune unit&agrave; in versione a trazione integrale Q4. Ma alcuni esemplari pi&ugrave; recenti sono equipaggiati con il 4 cilindri a benzina 1750 Tbi, sempre da 200 cv. Come per la 156, anche la 159 &egrave; stata arruolata anche nella sua versione Sportwagon, destinata alla Stradale. <div style="page-break-after: always">&nbsp;</div> <h2>Alfa Romeo Giulietta</h2> Arrivando ormai quasi ai giorni nostri, la Polizia ha adottato anche la Giulietta, pi&ugrave; piccola della 159 ed erede indiretta di modelli che avevano prestato servizio come l'Alfasud e la 33. La 5 porte del Biscione lanciata nel 2010 ha assolto diversi compiti, soprattutto presso i Reparti di Prevenzione Crimine e nei commissariati. La maggior parte delle Giulietta in divisa &egrave; equipaggiata con unit&agrave; Diesel, 1.6 JDTm da 120 cavalli e, successivamente, 2.0 JDTm da 150 cv. Il modello &egrave; tuttora in servizio in molte aree del Paese. <div style="page-break-after: always">&nbsp;</div> <h2>Alfa Romeo Giulia</h2> Ultima in ordine di tempo ad aggiungersi alla lunga lista di Alfa Romeo &ldquo;in divisa&rdquo;, al nuova Giulia rappresenta uno dei modelli pi&ugrave; potenti e veloci attualmente in dotazione alla Polizia di Stato (salvo ovviamente vetture presenti in serie estremamente limitata come le Lamborghini Hurac&aacute;n). Gli esemplari affidati agli agenti sono infatti dotati del motore a benzina 4 cilindri turbo da 2 litri, che eroga 200 cavalli e 330 Nm di coppia massima, sufficienti a raggiungere 235 km/h di velocit&agrave; massima e di accelerare da 0 a 100 orari in 6,7 secondi. Equipaggiate con il cambio automatico a 8 rapporti e dotate della trazione posteriore, le Giulia sono assegnati a compiti di controllo del territorio, in particolare al servizio degli Uffici prevenzione generale e soccorso pubblico (UPGSP).

        Con l'entrata in servizio di 450 nuove Giulia, si rinnova ancora una volta il binomio tra Polizia di Stato e Alfa Romeo. Un sodalizio di lunghissima data, che nel corso dei decenni ha visto numerosi modelli del Biscione vestire la divisa andando a ricoprire il ruolo di &ldquo;Pantere&rdquo;. Definizione, quest'ultima, nata proprio con un modello della Casa lombarda. Nel corso degli anni, le auto della Polizia marchiate Alfa sono entrate a far parte dell'immaginario collettivo, diventando spesso anche protagoniste di film memorabili con le loro livree inconfondibili e design unici. Dalla 1900 degli anni '50 fino alla moderna Giulia 2.0 turbo, ecco tutti i modelli Alfa Romeo che hanno prestato servizio presso la Polizia di Stato negli ultimi 70 anni. Auto della Polizia: le pi&ugrave; "cattive" e potenti al mondo &nbsp; Alfa Romeo 1900  La lunga storia del sodalizio tra Alfa Romeo e la Polizia di Stato parte nel 1952, quando venne adottata la 1900. Prima vettura della Casa lombarda costruita con criteri industriali, costituiva una vera e propria svolta per il Biscione, anche dal punto di vista delle prestazioni. Dotata, come suggerito dal nome, di un motore a benzina da 1,9 litri, erogava 91 cavalli, saliti a quota 115 nella versione Super TI Speciale, anch'essa arruolata dalla Polizia alcuni anni dopo. Una potenza sufficiente a garantire una velocit&agrave; massima di 180 km/h e permettere agli agenti di portare a termine le loro operazioni agevolmente. Arruolata nell'iconica Squadra Mobile (la stessa che, qualche anno dopo, avrebbe visto tra le sue fila anche la Ferrari 250 GTE 2+2 di Armando Spatafora) l'Alfa Romeo 1900 fu la prima vettura in dotazione alla Polizia di Stato a guadagnarsi l'appellativo di Pantera. &nbsp; Alfa Romeo Giulietta  Dopo la 1900, fu la Giulietta la seconda Alfa a vestire la divisa della Polizia di Stato, in particolare nella versione 1300. Lanciata nel 1954 e dotata di motore a benzina da 1,3 litri, erogava 54 cavalli di potenza massima. Nella sua carriera, la Giulietta venne usata principalmente per incarichi istituzionali e dalla Polizia Stradale. Bench&eacute; meno potente e veloce della 1900, infatti, la Giulietta riusciva a dare sfoggio di elevate doti di agilit&agrave; che la rendevano adatta a numerosi utilizzi. A contraddistinguere molti degli esemplari di questo modello &egrave; la carrozzeria in colore rosso amaranto in uso in quegli anni dalla Polizia. Alfa Romeo, scopri tutti i modelli sul mercato dell'usato &nbsp; Alfa Romeo Giulia  Iconica e inconfondibile con la sua livrea grigio-verde, l'Alfa Romeo Giulia subentr&ograve; alla Giulietta diventando una delle vetture pi&ugrave; riconoscibili mai avute in dotazione dalle forze dell'ordine italiane. Una popolarit&agrave; dovuta anche alle tante partecipazioni nei film dell'epoca. Utilizzata negli anni '60 e '70, la Giulia venne utilizzata in particolare nella versione Super 1600, dotata di motore a benzina da 1,6 litri e 98 cavalli di potenza massima. Tanti i ruoli ricoperti da questo modello, dai servizi di pronto intervento alle mansioni per la Polizia Stradale. Tra le vari versioni della Giulia che hanno prestato servizio, anche la Promiscua dotata di carrozzeria giardinetta, e la Specializzata, dotata invece di una semiblindatura. &nbsp; Alfa Romeo 2600 Sprint  Non solo berline: oltre alle tradizionali vetture a quattro porte, Alfa Romeo ha fornito alla Polizia di Stato anche una coup&eacute; sportiva, la 2600 Sprint. Un modello a elevate prestazioni che ha svolto servizi di pronto intervento e di polizia stradale. Equipaggiata con un motore a 6 cilindri in linea da 2,6 litri, era una delle vetture pi&ugrave; potenti e veloci mai adottate dalle forze dell'ordine italiane con i suoi 145 cavalli e 200 km/h di velocit&agrave; massima.  &nbsp; Alfa Romeo Alfetta  Negli anni '70, la Giulia venne affiancata da un modello di maggiori dimensioni e dotato di un motore pi&ugrave; potente: l'Alfetta. Quest'ultima era infatti equipaggiata con propulsori sempre a 4 cilindri, ma con cilindrate fino a 2 litri e con potenze che raggiungevano i 125 cavalli. Arruolata in un grande numero di esemplari, alcuni furono anche dotati di blindatura. &nbsp; Alfa Romeo Giulietta seconda serie  Dopo la Giulia, riecco la Giulietta. Cos&igrave; come l'antenata degli anni '50, anche la berlina prodotta dal 1977 si prest&ograve; a indossare la divisa della Polizia di Stato. Utilizzata soprattutto nelle varianti con motori 1600 e 1800, rispettivamente con potenza di 109 e 122 cavalli, con velocit&agrave; massima fino a 180 km/h. La Giulietta venne sfruttata sia come &ldquo;auto civetta&rdquo; che come volante, prima tra le Alfa a sfoggiare la classica livrea azzurra e bianca tuttora in uso dalle auto della Polizia di Stato. Alfa Romeo, scopri tutti i modelli sul mercato dell'usato &nbsp; Alfa Romeo Alfasud  Prodotta dal '72 all'84, L'Alfa Romeo Alfasud &egrave; uno dei modelli di maggior successo realizzati dalla Casa del Biscione in quel periodo, con una produzione che, nell'arco della carriera della vettura, totalizz&ograve; circa un milione di unit&agrave;. L'Alfasud venne impiegata anche dalla Polizia, seppure per&ograve; in piccoli numeri, e solo con unit&agrave; appartenenti alla terza serie (quella che abbandonava i fari tondi in favore di quelli dal design squadrato). La vettura era dotata di motori boxer, con potenza fino a 84 cavalli. Venne utilizzata principalmente nel servizio di volante e presso i commissariati. &nbsp; Alfa Romeo 33  Il posto dell'Alfasud fu preso dalla 33, lanciata nel 1983. A differenza della vettura che l'aveva preceduta, venne arruolata poco dopo il suo debutto, gi&agrave; nell'84. Inizialmente dotata di unit&agrave; da 1,5 litri (sempre boxer), &egrave; arrivata poi nelle versioni 1.7 Quadrifoglio Verde e 1.7 i.e., con 115 cavalli di potenza e una velocit&agrave; di punta che raggiungeva i 195 km/h. Apprezzata per la potenza e l'agilit&agrave;, che la rendevano adatta a molteplici usi, la 33 &egrave; rimasta in servizio fino ai primi anni '90. &nbsp; Alfa Romeo 155  Dopo la 33 arriv&ograve; poi la 155, prima berlina Alfa della sua fascia a nascere sotto la nuova gestione del Gruppo Fiat, nonch&eacute; prima ad adottare la trazione anteriore. La 155 &egrave; stata una delle vetture maggiormente usate dalla Polizia di Stato negli anni '90, con oltre 5mila esemplari consegnati dalla Casa del Biscione. Le auto furono impiegate sia come volante che come &ldquo;auto civetta&rdquo; con colori civili. Le Alfa Romeo 155 arruolate erano dotate del motore 1.8 a benzina, che erogava fino a 140 cavalli. Alfa Romeo, scopri tutti i modelli sul mercato dell'usato &nbsp; Alfa Romeo 156  La 155 &egrave; stata poi sostituita dalla pi&ugrave; moderna 156, che ne evolveva i concetti di berlina tradizionale con trazione anteriore e motore a quattro cilindri in linea, anche se per determinati servizi vennero utilizzati anche esemplari dotati di unit&agrave; V6 da 2,5 litri. Queste ultime erogavano 192 cavalli, ed erano in grado di raggiungere una velocit&agrave; di punta di 230 chilometri orari. Oltre alle normali versioni berlina, vennero adottati anche numerosi esemplari con carrozzeria station wagon, sfruttate in particolare dalla Polizia Autostradale. &nbsp; Alfa Romeo 159  Ulteriore passo in avanti &egrave; stata poi la 159, prima berlina del brand del Biscione lanciata nel nuovo millennio, e che viene utilizzata tuttora dalla Polizia di Stato in diverse aree d'Italia. La 159 &egrave; stata adottata in diverse versioni, in particolare Diesel 1.9 JTDm e soprattutto 2.4 JTDm, queste ultime con motore a 5 cilindri in linea con 200 cavalli di potenza e 228 km/h di velocit&agrave; massima. A queste si aggiungono anche alcune unit&agrave; in versione a trazione integrale Q4. Ma alcuni esemplari pi&ugrave; recenti sono equipaggiati con il 4 cilindri a benzina 1750 Tbi, sempre da 200 cv. Come per la 156, anche la 159 &egrave; stata arruolata anche nella sua versione Sportwagon, destinata alla Stradale.  &nbsp; Alfa Romeo Giulietta  Arrivando ormai quasi ai giorni nostri, la Polizia ha adottato anche la Giulietta, pi&ugrave; piccola della 159 ed erede indiretta di modelli che avevano prestato servizio come l'Alfasud e la 33. La 5 porte del Biscione lanciata nel 2010 ha assolto diversi compiti, soprattutto presso i Reparti di Prevenzione Crimine e nei commissariati. La maggior parte delle Giulietta in divisa &egrave; equipaggiata con unit&agrave; Diesel, 1.6 JDTm da 120 cavalli e, successivamente, 2.0 JDTm da 150 cv. Il modello &egrave; tuttora in servizio in molte aree del Paese. &nbsp; Alfa Romeo Giulia  Ultima in ordine di tempo ad aggiungersi alla lunga lista di Alfa Romeo &ldquo;in divisa&rdquo;, al nuova Giulia rappresenta uno dei modelli pi&ugrave; potenti e veloci attualmente in dotazione alla Polizia di Stato (salvo ovviamente vetture presenti in serie estremamente limitata come le Lamborghini Hurac&aacute;n). Gli esemplari affidati agli agenti sono infatti dotati del motore a benzina 4 cilindri turbo da 2 litri, che eroga 200 cavalli e 330 Nm di coppia massima, sufficienti a raggiungere 235 km/h di velocit&agrave; massima e di accelerare da 0 a 100 orari in 6,7 secondi. Equipaggiate con il cambio automatico a 8 rapporti e dotate della trazione posteriore, le Giulia sono assegnati a compiti di controllo del territorio, in particolare al servizio degli Uffici prevenzione generale e soccorso pubblico (UPGSP).       

Da settant'anni i modelli Alfa Romeo prestano servizio presso la Polizia di Stato: ecco tutti i modelli del Biscione che hanno vestito la divisa

Giulia e le altre: tutte le Alfa Romeo della Polizia di Stato

Alfa Romeo, Giulia, la Polizia di Stato e le pantere, un poker storico nell'immaginario degli italiani. Le nuove Giulia arrivano nella classica livrea bianco-azzurra, che &egrave; in dotazione sin dall&rsquo;inizio degli anni Ottanta con l&rsquo;esordio su Alfa Romeo 33, per proseguire con 75, 155, 156, 159 e Giulietta. Potrebbe interessarti: <a href="https://www.auto.it/news/edicola/2022/07/15-5560410/sul_circuito_di_test_di_auto_emozioni_allo_stato_puro_con_la_giulia_gtam">emozioni in pista a Balocco con Giulia GTAm</a> Sono state assegnate 450 Giulia agli Uffici prevenzione generale e soccorso pubblico (UPGSP) &egrave; destinata a svolgere il servizio di volante e garantir&agrave; il controllo del territorio nelle province. Entro la fine dell&rsquo;anno arricchiranno il parco auto delle questure italiane, entrando a far parte della famiglia delle &ldquo;pantere". Le vetture sono dotate del motore 2.0 turbo da 200 cavalli con cambio automatico a 8 rapporti e trazione posteriore. <h2>Raffaele Russo, Country Manager di Alfa Romeo in Italia, ha dichiarato</h2> &ldquo;La fornitura di Giulia rientra nella tradizione delle berline sportive Alfa Romeo al servizio delle Forze dell&rsquo;Ordine. Dagli anni Cinquanta le vetture pi&ugrave; veloci e sicure su pista e su strada si dimostrano perfette per servire lo Stato e i cittadini. Nella storia, tutti i nostri modelli pi&ugrave; significativi sono stati arruolati&rdquo;. Potrebbe interessarti: <a href="https://www.auto.it/annunci/search?makemodel=Alfa-Romeo%2CGiulia&amp;type=Usato">le migliori Alfa Romeo Giulia</a>

        Alfa Romeo, Giulia, la Polizia di Stato e le pantere, un poker storico nell'immaginario degli italiani. Le nuove Giulia arrivano nella classica livrea bianco-azzurra, che &egrave; in dotazione sin dall&rsquo;inizio degli anni Ottanta con l&rsquo;esordio su Alfa Romeo 33, per proseguire con 75, 155, 156, 159 e Giulietta. Potrebbe interessarti: emozioni in pista a Balocco con Giulia GTAm Sono state assegnate 450 Giulia agli Uffici prevenzione generale e soccorso pubblico (UPGSP) &egrave; destinata a svolgere il servizio di volante e garantir&agrave; il controllo del territorio nelle province. Entro la fine dell&rsquo;anno arricchiranno il parco auto delle questure italiane, entrando a far parte della famiglia delle &ldquo;pantere". Le vetture sono dotate del motore 2.0 turbo da 200 cavalli con cambio automatico a 8 rapporti e trazione posteriore. Raffaele Russo, Country Manager di Alfa Romeo in Italia, ha dichiarato &ldquo;La fornitura di Giulia rientra nella tradizione delle berline sportive Alfa Romeo al servizio delle Forze dell&rsquo;Ordine. Dagli anni Cinquanta le vetture pi&ugrave; veloci e sicure su pista e su strada si dimostrano perfette per servire lo Stato e i cittadini. Nella storia, tutti i nostri modelli pi&ugrave; significativi sono stati arruolati&rdquo;. Potrebbe interessarti: le migliori Alfa Romeo Giulia        

Versione 2.0 turbo da 200 cavalli con cambio automatico a 8 rapporti e trazione posteriore

Alfa Romeo Giulia, 450 pantere per la Polizia

&ldquo;L&#39;inizio di una nuova era <a href="https://www.auto.it/marche/alfa-romeo/modelli">Alfa Romeo</a>&rdquo;: cos&igrave; si presenta la <a href="https://www.auto.it/marche/alfa-romeo/modelli/tonale">Tonale</a> sul sito web ufficiale del Gruppo. E va detto che i passi tecnologici mossi da Alfa Romeo su quest&rsquo;auto lasciano pensare che stavolta non si tratti solo di frasi ad effetto dettate del marketing. A partire proprio dagli NFT (Non-Fungible Token): quasi la parola &ldquo;d&rsquo;oro&rdquo; della tecnologia in questo 2022; un modo, una firma, una tecnologia, basata su blockchain, in grado di certi care l&rsquo;autenticita? e la veridicita? di informazioni digitali. <a href="https://www.auto.it/news/anteprime/2022/08/17-5634294/dodge_hornet_ecco_la_sorella_americana_dell_alfa_romeo_tonale">Dodge Hornet, ecco la sorella americana dell&#39;Alfa Romeo Tonale</a> <h2>Alfa Tonale, garantita da NFT</h2> Fino ad oggi gli NFT sono stati utilizzati per creare, e vendere, opere d&rsquo;arte digitali quindi uniche e irriproducibili. Alfa Romeo invece ha avuto la geniale idea di mettere gli NFT a &ldquo;sigillo&rdquo; dei dati della propria Tonale. Un modo per garantire e certi carne la storia e la vita, chilometri percorsi, eventi e manutenzioni, in maniera precisa ed incontestabile. Un altro grande salto in avanti la Tonale lo compie nell&rsquo;infotainment: dal punto di vista dei sistemi digitali di bordo la nuova Alfa offre tutta la dotazione &ldquo;standard&rdquo; di un veicolo di classe elevata e di ultima generazione&hellip; Leggi l&#39;approfondimento completo sulla tecnologia dell&#39;Alfa Romeo Tonale sul nuovo numero di Auto. <a href="https://registrazione.contieditore.it/members/login?bu=https%3A%2F%2Fauto-ed.contieditore.it">Clicca qui per l&#39;edizione digitale!</a>

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NFT, Alexa e infotainment: l&#39;approfondimento sulla tecnologia del nuovo Suv del Biscione &egrave; sul nuovo numero di Auto in edicola dal 15 settembre

Alfa Romeo Tonale, il focus sulla tecnologia sul nuovo numero di Auto

Meno di 20 chilometri separano Arese, sede storica di <a href="https://www.auto.it/marche/alfa-romeo/modelli">Alfa Romeo</a>, dall'Autodromo Nazionale di Monza. Un rapporto strettissimo, quello tra la Casa del Biscione e lo storico circuito brianzolo, che oltre alla collocazione geografica condividono anche una storia lunghissima. Proprio per celebrare i 100 anni del circuito, costruito nel 1922, Alfa Romeo ha deciso di organizzare una serie di eventi che metteranno al centro le auto del Biscione nel fine settimana del gran premio d'Italia di F1. Attese numerose vetture della Casa milanese, tra cui ben 100 Giulia GTA e 112 vetture storiche di ogni epoca realizzate da Alfa. Ma ci sar&agrave; anche una livrea speciale per le monoposto del team Alfa Romeo Orlen che verranno portate in pista da Valtteri Bottas e Guanyu Zhou. <a href="https://www.auto.it/foto/prove/2022/08/04-5612662/alfa_romeo_tonale_la_pagella_promossa_o_bocciata_">Alfa Romeo Tonale, la pagella: promossa o bocciata?</a> <h2>Due sfilate per Monza e Milano</h2> I Tribe Days di Alfa Romeo &ndash; cos&igrave; sono state chiamate le giornate dedicate al Marchio &ndash; avranno luogo sabato 10 e domenica 11 settembre, tra Monza e Milano, e vedranno protagonisti alcuni dei modelli pi&ugrave; iconici della Casa del Biscione. Il primo appuntamento &egrave; fissato per sabato pomeriggio, quando le 112 vetture dei collezionisti Alfa Romeo sfileranno sul tracciato dell'Autodromo Nazionale di Monza. Poi domenica si ripartir&agrave; con le 112 Alfa storiche accompagnate dalle 100 Giulia GTA (delle 500 realizzate) in un percorso che toccher&agrave; alcuni dei luoghi pi&ugrave; iconici e affascinanti della citt&agrave; di Milano: partenza dal Museo di Arese, per poi raggiungere piazza del Castello Sforzesco, piazza Duomo, piazza Della Scala e fino a Stazione Centrale. Con una tappa iconica come la zona del Portello, dove sorgeva la prima fabbrica di Alfa Romeo, e che oggi ospita il flagship store del Biscione. Per chi poi vorr&agrave; assistere al gran premio d'Italia sostenendo il team Alfa Romeo Orlen, sar&agrave; possibile farlo in un'area dedicata nella tribuna Ascari e Biassono. Al Museo di Arese, nella sala Giulia, verr&agrave; inoltre allestito un maxischermo attraverso il quale sar&agrave; possibile seguire le qualifiche e il GP. E sia sabato che domenica, alle 17, tutti i possessori di Alfa Romeo, indipendentemente dal modello, potranno sfilare sul circuito interno del Museo. <h2>Livrea speciale per l'Alfa Romeo di F1</h2> Anche le monoposto di Valtteri Bottas e Guanyu Zhou saranno modificate ad hoc per celebrare l'anniversario di Monza e la storia della Casa milanese, con una livrea speciale realizzata dai designer Alfa Romeo. In particolare, verr&agrave; dato maggiore risalto agli elementi grafici iconici di Alfa, come il Biscione, mentre sul musetto della C42 trover&agrave; spazio il logo storico. Alfa Romeo, del resto, a Monza ha ottenuto alcuni dei suoi pi&ugrave; rilevanti successi sportivi. A partire dalla conquista del primo Titolo Mondiale di Formula 1, nel 1950, con le Alfetta 158. Mentre nel 1965, in occasione della 1.000 km di Monza fece il suo debutto la Giulia GTA, che vinse quattro edizioni consecutive della 4 Ore del circuito brianzolo. <a href="https://www.auto.it/foto/prove/2022/07/27-5592727/alfa_romeo_il_confronto_generazionale_tra_gtam_e_gta">Alfa Romeo: il confronto generazionale tra GTAm e GTA</a>

        Meno di 20 chilometri separano Arese, sede storica di Alfa Romeo, dall'Autodromo Nazionale di Monza. Un rapporto strettissimo, quello tra la Casa del Biscione e lo storico circuito brianzolo, che oltre alla collocazione geografica condividono anche una storia lunghissima. Proprio per celebrare i 100 anni del circuito, costruito nel 1922, Alfa Romeo ha deciso di organizzare una serie di eventi che metteranno al centro le auto del Biscione nel fine settimana del gran premio d'Italia di F1. Attese numerose vetture della Casa milanese, tra cui ben 100 Giulia GTA e 112 vetture storiche di ogni epoca realizzate da Alfa. Ma ci sar&agrave; anche una livrea speciale per le monoposto del team Alfa Romeo Orlen che verranno portate in pista da Valtteri Bottas e Guanyu Zhou. Alfa Romeo Tonale, la pagella: promossa o bocciata? Due sfilate per Monza e Milano I Tribe Days di Alfa Romeo &ndash; cos&igrave; sono state chiamate le giornate dedicate al Marchio &ndash; avranno luogo sabato 10 e domenica 11 settembre, tra Monza e Milano, e vedranno protagonisti alcuni dei modelli pi&ugrave; iconici della Casa del Biscione. Il primo appuntamento &egrave; fissato per sabato pomeriggio, quando le 112 vetture dei collezionisti Alfa Romeo sfileranno sul tracciato dell'Autodromo Nazionale di Monza. Poi domenica si ripartir&agrave; con le 112 Alfa storiche accompagnate dalle 100 Giulia GTA (delle 500 realizzate) in un percorso che toccher&agrave; alcuni dei luoghi pi&ugrave; iconici e affascinanti della citt&agrave; di Milano: partenza dal Museo di Arese, per poi raggiungere piazza del Castello Sforzesco, piazza Duomo, piazza Della Scala e fino a Stazione Centrale. Con una tappa iconica come la zona del Portello, dove sorgeva la prima fabbrica di Alfa Romeo, e che oggi ospita il flagship store del Biscione. Per chi poi vorr&agrave; assistere al gran premio d'Italia sostenendo il team Alfa Romeo Orlen, sar&agrave; possibile farlo in un'area dedicata nella tribuna Ascari e Biassono. Al Museo di Arese, nella sala Giulia, verr&agrave; inoltre allestito un maxischermo attraverso il quale sar&agrave; possibile seguire le qualifiche e il GP. E sia sabato che domenica, alle 17, tutti i possessori di Alfa Romeo, indipendentemente dal modello, potranno sfilare sul circuito interno del Museo. Livrea speciale per l'Alfa Romeo di F1 Anche le monoposto di Valtteri Bottas e Guanyu Zhou saranno modificate ad hoc per celebrare l'anniversario di Monza e la storia della Casa milanese, con una livrea speciale realizzata dai designer Alfa Romeo. In particolare, verr&agrave; dato maggiore risalto agli elementi grafici iconici di Alfa, come il Biscione, mentre sul musetto della C42 trover&agrave; spazio il logo storico. Alfa Romeo, del resto, a Monza ha ottenuto alcuni dei suoi pi&ugrave; rilevanti successi sportivi. A partire dalla conquista del primo Titolo Mondiale di Formula 1, nel 1950, con le Alfetta 158. Mentre nel 1965, in occasione della 1.000 km di Monza fece il suo debutto la Giulia GTA, che vinse quattro edizioni consecutive della 4 Ore del circuito brianzolo. Alfa Romeo: il confronto generazionale tra GTAm e GTA       

L'appuntamento &egrave; per il week end del 10 e 11 settembre, in occasione del GP d'Italia di Formula 1

Alfa Romeo, a Monza per celebrare i 100 anni dell'Autodromo

Lanciata nel 2005 per affiancare la GT, l'<a href="https://www.auto.it/marche/abarth/modelli">Alfa Romeo</a> Brera si proponeva come una coup&eacute; di taglia media, derivata dalla berlina 159, con un design derivato dall'omonima concept car di Giugiaro. Dotata di motori a 5 cilindri Diesel, e benzina 4 cilindri e V6, era penalizzata da un peso piuttosto elevato, che per&ograve; non le impediva di sfoggiare ottime prestazioni. Sul numero di maggio 2006 abbiamo messo alla prova Brera in versione 3.2 V6 con trazione integrale Q4 e pacchetto Sky Window: ecco il nostro test nostalgia: La linea toglie il fiato, ma la Brera nella sua versione top, con motore 3.2 e trazione integrale nei nostri rilevamenti non mantiene certe promesse: accelera in 6&rdquo;54, per&ograve; i cavalli e la grande motricit&agrave; della trazione 4x4 vengono penalizzati dai rapporti lunghi e dal peso eccessivo. <h2>Brera, un'Alfa da far girare la testa</h2> &Egrave; proprio come una bella donna, una di quelle che fanno girar la testa. E infatti si girano tutti a guardarla, per la strada. Niente da dire, con la Brera Giugiaro ha colto in pieno nel segno. Realizzando una coup&eacute; la cui immagine &egrave; degna in tutto e per tutto delle sportive Alfa Romeo dei tempi d&rsquo;oro. Il che non significa essersi abbandonati a un&rsquo;operazione retro, anzi: al di l&agrave; di qualche citazione marginale (vedi il piccolo cristallo laterale posteriore, chiaro richiamo alla Giulietta Sprint) la linea &egrave; assolutamente originale, oltre che innovativa gi&agrave; nelle proporzioni. Che restano fedeli ai concetti classici delle sportive solo nell&rsquo;accoppiata fra muso lungo e coda corta. Ma non certo, per esempio, in un rapporto decisamente inusuale fra la particolare generosit&agrave; degli sbalzi e la dimensione relativamente ridotta del passo. Il frontale sconta in modo piuttosto evidente la parentela con la 159 (la differenza e? soltanto nel taglio delle prese d&rsquo;aria, nella fascia paraurti e nello scudetto che nella 159 lambisce lo spoiler inferiore, nella Brera no) mentre la coda brilla per l&rsquo;aggressivit&agrave; offerta dalle forme avvolgenti e, soprattutto, dalle possenti spalle, oltre che per la spinta in avanti assicurata dall&rsquo;angolazione del lunotto. In basso, spiccano quattro bei terminali di scarico, che peraltro rappresentano una delle poche esibizioni di muscoli, in un insieme che privilegia invece linee dinamiche. Ne esce un&rsquo;immagine intrigante e appariscente, di quelle capaci di spezzare pi&ugrave; di un cuore. Un&rsquo;immagine di fronte alla quale, proprio come accade con le belle donne, si &egrave; disposti a passar sopra a tante cose: anche ad accettare un comportamento un po&rsquo;... eccentrico, come vedremo pi&ugrave; avanti. E soprattutto, si &egrave; capaci di metter mano al portafoglio con una frequenza e una generosit&agrave; insospettate. Gi&agrave; dall&rsquo;acquisto, naturalmente, soprattutto se si decide di non scendere a compromessi e ci si indirizza verso l&rsquo;equipaggiamento di vertice: con il motore sei clindri 3200, la trazione integrale e l&rsquo;allestimento SkyWindow la Brera parte gi&agrave; da una cifra impegnativa, vicina ai 44mila euro. E come dimostra l&rsquo;esemplare in prova, bastano un paio di optional &ldquo;pesanti&rdquo; quali il raffinato interno in pelle Frau e il navigatore satellitare, per portare il prezzo oltre la pericolosa soglia dei 50mila euro. <a href="https://www.auto.it/news/tuning/2022/08/09-5623568/hanno_messo_il_frontale_della_giulia_sull_alfa_romeo_brera">Hanno messo il frontale della Giulia sull'Alfa Romeo Brera</a> <div style="page-break-after: always">&nbsp;</div> Si tratta di una coup&eacute; per pochi, insomma, e lo conferma una pianificazione che parla di sole 13mila unit&agrave; all&rsquo;anno: tante ne dovrebbe sfornare la carrozzeria Pininfarina, alla quale e? stato affidato l&rsquo;assemblaggio della Brera. Del resto, pur nella comunanza progettuale con la famiglia 159, la coup&eacute; Alfa fa sfoggio di parecchie soluzioni originali, a partire dal tetto denominato SkyWindow, con il cristallo che parte dall&rsquo;attacco del parabrezza e si estende per gran parte del cielo. Il tutto accompagnato, all&rsquo;interno, da una copertura scorrevole dotata di azionamento elettrico. Le porte vantano dimensioni generose, senza risultare drammaticamente pesanti. Presentano cristalli senza cornice con chiusura motorizzata per il rientro a contatto con la guarnizione, secondo una soluzione ormai generalizzata sulle coup&eacute;. Infine, per quanto prettamente dettato da esigenze stilistiche, il disegno della coda non va a sacrificare un vano di carico che, al contrario, si rivela sorprendentemente generoso e funzionale. Certo la soglia di accesso &egrave; decisamente alta, ma il vano offre spazi pi&ugrave; che sufficienti per due borsoni, oltre a una versatilit&agrave; non comune sulle sportive: schienali posteriori ribaltabili, vano passante, copertura del piano ripiegabile, suddivisa in tre elementi. E, sotto, una vasca capace di ospitare la ruota di scorta, qualora non si ritenga sufficiente il kit di riparazione previsto di serie. <h2>Tanto spazio sulla Brera, ma solo per chi sta davanti</h2> Le dimensioni generali farebbero sperare in un abitacolo generoso. E invece va detto subito che i due posti posteriori devono essere considerati puramente teorici: per la modesta estensione in altezza ma soprattutto per lo spazio a disposizione delle gambe, ridotto al punto da divenire quasi nullo se si arretrano i sedili anteriori. Per giunta, la conformazione del tunnel &egrave; tale da impedire la tipica collocazione di fortuna cui si ricorre in casi analoghi, sistemando le gambe di traverso. Davanti invece si pu&ograve; contare su due poltrone generose nelle dimensioni e nelle regolazioni, efficaci nel contenimento oltre che originali nella forma, con i poggiatesta integrati agli schienali. L&rsquo;unico appunto riguarda la difficolta? di recuperare la cintura di sicurezza: un passante sulla spalliera non ci starebbe male. La plancia &egrave; comune alla 159, compreso il piacevole rivestimento imbottito, in poliuretano schiumato. Cambiano i profili di decorazione in (vero) alluminio spazzolato: detto materiale &egrave; utilizzato anche per i maniglioni sui pannelli porta, il cui rivestimento riprende la pelle utilizzata nella selleria. Sempre in pelle il rivestimento del volante e del pomello cambio. Specifica della Brera &egrave; anche la grafica della strumentazione, con i quadranti principali illuminati in bianco, a contrastare con l&rsquo;abituale rosso di casa Alfa Romeo che si ritrova invece negli altri elementi, a partire dal display centrale. In rosso &egrave; anche l&rsquo;illuminazione soffusa assicurata dai diodi collocati nella plafoniera, che ospita pure i pulsanti di regolazione della tendina scorrevole che accompagna il tetto in cristallo. Come sulla 159, i vani portaoggetti sono pochi e di dimensioni ridotte, comprese le tasche nelle porte e il cassetto nella plancia. In pratica, il solo a offrire una capienza decorosa e? il pozzetto (chiuso) collocato fra i due sedili. Il corredo di serie comprende il climatizzatore automatico a canali separati, mentre resta a richiesta il navigatore satellitare, integrato all&rsquo;impianto hi-fi: assieme, i due sistemi occupano per intero la colonna centrale, sotto i tre quadranti supplementari (dedicati a livello carburante, temperatura acqua e olio) accanto ai quali &egrave; collocato il pulsante di avviamento. <a href="https://www.auto.it/annunci/alfa-romeo">Alfa Romeo, tutte le offerte sul mercato dell'usato</a> <div style="page-break-after: always">&nbsp;</div> Relativamente, ma non proprio rasoterra, la posizione di guida beneficia di validi ancoraggi per le gambe, soprattutto la destra. Pi&ugrave; del lieve disassamento della pedaliera, infastidisce quello del piantone dello sterzo, orientato verso l&rsquo;esterno. La messa in moto &egrave; accompagnata dal borbottio del sei cilindri, intenso e gradevolmente cupo sin quando si resta nell&rsquo;area dei bassi regimi. Poi, man mano che il propulsore si distende la sonorit&agrave; acquista un timbro pi&ugrave; metallico. Il che non sarebbe un problema, se la progressione che vi si accompagna fosse una di quelle che entusiasmano. E invece, per quanto pi&ugrave; dotato di coppia e potenza rispetto al classico V6 Alfa, il 3.2 della Brera manca un po&rsquo; di anima: sale di giri con una bella linearit&agrave;, ma senza regalare quella sensazione di esuberanza che ci si aspetta da un&rsquo;Alfa. Comunque, i riscontri in accelerazione sono ragguardevoli: il tempo staccato sullo 0-100 (6&rdquo;54) beneficia della motricit&agrave; garantita dalla trazione 4x4, e a dispetto della notevole massa della vettura (oltre 16 quintali) anche quello sul km da fermo e? tutt&rsquo;altro che da buttar via. <h2>L'Alfa soffre il peso</h2> Le note meno allegre, casomai, vengono in ripresa: un po&rsquo; per il peso, molto per una scelta di rapporti che verrebbe da definire sciagurata: a che serve una terza da quasi 170 orari, per ritrovarsi poi con una quinta e una sesta che non finiscono mai? All&rsquo;atto pratico, il risultato &egrave; che per riprendere ritmo vigorosamente dopo i rallentamenti (e non vedere sparire lontani gli scarichi delle turbodiesel in autostrada) occorre scalare almeno un paio di marce. Inevitabile, insomma, il frequente ricorso a un cambio il cui comando vanta una buona precisione negli innesti, ma con una corsa un po&rsquo; troppo estesa della leva. Che, assieme a quella altrettanto lunga del pedale della frizione, non consente le cambiate fulminanti della guida pi&ugrave; accesa. Convince invece lo sterzo: il comando non sar&agrave; magari prontissimo ma &egrave; preciso e diretto. Una bella compagnia, insomma, che permette di gestire a dovere un comportamento in curva altrettanto preciso e gradevole, almeno sin quando non si esagera. Accompagnata da un assetto che concede qualche punto al roll&igrave;o, la Brera fa valere inserimenti sufficientemente rapidi, in cui la tendenza al sottosterzo legata alla spinta del posteriore emerge solo entrando in curva decisamente lunghi. In ogni caso, la vettura trova l&rsquo;appoggio con prontezza, e permette pure di correggere la linea dosando il gas. Anche in velocit&agrave; il comportamento resta lineare e tutt&rsquo;altro che nervoso, a dispetto di quel che potrebbe suggerire il passo corto. E le reazioni a eventuali correzioni violente vengono gestite a dovere dai controlli elettronici. Questi ultimi sono disattivabili in progressione (prima l&rsquo;Asr, poi l&rsquo;Esp) operazione peraltro poco consigliabile visto il genere di reazioni che la vettura evidenzia quando si cerca il limite: la perdita di aderenza del retrotreno avviene spesso in maniera repentina, e il sovrasterzo che ne consegue va combattuto facendo leva sulla efficacia dello sterzo. Reazioni altrettanto sorprendenti emergono nelle frenate al limite: l&rsquo;impianto si &egrave; mostrato efficace, ma la vettura &egrave; apparsa tutt&rsquo;altro che precisa nel mantenere la linea. Per altro verso, l&rsquo;assetto non esasperatamente rigido salvaguardia a dovere un comfort penalizzato soprattutto dalla rumorosit&agrave;, essenzialmente di natura aerodinamica, che accompagna la marcia in velocit&agrave;. Dolente la nota relativa ai consumi, che pagano il peso della vettura e dell&rsquo;assorbimento della trazione integrale. Ne risultano percorrenze medie nell&rsquo;ordine dei 6 km/ litro: difficile far meglio, anche guidando in maniera prettamente economica. <a href="https://www.auto.it/foto/prove/2022/08/04-5612662/alfa_romeo_tonale_la_pagella_promossa_o_bocciata_">Alfa Romeo Tonale, la pagella: promossa o bocciata?</a> <div style="page-break-after: always">&nbsp;</div> Anche se giocava in casa, visto che il tracciato &egrave; comune a quello utilizzato dalla sperimentazione Alfa Romeo, nel test di handling la Brera non ha brillato in maniera particolare. Restando fra l&rsquo;altro lontana dal riscontro cronometrico ottenuto a suo tempo dalla 147 GTA che ha rifilato alla Brera un secondo al chilometro. <h2>147 GTA batte Brera</h2> Le cause sono da ricercarsi in primo luogo nel peso della vettura e nei rapporti di trasmissione, decisamente turistici. Sicch&eacute; si finisce per perdere in allungo pi&ugrave; di quel che si guadagna nello spunto all&rsquo;uscita delle curve, grazie all&rsquo;elevata motricita? garantita dalla trazione integrale. In pi&ugrave; c&rsquo;&egrave; da mettere nel conto una certa difficolt&agrave; di gestione delle reazioni al limite, una volta disinseriti i controlli elettronici. Sincero fino a un certo punto, l&rsquo;appoggio lascia infatti spazio a perdite di aderenza repentine, con sovrasterzi anche marcati in rilascio. Cosa che permette una guida magari spettacolare, ma di certo non redditizia ai fini della velocit&agrave; di percorrenza e di uscita dalle curve. C&rsquo;&egrave; poi da aggiungere che anche nelle frenate violente ci si trova spesso a fare i conti con problemi di controllo, causa improvvise variazioni di linea riconducibili a un comportamento non lineare degli elementi elastici delle sospensioni. Anche in questo caso la gestione delle reazioni non &egrave; particolarmente critica, ma finisce per pesare sull&rsquo;efficacia di un comportamento che, in definitiva, si rivela equilibrato soltanto sin quando si rimane entro i limiti di una guida brillante s&igrave;, ma non estrema. <a href="https://www.auto.it/news/anteprime/2022/07/13-5560471/alfa_romeo_stelvio_restyling_rilancia_le_novita_2023">Alfa Romeo Stelvio restyling rilancia le novit&agrave; 2023</a>

        Lanciata nel 2005 per affiancare la GT, l'Alfa Romeo Brera si proponeva come una coup&eacute; di taglia media, derivata dalla berlina 159, con un design derivato dall'omonima concept car di Giugiaro. Dotata di motori a 5 cilindri Diesel, e benzina 4 cilindri e V6, era penalizzata da un peso piuttosto elevato, che per&ograve; non le impediva di sfoggiare ottime prestazioni. Sul numero di maggio 2006 abbiamo messo alla prova Brera in versione 3.2 V6 con trazione integrale Q4 e pacchetto Sky Window: ecco il nostro test nostalgia: La linea toglie il fiato, ma la Brera nella sua versione top, con motore 3.2 e trazione integrale nei nostri rilevamenti non mantiene certe promesse: accelera in 6&rdquo;54, per&ograve; i cavalli e la grande motricit&agrave; della trazione 4x4 vengono penalizzati dai rapporti lunghi e dal peso eccessivo. Brera, un'Alfa da far girare la testa &Egrave; proprio come una bella donna, una di quelle che fanno girar la testa. E infatti si girano tutti a guardarla, per la strada. Niente da dire, con la Brera Giugiaro ha colto in pieno nel segno. Realizzando una coup&eacute; la cui immagine &egrave; degna in tutto e per tutto delle sportive Alfa Romeo dei tempi d&rsquo;oro. Il che non significa essersi abbandonati a un&rsquo;operazione retro, anzi: al di l&agrave; di qualche citazione marginale (vedi il piccolo cristallo laterale posteriore, chiaro richiamo alla Giulietta Sprint) la linea &egrave; assolutamente originale, oltre che innovativa gi&agrave; nelle proporzioni. Che restano fedeli ai concetti classici delle sportive solo nell&rsquo;accoppiata fra muso lungo e coda corta.  Ma non certo, per esempio, in un rapporto decisamente inusuale fra la particolare generosit&agrave; degli sbalzi e la dimensione relativamente ridotta del passo. Il frontale sconta in modo piuttosto evidente la parentela con la 159 (la differenza e? soltanto nel taglio delle prese d&rsquo;aria, nella fascia paraurti e nello scudetto che nella 159 lambisce lo spoiler inferiore, nella Brera no) mentre la coda brilla per l&rsquo;aggressivit&agrave; offerta dalle forme avvolgenti e, soprattutto, dalle possenti spalle, oltre che per la spinta in avanti assicurata dall&rsquo;angolazione del lunotto. In basso, spiccano quattro bei terminali di scarico, che peraltro rappresentano una delle poche esibizioni di muscoli, in un insieme che privilegia invece linee dinamiche. Ne esce un&rsquo;immagine intrigante e appariscente, di quelle capaci di spezzare pi&ugrave; di un cuore. Un&rsquo;immagine di fronte alla quale, proprio come accade con le belle donne, si &egrave; disposti a passar sopra a tante cose: anche ad accettare un comportamento un po&rsquo;... eccentrico, come vedremo pi&ugrave; avanti. E soprattutto, si &egrave; capaci di metter mano al portafoglio con una frequenza e una generosit&agrave; insospettate. Gi&agrave; dall&rsquo;acquisto, naturalmente, soprattutto se si decide di non scendere a compromessi e ci si indirizza verso l&rsquo;equipaggiamento di vertice: con il motore sei clindri 3200, la trazione integrale e l&rsquo;allestimento SkyWindow la Brera parte gi&agrave; da una cifra impegnativa, vicina ai 44mila euro. E come dimostra l&rsquo;esemplare in prova, bastano un paio di optional &ldquo;pesanti&rdquo; quali il raffinato interno in pelle Frau e il navigatore satellitare, per portare il prezzo oltre la pericolosa soglia dei 50mila euro. Hanno messo il frontale della Giulia sull'Alfa Romeo Brera &nbsp; Si tratta di una coup&eacute; per pochi, insomma, e lo conferma una pianificazione che parla di sole 13mila unit&agrave; all&rsquo;anno: tante ne dovrebbe sfornare la carrozzeria Pininfarina, alla quale e? stato affidato l&rsquo;assemblaggio della Brera. Del resto, pur nella comunanza progettuale con la famiglia 159, la coup&eacute; Alfa fa sfoggio di parecchie soluzioni originali, a partire dal tetto denominato SkyWindow, con il cristallo che parte dall&rsquo;attacco del parabrezza e si estende per gran parte del cielo. Il tutto accompagnato, all&rsquo;interno, da una copertura scorrevole dotata di azionamento elettrico. Le porte vantano dimensioni generose, senza risultare drammaticamente pesanti. Presentano cristalli senza cornice con chiusura motorizzata per il rientro a contatto con la guarnizione, secondo una soluzione ormai generalizzata sulle coup&eacute;. Infine, per quanto prettamente dettato da esigenze stilistiche, il disegno della coda non va a sacrificare un vano di carico che, al contrario, si rivela sorprendentemente generoso e funzionale. Certo la soglia di accesso &egrave; decisamente alta, ma il vano offre spazi pi&ugrave; che sufficienti per due borsoni, oltre a una versatilit&agrave; non comune sulle sportive: schienali posteriori ribaltabili, vano passante, copertura del piano ripiegabile, suddivisa in tre elementi. E, sotto, una vasca capace di ospitare la ruota di scorta, qualora non si ritenga sufficiente il kit di riparazione previsto di serie. Tanto spazio sulla Brera, ma solo per chi sta davanti Le dimensioni generali farebbero sperare in un abitacolo generoso. E invece va detto subito che i due posti posteriori devono essere considerati puramente teorici: per la modesta estensione in altezza ma soprattutto per lo spazio a disposizione delle gambe, ridotto al punto da divenire quasi nullo se si arretrano i sedili anteriori. Per giunta, la conformazione del tunnel &egrave; tale da impedire la tipica collocazione di fortuna cui si ricorre in casi analoghi, sistemando le gambe di traverso. Davanti invece si pu&ograve; contare su due poltrone generose nelle dimensioni e nelle regolazioni, efficaci nel contenimento oltre che originali nella forma, con i poggiatesta integrati agli schienali. L&rsquo;unico appunto riguarda la difficolta? di recuperare la cintura di sicurezza: un passante sulla spalliera non ci starebbe male.  La plancia &egrave; comune alla 159, compreso il piacevole rivestimento imbottito, in poliuretano schiumato. Cambiano i profili di decorazione in (vero) alluminio spazzolato: detto materiale &egrave; utilizzato anche per i maniglioni sui pannelli porta, il cui rivestimento riprende la pelle utilizzata nella selleria. Sempre in pelle il rivestimento del volante e del pomello cambio. Specifica della Brera &egrave; anche la grafica della strumentazione, con i quadranti principali illuminati in bianco, a contrastare con l&rsquo;abituale rosso di casa Alfa Romeo che si ritrova invece negli altri elementi, a partire dal display centrale. In rosso &egrave; anche l&rsquo;illuminazione soffusa assicurata dai diodi collocati nella plafoniera, che ospita pure i pulsanti di regolazione della tendina scorrevole che accompagna il tetto in cristallo. Come sulla 159, i vani portaoggetti sono pochi e di dimensioni ridotte, comprese le tasche nelle porte e il cassetto nella plancia. In pratica, il solo a offrire una capienza decorosa e? il pozzetto (chiuso) collocato fra i due sedili. Il corredo di serie comprende il climatizzatore automatico a canali separati, mentre resta a richiesta il navigatore satellitare, integrato all&rsquo;impianto hi-fi: assieme, i due sistemi occupano per intero la colonna centrale, sotto i tre quadranti supplementari (dedicati a livello carburante, temperatura acqua e olio) accanto ai quali &egrave; collocato il pulsante di avviamento. Alfa Romeo, tutte le offerte sul mercato dell'usato &nbsp; Relativamente, ma non proprio rasoterra, la posizione di guida beneficia di validi ancoraggi per le gambe, soprattutto la destra. Pi&ugrave; del lieve disassamento della pedaliera, infastidisce quello del piantone dello sterzo, orientato verso l&rsquo;esterno. La messa in moto &egrave; accompagnata dal borbottio del sei cilindri, intenso e gradevolmente cupo sin quando si resta nell&rsquo;area dei bassi regimi. Poi, man mano che il propulsore si distende la sonorit&agrave; acquista un timbro pi&ugrave; metallico. Il che non sarebbe un problema, se la progressione che vi si accompagna fosse una di quelle che entusiasmano. E invece, per quanto pi&ugrave; dotato di coppia e potenza rispetto al classico V6 Alfa, il 3.2 della Brera manca un po&rsquo; di anima: sale di giri con una bella linearit&agrave;, ma senza regalare quella sensazione di esuberanza che ci si aspetta da un&rsquo;Alfa. Comunque, i riscontri in accelerazione sono ragguardevoli: il tempo staccato sullo 0-100 (6&rdquo;54) beneficia della motricit&agrave; garantita dalla trazione 4x4, e a dispetto della notevole massa della vettura (oltre 16 quintali) anche quello sul km da fermo e? tutt&rsquo;altro che da buttar via. L'Alfa soffre il peso Le note meno allegre, casomai, vengono in ripresa: un po&rsquo; per il peso, molto per una scelta di rapporti che verrebbe da definire sciagurata: a che serve una terza da quasi 170 orari, per ritrovarsi poi con una quinta e una sesta che non finiscono mai? All&rsquo;atto pratico, il risultato &egrave; che per riprendere ritmo vigorosamente dopo i rallentamenti (e non vedere sparire lontani gli scarichi delle turbodiesel in autostrada) occorre scalare almeno un paio di marce. Inevitabile, insomma, il frequente ricorso a un cambio il cui comando vanta una buona precisione negli innesti, ma con una corsa un po&rsquo; troppo estesa della leva. Che, assieme a quella altrettanto lunga del pedale della frizione, non consente le cambiate fulminanti della guida pi&ugrave; accesa. Convince invece lo sterzo: il comando non sar&agrave; magari prontissimo ma &egrave; preciso e diretto. Una bella compagnia, insomma, che permette di gestire a dovere un comportamento in curva altrettanto preciso e gradevole, almeno sin quando non si esagera. Accompagnata da un assetto che concede qualche punto al roll&igrave;o, la Brera fa valere inserimenti sufficientemente rapidi, in cui la tendenza al sottosterzo legata alla spinta del posteriore emerge solo entrando in curva decisamente lunghi.  In ogni caso, la vettura trova l&rsquo;appoggio con prontezza, e permette pure di correggere la linea dosando il gas. Anche in velocit&agrave; il comportamento resta lineare e tutt&rsquo;altro che nervoso, a dispetto di quel che potrebbe suggerire il passo corto. E le reazioni a eventuali correzioni violente vengono gestite a dovere dai controlli elettronici. Questi ultimi sono disattivabili in progressione (prima l&rsquo;Asr, poi l&rsquo;Esp) operazione peraltro poco consigliabile visto il genere di reazioni che la vettura evidenzia quando si cerca il limite: la perdita di aderenza del retrotreno avviene spesso in maniera repentina, e il sovrasterzo che ne consegue va combattuto facendo leva sulla efficacia dello sterzo. Reazioni altrettanto sorprendenti emergono nelle frenate al limite: l&rsquo;impianto si &egrave; mostrato efficace, ma la vettura &egrave; apparsa tutt&rsquo;altro che precisa nel mantenere la linea. Per altro verso, l&rsquo;assetto non esasperatamente rigido salvaguardia a dovere un comfort penalizzato soprattutto dalla rumorosit&agrave;, essenzialmente di natura aerodinamica, che accompagna la marcia in velocit&agrave;. Dolente la nota relativa ai consumi, che pagano il peso della vettura e dell&rsquo;assorbimento della trazione integrale. Ne risultano percorrenze medie nell&rsquo;ordine dei 6 km/ litro: difficile far meglio, anche guidando in maniera prettamente economica. Alfa Romeo Tonale, la pagella: promossa o bocciata? &nbsp; Anche se giocava in casa, visto che il tracciato &egrave; comune a quello utilizzato dalla sperimentazione Alfa Romeo, nel test di handling la Brera non ha brillato in maniera particolare. Restando fra l&rsquo;altro lontana dal riscontro cronometrico ottenuto a suo tempo dalla 147 GTA che ha rifilato alla Brera un secondo al chilometro. 147 GTA batte Brera Le cause sono da ricercarsi in primo luogo nel peso della vettura e nei rapporti di trasmissione, decisamente turistici. Sicch&eacute; si finisce per perdere in allungo pi&ugrave; di quel che si guadagna nello spunto all&rsquo;uscita delle curve, grazie all&rsquo;elevata motricita? garantita dalla trazione integrale. In pi&ugrave; c&rsquo;&egrave; da mettere nel conto una certa difficolt&agrave; di gestione delle reazioni al limite, una volta disinseriti i controlli elettronici. Sincero fino a un certo punto, l&rsquo;appoggio lascia infatti spazio a perdite di aderenza repentine, con sovrasterzi anche marcati in rilascio. Cosa che permette una guida magari spettacolare, ma di certo non redditizia ai fini della velocit&agrave; di percorrenza e di uscita dalle curve. C&rsquo;&egrave; poi da aggiungere che anche nelle frenate violente ci si trova spesso a fare i conti con problemi di controllo, causa improvvise variazioni di linea riconducibili a un comportamento non lineare degli elementi elastici delle sospensioni. Anche in questo caso la gestione delle reazioni non &egrave; particolarmente critica, ma finisce per pesare sull&rsquo;efficacia di un comportamento che, in definitiva, si rivela equilibrato soltanto sin quando si rimane entro i limiti di una guida brillante s&igrave;, ma non estrema. Alfa Romeo Stelvio restyling rilancia le novit&agrave; 2023       

Nel 2006 ci siamo messi alla guida dell'Alfa Romeo Brera con motore 3.2 V6: bella e veloce, non ha brillato a livello dinamico a causa del peso

Auto nostalgia: Alfa Romeo Brera, la bella è un poco addormentata

Da Quadrifoglio a GTA in una mossa. Questa &egrave; la proposta di <a href="https://www.facebook.com/PariS5GaraGe">PariS'5 GaraGe</a><a href="https://www.facebook.com/PariS5GaraGe"></a>, un tuning estetico per elevare al massimo la berlina sportiva del Biscione. Giulia GTA e GTAm (<a href="https://www.auto.it/news/edicola/2022/07/15-5560410/sul_circuito_di_test_di_auto_emozioni_allo_stato_puro_con_la_giulia_gtam">qui la prova di Auto nel confronto col passato</a>) sono state vendute in tutte le loro 500 unit&agrave;. Non c'&egrave; modo di averne una,&nbsp; qui interviene PariS'5 GaraGe. Partendo da una Giulia Quadrifoglio (<a href="https://www.auto.it/video/prove/2020/08/04-3235092/prova_alfa_romeo_giulia_quadrifoglio_video">qui la prova di Auto</a>) lo specialista in personalizzazioni Alfa Romeo offre un kit, il progetto 501, che modifica il modello. <h2>Stesso motore, ma estetica da GTA</h2> Il motore resta il V6 da 510 cavalli (0-100 in 3,7 secondi), non &egrave; quello potenziato da 540 cv di GTA/GTAm, ma l'estetcia si avvicina molto. Con nuovi paraurti, prese d&rsquo;aria di maggiori dimensioni, anche sul cofano. Pi&ugrave; larga di parafanghi, con il grande spoiler posteriore, seppur non delle dimensioni della serie limitata. Centrale e vistosa la coppia degli scarichi, ma non gli Akrapovi? di GTA e GTAm. I cerchi sono da 20 pollici, con uno stile pi&ugrave; aggressivo. Il pacchetto costa 9.093 euro per Giulia Quadrifoglio, ma &egrave; applicabile anche ai modelli benzina e diesel 4 cilindri, a prezzi superiori perch&eacute; la dotazione estetica va potenziata per tali versioni. Non stonerebbe sulle Veloce. Potrebbe interessarti: <a href="https://www.auto.it/annunci/search?makemodel=Alfa-Romeo%2CGiulia&amp;type=Usato">le migliori Alfa Romeo Giulia usate</a> <iframe src="https://www.facebook.com/plugins/video.php?height=314&amp;href=https%3A%2F%2Fwww.facebook.com%2FPariS5GaraGe%2Fvideos%2F1267144980722255%2F&amp;show_text=false&amp;width=560&amp;t=0" width="560" height="314" style="border: none; overflow: hidden;" scrolling="no" frameborder="0" allowfullscreen="true" allow="autoplay; clipboard-write; encrypted-media; picture-in-picture; web-share"></iframe>

        Da Quadrifoglio a GTA in una mossa. Questa &egrave; la proposta di PariS'5 GaraGe, un tuning estetico per elevare al massimo la berlina sportiva del Biscione. Giulia GTA e GTAm (qui la prova di Auto nel confronto col passato) sono state vendute in tutte le loro 500 unit&agrave;. Non c'&egrave; modo di averne una,&nbsp; qui interviene PariS'5 GaraGe.  Partendo da una Giulia Quadrifoglio (qui la prova di Auto) lo specialista in personalizzazioni Alfa Romeo offre un kit, il progetto 501, che modifica il modello. Stesso motore, ma estetica da GTA Il motore resta il V6 da 510 cavalli (0-100 in 3,7 secondi), non &egrave; quello potenziato da 540 cv di GTA/GTAm, ma l'estetcia si avvicina molto. Con nuovi paraurti, prese d&rsquo;aria di maggiori dimensioni, anche sul cofano. Pi&ugrave; larga di parafanghi, con il grande spoiler posteriore, seppur non delle dimensioni della serie limitata. Centrale e vistosa la coppia degli scarichi, ma non gli Akrapovi? di GTA e GTAm. I cerchi sono da 20 pollici, con uno stile pi&ugrave; aggressivo. Il pacchetto costa 9.093 euro per Giulia Quadrifoglio, ma &egrave; applicabile anche ai modelli benzina e diesel 4 cilindri, a prezzi superiori perch&eacute; la dotazione estetica va potenziata per tali versioni. Non stonerebbe sulle Veloce. Potrebbe interessarti: le migliori Alfa Romeo Giulia usate        

Estetica potenziata: il pacchetto &egrave; disponbile anche per le versioni 4 cilindri

Giulia da Quadrifoglio a GTA con il tuning di PariS'5 GaraGe

L&rsquo;<a href="https://www.auto.it/marche/alfa-romeo/modelli" target="_blank" rel="noopener">Alfa Romeo </a>Brera &egrave; una di quelle vetture del Biscione che ha sempre fatto discutere. Il modello, che ha cavalcato il mercato dal 2005 al 2010, nonostante sia stato duramente criticato &egrave; riuscito comunque a fare breccia nel cuore di tanti appassionati. Tipico caso di "odi et amo", insomma. Tra gli amanti senza se e senza ma, sicuro c'&egrave; il proprietario della Brera in foto, Quintino Parisini, che assiem al carrozziere PariS&rsquo;5 GaraGe di Frenz Chopper, ha lavorato per dare alla coup&eacute; quello stile che avrebbe meritato, traendo ispirazione dal design delle Alfa moderne. <h2>GT Sud-Est: caratteristiche</h2> Questa nuova interpretazione sul tema, ribattezzata GT Sud-Est, per essere realizzata e portata a compimento ha richiesto un impegno di circa un anno. Ma cosa &egrave; cambiato? Anzitutto partiamo dalla parte anteriore dell&rsquo;auto: essa non ha pi&ugrave; il frontale dell&rsquo;Alfa Romeo Brera che tutti sono abituati a conoscere, ma paraurti, calandra e gruppi ottici sono stati sostituiti con quelli della <a href="https://www.auto.it/marche/alfa-romeo/modelli/giulia/versioni/2-9-v6-510-cv-quadrifoglio-at8-1000354024">Giulia Quadrifoglio</a>, seppur ci sia uno sbalzo anteriore pi&ugrave; lungo rispetto a quest&rsquo;ultima. Il corpo della GT Sud-Est risulta poi pi&ugrave; allargato e il cofano &egrave; stato realizzato per farlo coincidere con le linee dell&rsquo;anteriore, come ad esempio lo splitter in fibra di carbonio. Altri elementi che conferiscono una grande particolarit&agrave; e originalit&agrave; all'auto sono il diffusore, il posteriore e i fari posteriori LED aftermarket richiamanti il <a href="https://www.auto.it/marche/alfa-romeo/modelli/tonale">Tonale</a>. La livrea invece vanta una verniciatura blu, con lo sfoggio di grafiche gialle e adesivi degli sponsor che si trovano lungo le fiancate. Per finire, il motore &egrave; Autodelta J5, con un&rsquo;erogazione di 348 CV. La modifica ha avuto un costo di 20 mila euro. <a href="https://www.auto.it/annunci" target="_blank" rel="noopener">Cerchi un'auto usata? Guarda il Listino/Annunci</a>

        L&rsquo;Alfa Romeo Brera &egrave; una di quelle vetture del Biscione che ha sempre fatto discutere. Il modello, che ha cavalcato il mercato dal 2005 al 2010, nonostante sia stato duramente criticato &egrave; riuscito comunque a fare breccia nel cuore di tanti appassionati. Tipico caso di "odi et amo", insomma. Tra gli amanti senza se e senza ma, sicuro c'&egrave; il proprietario della Brera in foto, Quintino Parisini, che assiem al carrozziere PariS&rsquo;5 GaraGe di Frenz Chopper, ha lavorato per dare alla coup&eacute; quello stile che avrebbe meritato, traendo ispirazione dal design delle Alfa moderne.  GT Sud-Est: caratteristiche Questa nuova interpretazione sul tema, ribattezzata GT Sud-Est, per essere realizzata e portata a compimento ha richiesto un impegno di circa un anno. Ma cosa &egrave; cambiato? Anzitutto partiamo dalla parte anteriore dell&rsquo;auto: essa non ha pi&ugrave; il frontale dell&rsquo;Alfa Romeo Brera che tutti sono abituati a conoscere, ma paraurti, calandra e gruppi ottici sono stati sostituiti con quelli della Giulia Quadrifoglio, seppur ci sia uno sbalzo anteriore pi&ugrave; lungo rispetto a quest&rsquo;ultima. Il corpo della GT Sud-Est risulta poi pi&ugrave; allargato e il cofano &egrave; stato realizzato per farlo coincidere con le linee dell&rsquo;anteriore, come ad esempio lo splitter in fibra di carbonio. Altri elementi che conferiscono una grande particolarit&agrave; e originalit&agrave; all'auto sono il diffusore, il posteriore e i fari posteriori LED aftermarket richiamanti il Tonale. La livrea invece vanta una verniciatura blu, con lo sfoggio di grafiche gialle e adesivi degli sponsor che si trovano lungo le fiancate. Per finire, il motore &egrave; Autodelta J5, con un&rsquo;erogazione di 348 CV. La modifica ha avuto un costo di 20 mila euro. Cerchi un'auto usata? Guarda il Listino/Annunci       

Il "trapianto" &egrave; opera del carrozziere PariS&rsquo;5 GaraGe che ha ribattezzato questo mix, tra passato e presente del Biscione, GT Sud-Est

Hanno messo il frontale della Giulia sull'Alfa Romeo Brera

Due estremi delimitano il perimetro d'azione Alfa Romeo&nbsp;(<a href="https://www.auto.it/annunci/alfa-romeo">qui trovi i modelli sul mercato dell'usato</a>), sul fronte del prodotto di serie e non solo. Da un lato la Formula 1, impegno confermato con la sponsorizzazione Sauber anche nel 2023; dall'altro, l'ampliamento dell'offerta con un modello di segmento B-suv. <h2>Quando arriva Alfa Brennero (con un nome diverso)?</h2> Un gradino sotto il Tonale - accolto con favore dal pubblico, misurato nei 13 mila ordini raccolti dal debutto a questa fine di luglio - ci sar&agrave; il progetto <a href="https://www.auto.it/marche/alfa-romeo">Alfa Romeo</a> Brennero. Questo il nome con il quale vi abbiamo fatto riferimento negli anni, ma l'amministratore delegato Jean Philippe Imparato ha tirato il freno sul nome. Non si chiamer&agrave; Brennero. Quando arriver&agrave;? L'appuntamento &egrave; fissato al marzo del 2024.&nbsp;"Sar&agrave; rispettoso della storia di Alfa Romeo. Stiamo riflettendo sulla naming strategy del brand fino al 2030 che valideremo a settembre", le parole riportate dall'agenzia di stampa Askanews. <h2>Alfa Romeo Tonale ibrida plug-in in autunno</h2> L'autunno segner&agrave; un ampliamento dell'offerta - e con essa il ritorno dell'impianto di Pomigliano d'Arco a turni pieni - di Alfa Romeo Tonale. La versione ibrida plug-in verr&agrave; avviata alla produzione nel mese di novembre. Una coda di 2022 assolutamente calda, poich&eacute; saranno i mesi - ancora, novembre - del debutto di <a href="https://www.auto.it/marche/alfa-romeo/modelli/giulia">Alfa Romeo Giulia</a> e Alfa Romeo Stelvio restyling. <div style="page-break-after: always">&nbsp;</div> <h2>Le novit&agrave; del restyling 2023 Giulia e Stelvio</h2> Oltre a novit&agrave; estetiche e funzionalit&agrave; dell'infotainment, i due progetti sono indicati con un sistema ibrido. Un mild hybrid intorno al quale chiedersi se avr&agrave;, come logica vuole, le specificit&agrave; viste sul 2 litri turbo benzina e l'applicazione prodotta su Maserati Ghibli e Levante, oppure, una pi&ugrave; complessa formula mild hybrid di ispirazione&nbsp;<a href="https://www.auto.it/marche/alfa-romeo/modelli/tonale">Tonale</a>, con assistenza elettrica sul cambio. Indicazioni giunte all'indomani della presentazione dei risultati finanziari del Gruppo Stellantis, relativi al primo semestre dell'anno. Un quadro nel quale Alfa Romeo si inserisce con un volume di ordini pari al 2021 ma in un mercato la cui contrazione non accenna a fermarsi. "Siamo tornati in utile, facciamo soldi. I nostri risultati sono allineati a quelli di Stellantis. Nel primo semestre abbiamo raggiunto gli stessi profitti e lo stesso livello di contribuzione ai risultati del gruppo dell'intero 2021. Se in questo contesto difficile siamo stati capaci di resistere a livello di net revenue vuol dire che quando aggiungeremo il contributo di Tonale abbiamo buone possibilit&agrave; di consolidare i risultati", ancora le parole di Imparato. <h2>Un grande suv nel 2027</h2> Guardando a un futuro di lungo periodo, poich&eacute; interessa il 2027, c'&egrave; una scelta strategica da compiere. Alfa Romeo decider&agrave; sul finire di quest'anno quale sar&agrave; la formula per sviluppare un modello di grandi dimensioni, globale poich&eacute; rivolto al mercato statunitense e non solo. Il perno della produzione Alfa, nei desiderata dell'a.d., sono gli impianti italiani ma una scelta in merito andr&agrave; definita in un'ottica di Gruppo. "La nostra offerta di un'auto di grandi dimensioni deve essere idonea a mercati internazionali, quello americano, cinese, europeo. Vogliamo trovare il giusto mix e sar&agrave; una decisione che prenderemo entro la fine di quest'anno",&nbsp;riflette Imparato sulle proporzioni del modello: un grande suv, crossover o una berlina, le opzioni sul tavolo. "La produzione negli USA non &egrave; qualcosa che abbiamo deciso e non vogliamo deciderla adesso.&nbsp; Il modello Alfa Romeo che uscir&agrave; nel 2027 sar&agrave; sviluppato ma non prodotto negli USA perch&eacute; &egrave; un mercato strategico che richiede una personalizzazione del prodotto che sar&agrave; poi venduto anche in Europa e Asia. Decideremo che tipo di auto sar&agrave; entro fine 2022 e una squadra si trasferir&agrave; negli USA per seguirne lo sviluppo. Da valutare se sar&agrave; un E-suv, un crossover o una berlina"

        Due estremi delimitano il perimetro d'azione Alfa Romeo&nbsp;(qui trovi i modelli sul mercato dell'usato), sul fronte del prodotto di serie e non solo. Da un lato la Formula 1, impegno confermato con la sponsorizzazione Sauber anche nel 2023; dall'altro, l'ampliamento dell'offerta con un modello di segmento B-suv. Quando arriva Alfa Brennero (con un nome diverso)? Un gradino sotto il Tonale - accolto con favore dal pubblico, misurato nei 13 mila ordini raccolti dal debutto a questa fine di luglio - ci sar&agrave; il progetto Alfa Romeo Brennero. Questo il nome con il quale vi abbiamo fatto riferimento negli anni, ma l'amministratore delegato Jean Philippe Imparato ha tirato il freno sul nome. Non si chiamer&agrave; Brennero. Quando arriver&agrave;? L'appuntamento &egrave; fissato al marzo del 2024.&nbsp;"Sar&agrave; rispettoso della storia di Alfa Romeo. Stiamo riflettendo sulla naming strategy del brand fino al 2030 che valideremo a settembre", le parole riportate dall'agenzia di stampa Askanews. Alfa Romeo Tonale ibrida plug-in in autunno L'autunno segner&agrave; un ampliamento dell'offerta - e con essa il ritorno dell'impianto di Pomigliano d'Arco a turni pieni - di Alfa Romeo Tonale. La versione ibrida plug-in verr&agrave; avviata alla produzione nel mese di novembre. Una coda di 2022 assolutamente calda, poich&eacute; saranno i mesi - ancora, novembre - del debutto di Alfa Romeo Giulia e Alfa Romeo Stelvio restyling.  &nbsp; Le novit&agrave; del restyling 2023 Giulia e Stelvio Oltre a novit&agrave; estetiche e funzionalit&agrave; dell'infotainment, i due progetti sono indicati con un sistema ibrido. Un mild hybrid intorno al quale chiedersi se avr&agrave;, come logica vuole, le specificit&agrave; viste sul 2 litri turbo benzina e l'applicazione prodotta su Maserati Ghibli e Levante, oppure, una pi&ugrave; complessa formula mild hybrid di ispirazione&nbsp;Tonale, con assistenza elettrica sul cambio. Indicazioni giunte all'indomani della presentazione dei risultati finanziari del Gruppo Stellantis, relativi al primo semestre dell'anno. Un quadro nel quale Alfa Romeo si inserisce con un volume di ordini pari al 2021 ma in un mercato la cui contrazione non accenna a fermarsi. "Siamo tornati in utile, facciamo soldi. I nostri risultati sono allineati a quelli di Stellantis. Nel primo semestre abbiamo raggiunto gli stessi profitti e lo stesso livello di contribuzione ai risultati del gruppo dell'intero 2021. Se in questo contesto difficile siamo stati capaci di resistere a livello di net revenue vuol dire che quando aggiungeremo il contributo di Tonale abbiamo buone possibilit&agrave; di consolidare i risultati", ancora le parole di Imparato.  Un grande suv nel 2027 Guardando a un futuro di lungo periodo, poich&eacute; interessa il 2027, c'&egrave; una scelta strategica da compiere. Alfa Romeo decider&agrave; sul finire di quest'anno quale sar&agrave; la formula per sviluppare un modello di grandi dimensioni, globale poich&eacute; rivolto al mercato statunitense e non solo. Il perno della produzione Alfa, nei desiderata dell'a.d., sono gli impianti italiani ma una scelta in merito andr&agrave; definita in un'ottica di Gruppo. "La nostra offerta di un'auto di grandi dimensioni deve essere idonea a mercati internazionali, quello americano, cinese, europeo. Vogliamo trovare il giusto mix e sar&agrave; una decisione che prenderemo entro la fine di quest'anno",&nbsp;riflette Imparato sulle proporzioni del modello: un grande suv, crossover o una berlina, le opzioni sul tavolo. "La produzione negli USA non &egrave; qualcosa che abbiamo deciso e non vogliamo deciderla adesso.&nbsp; Il modello Alfa Romeo che uscir&agrave; nel 2027 sar&agrave; sviluppato ma non prodotto negli USA perch&eacute; &egrave; un mercato strategico che richiede una personalizzazione del prodotto che sar&agrave; poi venduto anche in Europa e Asia. Decideremo che tipo di auto sar&agrave; entro fine 2022 e una squadra si trasferir&agrave; negli USA per seguirne lo sviluppo. Da valutare se sar&agrave; un E-suv, un crossover o una berlina"       

L'a.d. Imparato ha prodotto un quadro chiaro sui prossimi passi Alfa Romeo. Tonale PHEV, i restyling Giulia e Stelvio, poi il B-Suv noto come Brennero. Ecco cosa attendersi

Alfa Romeo, le novità dal Brennero al grande suv passando per nuova Giulia

Avete mai immaginato di salire in auto con il nostro tester e provare l&rsquo;emozione della pista di handling dove Auto fa le sue prove delle vetture pi&ugrave; sportive? Nessun problema da oggi potete farlo dal vostro divano o dalla scrivania, basta collegarvi al sito <a href="https://www.auto.it/?refresh_ce">www.auto.it</a> e verrete catapultati nella parte pi&ugrave; impegnativa del circuito Misto Alfa di Balocco. <h2>Il Centro Prove di Auto</h2> Il Misto Alfa &egrave; il tracciato del comprensorio Proving Ground di Balocco dove noi di Auto d&rsquo;ora in poi svolgeremo le nostre prove strumentali e l&rsquo;hot lap per valutare la performance delle vetture pi&ugrave; sportive. Auto da sempre utilizza il comprensorio di Balocco, prima di propriet&agrave; di FCA e ora di Stellantis, per i test delle vetture pi&ugrave; impegnative. Fino allo scorso anno usavamo un tracciato diverso che per&ograve; per problemi di sicurezza, visto l&rsquo;aumento vertiginoso delle prestazioni delle vetture, non &egrave; pi&ugrave; fruibile. <h2>La nuova pista dei test</h2> Ecco quindi che con gli esperti del Proving Ground e del nostro tester abbiamo identificato una parte del circuito Misto Alfa dove mettere a dura prova le vetture che abbiamo in test. Il vantaggio del comprensorio di Balocco &egrave; anche che tra le 27 piste per 81 km totali dispone anche dell&rsquo;anello di alta velocit&agrave; dove possiamo provare a spingere al massimo le vetture. Quello di Balocco &egrave; un circuito sconosciuto al grande pubblico perch&eacute; non vi si svolgono corse ma soltanto collaudi di automobili. <h2>Un po&#39; di storia</h2> Fu realizzato nel 1962 dall&rsquo;Alfa Romeo, strappando il terreno alle risaie della zona. Il tracciato, lungo 5,750 km replica alcune delle curve pi&ugrave; impegnative dei grandi circuiti d&rsquo;una volta: Lesmo 1 e la Curva Grande di Monza, il Bus Stop di Spa e la curva 3 di Zandvoort. <h2>Confronto senza tempo</h2> La pista Misto Alfa &egrave; stata adeguata alle norme FIA odierne ed &egrave; omologata per la F1. Quale occasione migliore per noi di Auto per far debuttare questo nuovo circuito se non con il tempo della Alfa Romeo Giulia GTAm, la pi&ugrave; potente di sempre con i suoi 510 cv. La vettura nei 4.080 metri che utilizziamo della pista ha staccato un tempo di soli 2&rsquo;02&rdquo;81, distaccando di un secondo abbondante la Giulia Quadrifoglio. Ma per noi questa occasione non doveva andare sprecata e abbiamo inviato anche la prima Alfa Romeo GTA del 1965 che per l&rsquo;occasione &egrave; stata guidata da Andrea De Adamich che con quella vettura ha contribuito a svilupparla e vi ha corso e vincendo il campionato Europeo Turismo, nel 1966 e 1967. Non &egrave; mai bello chiedere l&rsquo;et&agrave; alle vecchie signore, e di conseguenza anche il tempo sul giro della GTA del 1965. Possiamo solo dirvi che si &egrave; difesa bene e che in 65 anni il tempo si &egrave; abbassato di 1secondo e 02 centesimi. Il nuovo numero di Auto ti aspetta in edicola!

Avete mai immaginato di salire in auto con il nostro tester e provare l&rsquo;emozione della pista di handling dove Auto fa le sue prove delle vetture pi&ugrave; sportive? Nessun problema da oggi potete farlo dal vostro divano o dalla scrivania, basta collegarvi al sito www.auto.it e verrete catapultati nella parte pi&ugrave; impegnativa del circuito Misto Alfa di Balocco.  Il Centro Prove di Auto  Il Misto Alfa &egrave; il tracciato del comprensorio Proving Ground di Balocco dove noi di Auto d&rsquo;ora in poi svolgeremo le nostre prove strumentali e l&rsquo;hot lap per valutare la performance delle vetture pi&ugrave; sportive. Auto da sempre utilizza il comprensorio di Balocco, prima di propriet&agrave; di FCA e ora di Stellantis, per i test delle vetture pi&ugrave; impegnative. Fino allo scorso anno usavamo un tracciato diverso che per&ograve; per problemi di sicurezza, visto l&rsquo;aumento vertiginoso delle prestazioni delle vetture, non &egrave; pi&ugrave; fruibile.  La nuova pista dei test  Ecco quindi che con gli esperti del Proving Ground e del nostro tester abbiamo identificato una parte del circuito Misto Alfa dove mettere a dura prova le vetture che abbiamo in test. Il vantaggio del comprensorio di Balocco &egrave; anche che tra le 27 piste per 81 km totali dispone anche dell&rsquo;anello di alta velocit&agrave; dove possiamo provare a spingere al massimo le vetture. Quello di Balocco &egrave; un circuito sconosciuto al grande pubblico perch&eacute; non vi si svolgono corse ma soltanto collaudi di automobili.  Un po&#39; di storia  Fu realizzato nel 1962 dall&rsquo;Alfa Romeo, strappando il terreno alle risaie della zona. Il tracciato, lungo 5,750 km replica alcune delle curve pi&ugrave; impegnative dei grandi circuiti d&rsquo;una volta: Lesmo 1 e la Curva Grande di Monza, il Bus Stop di Spa e la curva 3 di Zandvoort.  Confronto senza tempo  La pista Misto Alfa &egrave; stata adeguata alle norme FIA odierne ed &egrave; omologata per la F1. Quale occasione migliore per noi di Auto per far debuttare questo nuovo circuito se non con il tempo della Alfa Romeo Giulia GTAm, la pi&ugrave; potente di sempre con i suoi 510 cv. La vettura nei 4.080 metri che utilizziamo della pista ha staccato un tempo di soli 2&rsquo;02&rdquo;81, distaccando di un secondo abbondante la Giulia Quadrifoglio. Ma per noi questa occasione non doveva andare sprecata e abbiamo inviato anche la prima Alfa Romeo GTA del 1965 che per l&rsquo;occasione &egrave; stata guidata da Andrea De Adamich che con quella vettura ha contribuito a svilupparla e vi ha corso e vincendo il campionato Europeo Turismo, nel 1966 e 1967. Non &egrave; mai bello chiedere l&rsquo;et&agrave; alle vecchie signore, e di conseguenza anche il tempo sul giro della GTA del 1965. Possiamo solo dirvi che si &egrave; difesa bene e che in 65 anni il tempo si &egrave; abbassato di 1secondo e 02 centesimi.  Il nuovo numero di Auto ti aspetta in edicola! 

Da oggi potete salire, virtualmente, con noi a bordo delle vetture che proviamo nella pista Misto Alfa di Balocco. Un&rsquo;esperienza unica e incredibile che solo la redazione di Auto vi permette di vivere

Sul circuito di test di Auto,&nbsp;emozioni allo stato puro con la Giulia GTAm

Un test a confronto in pista veramente esclusivo. Nella pista di Balocco abbiamo messo a confronto due Alfa leggendarie divise da quasi sessant&rsquo;anni di storia. Ma che sono strettamente unite da un legame familiare ben preciso. L&rsquo;Alfa GTA del 1965 e l&rsquo;Alfa GTAm del 2021. Nonna e nipotina. <h2>Generazioni a confronto</h2> La prima &egrave; la leggendaria GTA (sigla che stava per Gran Turismo Alleggerita) che ha conquistato tanti successi nelle gare Turismo europee degli anni Sessanta. L&rsquo;altra &egrave; la modernissima interpretazione di una <a href="https://www.auto.it/marche/alfa-romeo/modelli/giulia">Giulia</a> estrema con 540 cavalli di potenza cui &egrave; stato dato, in segno di omaggio e di richiamo alla performance che riesce a raggiungere, lo stesso nome dell&rsquo;antenata: GTAm (sigla della seconda generazione della GTA dove la &ldquo;m&rdquo; stava per Modificata). Due Alfa sportive divise da quasi sessant&rsquo;anni di storia e di evoluzione tecnica. Sulla carta, numeri alla mano, non potrebbero essere pi&ugrave; diverse fra loro: motore 4 cilindri 1,6 litri da 115 cavalli per la GTA del 1965, motore V6 turbo 2,9 litri da 540 cavalli per la sua erede moderna GTAm. Per&ograve; possiedono lo stesso Dna sportivo <a href="https://www.auto.it/marche/alfa-romeo/modelli">Alfa Romeo.</a> <h2>Con noi un tester d&#39;eccezione</h2> Per il nostro confronto in pista con le Alfa GTA a Balocco abbiamo coinvolto Andrea De Adamich. Perch&eacute; l&rsquo;ottantenne ex pilota che ha corso sia in F1 che nei Prototipi, &egrave; il corridore pi&ugrave; legato sia a quell&rsquo;Alfa Romeo che alla pista di Balocco. All&rsquo;inizio della sua carriera &ndash; a met&agrave; degli anni Sessanta &ndash; proprio De Adamich fu l&rsquo;artefice della messa a punto della GTA e dei collaudi che vennero condotti proprio sull&rsquo;originale circuito Misto Alfa di Balocco. Da quel momento la coup&eacute; due porte &egrave; diventata imbattibile nelle corse turismo e De Adamich l&rsquo;ha portata due volte consecutive alla vittoria nel campionato Europeo Turismo, nel 1966 e 1967. <h2>Balocco, un po&#39; di storia</h2> Quello di Balocco &egrave; un circuito sconosciuto al grande pubblico perch&eacute; non vi si svolgono corse ma soltanto test e collaudi di automobili. Fu realizzato nel 1962 dall&rsquo;Alfa Romeo, strappando il terreno alle risaie della zona. Il tracciato originale, lungo 5,750 km replica alcune delle curve pi&ugrave; impegnative dei grandi circuiti d&rsquo;una volta: Lesmo 1 e la Curva Grande di Monza, il bus stop di Spa e la Hugenholzbocht di Zandvoort (la curva n.3 quella diventata parabolica) e persino una serie di impegnative esse veloci della provinciale 35 fra Como e Fino Mornasco. Tutte curve utili per mettere bene a punto la tenuta di strada sia delle Alfa Romeo da corsa che di quelle stradali. <h2>De Adamich racconta</h2> &quot;A Balocco -&nbsp;racconta De Adamich - ho trascorso giorni interi guidando da mattina a sera le GTA per metterle a punto alternandomi con i collaudatori che provavano le Alfa stradali. All&rsquo;inizio l&rsquo;auto non era competitiva&quot;, ricorda de Adamich, &quot;perch&eacute; per via della sospensione a ponte rigido, la GTA sollevava la ruota interna posteriore e in certe curve patinava anche la ruote esterna. Si perdeva grip e l&rsquo;auto era lenta in curva. Fu trovata una soluzione inventando n marchingegno che &egrave; diventato famoso col soprannome di &ldquo;slittone&rdquo;. Un dispositivo collegato alla sospensione posteriore che abbassava il roll&igrave;o e elimin&ograve; per sempre il difetto. Quando in curva l&rsquo;auto andava in appoggio, lo slittone trasferiva il peso al posteriore scaricando l&rsquo;anteriore. Cos&igrave; il retrotreno acquisiva grip e la macchina in curva restava pi&ugrave; attaccata a terra&quot;. Scopriamo nel video con De Adamich e l&rsquo;ingegner Bagnasco, responsabile dello sviluppo e performance di Alfa Romeo, le caratteristiche di queste due leggendarie Alfa.

Un test a confronto in pista veramente esclusivo. Nella pista di Balocco abbiamo messo a confronto due Alfa leggendarie divise da quasi sessant&rsquo;anni di storia. Ma che sono strettamente unite da un legame familiare ben preciso. L&rsquo;Alfa GTA del 1965 e l&rsquo;Alfa GTAm del 2021. Nonna e nipotina.  Generazioni a confronto  La prima &egrave; la leggendaria GTA (sigla che stava per Gran Turismo Alleggerita) che ha conquistato tanti successi nelle gare Turismo europee degli anni Sessanta. L&rsquo;altra &egrave; la modernissima interpretazione di una Giulia estrema con 540 cavalli di potenza cui &egrave; stato dato, in segno di omaggio e di richiamo alla performance che riesce a raggiungere, lo stesso nome dell&rsquo;antenata: GTAm (sigla della seconda generazione della GTA dove la &ldquo;m&rdquo; stava per Modificata).  Due Alfa sportive divise da quasi sessant&rsquo;anni di storia e di evoluzione tecnica. Sulla carta, numeri alla mano, non potrebbero essere pi&ugrave; diverse fra loro: motore 4 cilindri 1,6 litri da 115 cavalli per la GTA del 1965, motore V6 turbo 2,9 litri da 540 cavalli per la sua erede moderna GTAm. Per&ograve; possiedono lo stesso Dna sportivo Alfa Romeo.    Con noi un tester d&#39;eccezione  Per il nostro confronto in pista con le Alfa GTA a Balocco abbiamo coinvolto Andrea De Adamich. Perch&eacute; l&rsquo;ottantenne ex pilota che ha corso sia in F1 che nei Prototipi, &egrave; il corridore pi&ugrave; legato sia a quell&rsquo;Alfa Romeo che alla pista di Balocco. All&rsquo;inizio della sua carriera &ndash; a met&agrave; degli anni Sessanta &ndash; proprio De Adamich fu l&rsquo;artefice della messa a punto della GTA e dei collaudi che vennero condotti proprio sull&rsquo;originale circuito Misto Alfa di Balocco. Da quel momento la coup&eacute; due porte &egrave; diventata imbattibile nelle corse turismo e De Adamich l&rsquo;ha portata due volte consecutive alla vittoria nel campionato Europeo Turismo, nel 1966 e 1967.  Balocco, un po&#39; di storia  Quello di Balocco &egrave; un circuito sconosciuto al grande pubblico perch&eacute; non vi si svolgono corse ma soltanto test e collaudi di automobili. Fu realizzato nel 1962 dall&rsquo;Alfa Romeo, strappando il terreno alle risaie della zona. Il tracciato originale, lungo 5,750 km replica alcune delle curve pi&ugrave; impegnative dei grandi circuiti d&rsquo;una volta: Lesmo 1 e la Curva Grande di Monza, il bus stop di Spa e la Hugenholzbocht di Zandvoort (la curva n.3 quella diventata parabolica) e persino una serie di impegnative esse veloci della provinciale 35 fra Como e Fino Mornasco. Tutte curve utili per mettere bene a punto la tenuta di strada sia delle Alfa Romeo da corsa che di quelle stradali.  De Adamich racconta  &quot;A Balocco -&nbsp;racconta De Adamich - ho trascorso giorni interi guidando da mattina a sera le GTA per metterle a punto alternandomi con i collaudatori che provavano le Alfa stradali. All&rsquo;inizio l&rsquo;auto non era competitiva&quot;, ricorda de Adamich, &quot;perch&eacute; per via della sospensione a ponte rigido, la GTA sollevava la ruota interna posteriore e in certe curve patinava anche la ruote esterna. Si perdeva grip e l&rsquo;auto era lenta in curva. Fu trovata una soluzione inventando n marchingegno che &egrave; diventato famoso col soprannome di &ldquo;slittone&rdquo;. Un dispositivo collegato alla sospensione posteriore che abbassava il roll&igrave;o e elimin&ograve; per sempre il difetto. Quando in curva l&rsquo;auto andava in appoggio, lo slittone trasferiva il peso al posteriore scaricando l&rsquo;anteriore. Cos&igrave; il retrotreno acquisiva grip e la macchina in curva restava pi&ugrave; attaccata a terra&quot;.  Scopriamo nel video con De Adamich e l&rsquo;ingegner Bagnasco, responsabile dello sviluppo e performance di Alfa Romeo, le caratteristiche di queste due leggendarie Alfa. 

Giulia contro Giulia. Due Alfa leggendarie, divise da generazioni, ma legate dallo stesso filo, messe a confronto sulla pista che le ha viste nascere

Alfa GTA del 1965 e Alfa GTAm del 2021: test esclusivo alla pista di Balocco

Torna a farsi immortalare su strada il restyling di Alfa Romeo Stelvio 2023. Della sua esistenza e delle prime soluzioni introdotte dai muletti aggiornati ne abbiamo gi&agrave; scritto lo scorso marzo. Novit&agrave; di stile, ispirate alle soluzioni portare sulla scena da<a href="https://www.auto.it/marche/alfa-romeo"> Alfa Romeo</a> Tonale e destinate a essere condivise con la Giulia restyling. I due progetti sviluppati sull&#39;architettura Giorgio avranno nuovi fari full led anteriori, seguiranno le geometrie in tre elementi sfoggiate dal Tonale. <h2>Interni, cambia la strumentazione</h2> Non sar&agrave; l&#39;unico intervento evolutivo. Stelvio Quadrifoglio 2023 l&#39;abbiamo fotografato sul tratto dell&#39;autostrada A1 all&#39;altezza di Pomigliano d&#39;Arco. Il rinnovamento del suv Alfa&nbsp;(<a href="https://www.auto.it/annunci/alfa-romeo">qui trovi i modelli sul mercato dell&#39;usato</a>)&nbsp;passer&agrave; dall&#39;introduzione di una nuova strumentazione, interamente digitale e personalizzabile. Atteso, sulla scia della proposta lanciata con Tonale, anche un sistema infotainment evoluto nei servizi connessi mentre sul fronte delle motorizzazioni potrebbe toccare a una soluzione mild hybrid. <h2>Motori, avanti con l&#39;ibrido mild 2.0</h2> Il 2 litri turbo benzina &egrave; gi&agrave; stato oggetto dell&#39;elettrificazione leggera a 48 volt, avvenuta nell&#39;applicazione Maserati Ghibli. Seguir&agrave; un percorso identico - come logica e vincoli tecnici impongono - o, piuttosto, la formula Hybrid riuscir&agrave; a sviluppare le &quot;funzionalit&agrave; elettriche&quot; viste sul <a href="https://www.auto.it/marche/alfa-romeo/modelli/tonale">Tonale</a> ma con trasmissione doppia frizione e duplice motorino elettrico? La presentazione dello Stelvio restyling 2023 &egrave; attesa entro fine anno.

Torna a farsi immortalare su strada il restyling di Alfa Romeo Stelvio 2023. Della sua esistenza e delle prime soluzioni introdotte dai muletti aggiornati ne abbiamo gi&agrave; scritto lo scorso marzo.  Novit&agrave; di stile, ispirate alle soluzioni portare sulla scena da Alfa Romeo Tonale e destinate a essere condivise con la Giulia restyling. I due progetti sviluppati sull&#39;architettura Giorgio avranno nuovi fari full led anteriori, seguiranno le geometrie in tre elementi sfoggiate dal Tonale.    Interni, cambia la strumentazione  Non sar&agrave; l&#39;unico intervento evolutivo. Stelvio Quadrifoglio 2023 l&#39;abbiamo fotografato sul tratto dell&#39;autostrada A1 all&#39;altezza di Pomigliano d&#39;Arco.  Il rinnovamento del suv Alfa&nbsp;(qui trovi i modelli sul mercato dell&#39;usato)&nbsp;passer&agrave; dall&#39;introduzione di una nuova strumentazione, interamente digitale e personalizzabile. Atteso, sulla scia della proposta lanciata con Tonale, anche un sistema infotainment evoluto nei servizi connessi mentre sul fronte delle motorizzazioni potrebbe toccare a una soluzione mild hybrid.  Motori, avanti con l&#39;ibrido mild 2.0  Il 2 litri turbo benzina &egrave; gi&agrave; stato oggetto dell&#39;elettrificazione leggera a 48 volt, avvenuta nell&#39;applicazione Maserati Ghibli. Seguir&agrave; un percorso identico - come logica e vincoli tecnici impongono - o, piuttosto, la formula Hybrid riuscir&agrave; a sviluppare le &quot;funzionalit&agrave; elettriche&quot; viste sul Tonale ma con trasmissione doppia frizione e duplice motorino elettrico?  La presentazione dello Stelvio restyling 2023 &egrave; attesa entro fine anno. 

Stile, tecnologia a bordo e motorizzazioni, sono i punti del rinnovamento atteso su Stelvio e la gamma Giulia. Ecco le ultime foto spia del suv in allestimento Quadrifoglio

Alfa Romeo Stelvio restyling rilancia le novit&agrave; 2023

Accompagna la commercializzazione di <a href="https://www.auto.it/marche/alfa-romeo/modelli/tonale">Alfa Romeo Tonale</a>, la formula aggiornata di Leasys Be Free. Soluzione di noleggio a lungo termine lanciata nel 2016, sviluppa nella pi&ugrave; recente offerta una flessibilit&agrave; di uscita, senza costi, ancora maggiore. &Egrave; possibile, infatti, sottoscrivere un contratto di noleggio Leasys Be Free - ordinariamente su 48 mesi e 60 mila chilometri inclusi nel canone mensile - e decidere di interrompere il noleggio, restituire l'auto, gi&agrave; dal dodicesimo mese e successivi, fino al mese 24 dalla sottoscrizione.&nbsp; <h2>Quanto costa Tonale a noleggio con Be Free</h2> Nessun costo n&eacute; penali per uscita anticipata, in quello che si propone come un noleggio rivolto a privati e partite IVA.&nbsp; &nbsp;Accompagna il lancio del Tonale&nbsp;(<a href="https://www.auto.it/annunci/alfa-romeo">qui trovi le Alfa sul mercato dell'usato</a>)&nbsp;mild hybrid Sprint, con Be Free proposto a 649 euro al mese, canone al quale sommare l'anticipo di 3.900 euro. Inclusi nel canone, per tutti i modelli proposti da Leasys Be Free, sono la copertura RCA, furto e incendio, la manutenzione ordinaria e straordinaria, l'assistenza stradale. Altri servizi possono essere aggiunti, nella fase di personalizzazione del proprio noleggio a lungo termine. <h2>I modelli a noleggio Be Free</h2> Oltre al Tonale Hybrid 1.5 litri, Be Free - con possibilit&agrave; di uscita senza costi dal 12&deg; mese - &egrave; offerto su Fiat Panda (da 296 euro/mese + anticipo) e 500 Hybrid, Jeep Renegade (da 589 euro/mese pi&ugrave; anticipo) e Jeep Compass mild hybrid.&nbsp;

        Accompagna la commercializzazione di Alfa Romeo Tonale, la formula aggiornata di Leasys Be Free. Soluzione di noleggio a lungo termine lanciata nel 2016, sviluppa nella pi&ugrave; recente offerta una flessibilit&agrave; di uscita, senza costi, ancora maggiore. &Egrave; possibile, infatti, sottoscrivere un contratto di noleggio Leasys Be Free - ordinariamente su 48 mesi e 60 mila chilometri inclusi nel canone mensile - e decidere di interrompere il noleggio, restituire l'auto, gi&agrave; dal dodicesimo mese e successivi, fino al mese 24 dalla sottoscrizione.&nbsp;  Quanto costa Tonale a noleggio con Be Free Nessun costo n&eacute; penali per uscita anticipata, in quello che si propone come un noleggio rivolto a privati e partite IVA.&nbsp; &nbsp;Accompagna il lancio del Tonale&nbsp;(qui trovi le Alfa sul mercato dell'usato)&nbsp;mild hybrid Sprint, con Be Free proposto a 649 euro al mese, canone al quale sommare l'anticipo di 3.900 euro. Inclusi nel canone, per tutti i modelli proposti da Leasys Be Free, sono la copertura RCA, furto e incendio, la manutenzione ordinaria e straordinaria, l'assistenza stradale. Altri servizi possono essere aggiunti, nella fase di personalizzazione del proprio noleggio a lungo termine. I modelli a noleggio Be Free Oltre al Tonale Hybrid 1.5 litri, Be Free - con possibilit&agrave; di uscita senza costi dal 12&deg; mese - &egrave; offerto su Fiat Panda (da 296 euro/mese + anticipo) e 500 Hybrid, Jeep Renegade (da 589 euro/mese pi&ugrave; anticipo) e Jeep Compass mild hybrid.&nbsp;       

Leasys amplia la flessibilit&agrave; di uno dei propri prodotti di noleggio. Be Free offre la possibilit&agrave; di restituzione gi&agrave; dopo 12 mesi dalla sottoscrizione del contratto

Noleggio Be Free su Alfa Romeo Tonale e restituzione senza penali

Dalla Giulia alla Giulia, tornando indietro, in un salto nel tempo che Erre Erre Fuoriserie firma come un retromod.&nbsp;La formula &egrave; relativamente semplice: parti da <a href="https://www.auto.it/marche/alfa-romeo">Alfa Romeo</a> Giulia Quadrifoglio e richiami stilemi del progetto Alfa Romeo&nbsp;(<a href="https://www.auto.it/annunci/alfa-romeo">qui trovi i modelli sul mercato dell&#39;usato</a>)&nbsp;sulla scena tra il 1962 e il &#39;75.&nbsp; Ecco, all&#39;idea si sposa la complessit&agrave; di un&#39;operazione che riscrive in toto le linee della carrozzeria. Dalle forme sinuose della Giulia alle linee squadrate a richiamare la Giulia delle origini. <h2>Motore e tecnica invariati</h2> La base tecnica resta invariata, d&#39;altronde c&#39;&egrave; il meglio che si possa chiedere al mercato. Il motore V6 2.9 litri twin turbo da 510 cavalli, le sospensioni raffinatissime. Prestazioni poi da prima della classe, con i 3&quot;7 staccati sullo 0-100 km/h e i 307 km/h di velocit&agrave; massima. Come diventa &quot;retromod&quot;? Spazio alla carrozzeria in fibra di carbonio, ben 200 kg pi&ugrave; leggera nell&#39;insieme, rispetto ai 1.700 kg della Quadrifoglio di serie. Chicche come i cerchi da 19 pollici, fresati, caratterizzano il progetto Erre Erre Fuoriserie, che conserva tutti i sistemi di sicurezza attiva e passiva della modernit&agrave;. <h2>Il prezzo di uno stile unico</h2> Frontale e coda propongono stilemi fatti di geometrie nette, tronche, mentre le appendici aerodinamiche sono integrate alla carrozzeria in forme che seguono canoni spigolosi. Avviene per il labbro sul portellone posteriore come per lo spoiler al tetto. Dove la trasformazione Erre Erre Fuoriserie si segnala per essere fuori dall&#39;ordinario &egrave; anche alla voce prezzo. Anzitutto, serve una macchina &quot;donatrice&quot;, una <a href="https://www.auto.it/marche/alfa-romeo/modelli/giulia">Giulia</a> Quadrifoglio - di per s&eacute; 100 mila euro di listino -; i primi 10 esemplari trasformati da Erre Erre Fuoriserie costeranno 196 mila euro pi&ugrave; iva, dall&#39;11&deg; in poi serviranno 245 mila euro pi&ugrave; iva (pi&ugrave; Quadrifoglio, ovviamente).

Dalla Giulia alla Giulia, tornando indietro, in un salto nel tempo che Erre Erre Fuoriserie firma come un retromod.&nbsp;La formula &egrave; relativamente semplice: parti da Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio e richiami stilemi del progetto Alfa Romeo&nbsp;(qui trovi i modelli sul mercato dell&#39;usato)&nbsp;sulla scena tra il 1962 e il &#39;75.&nbsp;  Ecco, all&#39;idea si sposa la complessit&agrave; di un&#39;operazione che riscrive in toto le linee della carrozzeria. Dalle forme sinuose della Giulia alle linee squadrate a richiamare la Giulia delle origini.    Motore e tecnica invariati  La base tecnica resta invariata, d&#39;altronde c&#39;&egrave; il meglio che si possa chiedere al mercato. Il motore V6 2.9 litri twin turbo da 510 cavalli, le sospensioni raffinatissime. Prestazioni poi da prima della classe, con i 3&quot;7 staccati sullo 0-100 km/h e i 307 km/h di velocit&agrave; massima.  Come diventa &quot;retromod&quot;? Spazio alla carrozzeria in fibra di carbonio, ben 200 kg pi&ugrave; leggera nell&#39;insieme, rispetto ai 1.700 kg della Quadrifoglio di serie.  Chicche come i cerchi da 19 pollici, fresati, caratterizzano il progetto Erre Erre Fuoriserie, che conserva tutti i sistemi di sicurezza attiva e passiva della modernit&agrave;.  Il prezzo di uno stile unico  Frontale e coda propongono stilemi fatti di geometrie nette, tronche, mentre le appendici aerodinamiche sono integrate alla carrozzeria in forme che seguono canoni spigolosi. Avviene per il labbro sul portellone posteriore come per lo spoiler al tetto.  Dove la trasformazione Erre Erre Fuoriserie si segnala per essere fuori dall&#39;ordinario &egrave; anche alla voce prezzo. Anzitutto, serve una macchina &quot;donatrice&quot;, una Giulia Quadrifoglio - di per s&eacute; 100 mila euro di listino -; i primi 10 esemplari trasformati da Erre Erre Fuoriserie costeranno 196 mila euro pi&ugrave; iva, dall&#39;11&deg; in poi serviranno 245 mila euro pi&ugrave; iva (pi&ugrave; Quadrifoglio, ovviamente). 

La carrozzeria, tutta in carbonio, richiama lo stile della prima serie di Alfa Romeo Giulia. La base tecnica &egrave; della modernit&agrave;, il prezzo per la trasformazione &egrave; da progetto speciale

Erre Erre Fuoriserie, da Giulia Quadrifoglio al retromod

Nuova tornata di crash test per Euro NCAP, l'ente europeo che certifica la sicurezza delle auto. Tra i veicoli testati in questa &ldquo;sessione estiva&rdquo;, anche la nuova <a href="https://www.auto.it/marche/alfa-romeo/modelli/tonale">Alfa Romeo Tonale</a>, che ha ben figurato in tutte le prove ottenendo il risultato massimo di 5 stelle. Il Suv del Biscione ha esibito elevati livelli di sicurezza per quanto riguarda la protezione degli occupanti, sia adulti che bambini, ottenendo punteggi di primo livello anche sul fronte degli ADAS. Qualche punto in meno &egrave; stato ottenuto nella protezione pedoni, che comunque non ha pregiudicato l'eccellente risultato finale della nuova Alfa. <a href="https://www.auto.it/news/anteprime/2022/02/09-5137217/nuova_alfa_romeo_tonale_motori_scheda_tecnica_e_caratteristiche">Nuova Alfa Romeo Tonale: motori, scheda tecnica e caratteristiche</a> <h2>Alfa Tonale, i punteggi sulla sicurezza</h2> A poche settimane dal suo debutto nelle concessionarie, anche per l'<a href="https://www.auto.it/marche/alfa-romeo">Alfa Romeo</a> Tonale &egrave; arrivato il momento di sottoporti agli esami dell'Euro NCAP. L'European New Car Assessment Programme ha sottoposto il nuovo Suv della Casa milanese a una serie di crash test. Ma non solo, perch&eacute; da alcuni anni vengono messi alla prova anche i sistemi di sicurezza attiva dei veicoli, i cosiddetti ADAS, che contribuiscono ormai in maniera determinante all'ottenimento delle agognate "stelle". Per quanto riguarda il primo dei quattro aspetti valutati da Euro NCAP, quello della sicurezza degli adulti (ovvero del guidatore e del passeggero), la Tonale ha ottenuto un punteggio dell'83%. Durante gli impatti, sia frontali che laterali, il Suv del Biscione ha protetto adeguatamente i manichini che simulano gli occupanti umani. Risultato positivo anche per la protezione dei bambini sui sedili posteriori, con una valutazione dell'86% su questo fronte. In particolare, si &egrave; rilevata una buona protezione per entrambe le et&agrave;, di 6 e 10 anni, simulate dai manichini posti sui sedili posteriori e con gli adeguati seggiolini e rialzi. Leggermente meno positivo il risultato ottenuto dalla Tonale per quanto riguarda la protezione degli &ldquo;utenti deboli&rdquo; della strada, valutata con il 67%. Se da un lato i sistemi di sicurezza attiva si rivelano efficaci nell'evitare incidenti con i pedoni e soprattutto con i ciclisti, in caso di impatto la superficie frontale della Tonale risulta avere alcune criticit&agrave;. Nello specifico, il paraurti offriva offre una buona protezione alle gambe dei pedoni, mentre non altrettanto avviene per il bacino. Infine, capitolo ADAS, in cui la nuova Alfa Romeo ha ottenuto il ragguardevole punteggio di 85%. I sistemi si sono rivelati efficaci sia nell'evitare impatti con altri veicoli sia nel mantenimento della corsia. Presenti anche il riconoscimento dei limiti di velocit&agrave; e il segnale acustico che suona quando il sistema percepisce che il guidatore &egrave; assonnato. Nel complesso, la Tonale guadagna il punteggio finale di 5 stelle su 5. <h2>Crash test, gli altri modelli testati da Euro NCAP</h2> Oltre al nuovo Suv del Biscione, in questa sessione di crash test Euro NCAP ha messo alla prova altre 6 automobili, tra city car, Suv e berline, endotermiche ed elettriche. A ottenere 5 stelle anche le nuove Cupra Born, Kia Sportage, Mercedes Classe T e Citan Tourer. Hanno ottenuto un punteggio di 4 stelle, invece, la piccola Toyota Aygo X e la sportiva elettrica BMW i4. <a href="https://www.auto.it/news/attualita/2022/04/13-5306618/crash_test_euro_ncap_promosse_ds_e_honda_male_dacia">Crash test Euro NCAP, promosse DS e Honda, male Dacia</a>

        Nuova tornata di crash test per Euro NCAP, l'ente europeo che certifica la sicurezza delle auto. Tra i veicoli testati in questa &ldquo;sessione estiva&rdquo;, anche la nuova Alfa Romeo Tonale, che ha ben figurato in tutte le prove ottenendo il risultato massimo di 5 stelle. Il Suv del Biscione ha esibito elevati livelli di sicurezza per quanto riguarda la protezione degli occupanti, sia adulti che bambini, ottenendo punteggi di primo livello anche sul fronte degli ADAS. Qualche punto in meno &egrave; stato ottenuto nella protezione pedoni, che comunque non ha pregiudicato l'eccellente risultato finale della nuova Alfa. Nuova Alfa Romeo Tonale: motori, scheda tecnica e caratteristiche  Alfa Tonale, i punteggi sulla sicurezza A poche settimane dal suo debutto nelle concessionarie, anche per l'Alfa Romeo Tonale &egrave; arrivato il momento di sottoporti agli esami dell'Euro NCAP. L'European New Car Assessment Programme ha sottoposto il nuovo Suv della Casa milanese a una serie di crash test. Ma non solo, perch&eacute; da alcuni anni vengono messi alla prova anche i sistemi di sicurezza attiva dei veicoli, i cosiddetti ADAS, che contribuiscono ormai in maniera determinante all'ottenimento delle agognate "stelle". Per quanto riguarda il primo dei quattro aspetti valutati da Euro NCAP, quello della sicurezza degli adulti (ovvero del guidatore e del passeggero), la Tonale ha ottenuto un punteggio dell'83%. Durante gli impatti, sia frontali che laterali, il Suv del Biscione ha protetto adeguatamente i manichini che simulano gli occupanti umani. Risultato positivo anche per la protezione dei bambini sui sedili posteriori, con una valutazione dell'86% su questo fronte. In particolare, si &egrave; rilevata una buona protezione per entrambe le et&agrave;, di 6 e 10 anni, simulate dai manichini posti sui sedili posteriori e con gli adeguati seggiolini e rialzi. Leggermente meno positivo il risultato ottenuto dalla Tonale per quanto riguarda la protezione degli &ldquo;utenti deboli&rdquo; della strada, valutata con il 67%. Se da un lato i sistemi di sicurezza attiva si rivelano efficaci nell'evitare incidenti con i pedoni e soprattutto con i ciclisti, in caso di impatto la superficie frontale della Tonale risulta avere alcune criticit&agrave;. Nello specifico, il paraurti offriva offre una buona protezione alle gambe dei pedoni, mentre non altrettanto avviene per il bacino. Infine, capitolo ADAS, in cui la nuova Alfa Romeo ha ottenuto il ragguardevole punteggio di 85%. I sistemi si sono rivelati efficaci sia nell'evitare impatti con altri veicoli sia nel mantenimento della corsia. Presenti anche il riconoscimento dei limiti di velocit&agrave; e il segnale acustico che suona quando il sistema percepisce che il guidatore &egrave; assonnato. Nel complesso, la Tonale guadagna il punteggio finale di 5 stelle su 5. Crash test, gli altri modelli testati da Euro NCAP Oltre al nuovo Suv del Biscione, in questa sessione di crash test Euro NCAP ha messo alla prova altre 6 automobili, tra city car, Suv e berline, endotermiche ed elettriche. A ottenere 5 stelle anche le nuove Cupra Born, Kia Sportage, Mercedes Classe T e Citan Tourer. Hanno ottenuto un punteggio di 4 stelle, invece, la piccola Toyota Aygo X e la sportiva elettrica BMW i4. Crash test Euro NCAP, promosse DS e Honda, male Dacia        

Il nuovo Suv del Biscione ha ben figurato sotto tutti i punti di vista, inclusa la sicurezza attiva con i sistemi ADAS

Alfa Romeo, la Tonale conquista 5 stelle nei crash test Euro NCAP

<a href="https://www.auto.it/marche/alfa-romeo/modelli/giulia">Alfa Romeo Giulia</a>, la madre di tutte le berline sportive, erede di Giulietta la &ldquo;fidanzata&rdquo; d&rsquo;Italia, compie 60 anni. Come molte vetture del Biscione ha accompagnato la storia e la vita sociale del Belpaese.&nbsp; Vettura all&rsquo;avanguardia sotto molti aspetti, &egrave; rimasta in produzione per ben 15 anni. Iconica e indimenticabile. Ecco 10 curiosit&agrave; particolari. <h2 class="p1">L&#39;esordio&nbsp;</h2> 1- L&rsquo;esordio di Giulia &egrave; stato il 27 giugno 1960, nel tempio della velocit&agrave;, l&rsquo;autodromo di Monza nella versione T.I. (Turismo Internazionale). <div style="page-break-after: always">&nbsp;</div> <h2 class="p1">Scheda tecnica all&#39;avanguardia</h2> 2- Avanzata e potente. Giulia T.I., era lunga 4,14 m, larga 1,56 e alta 1,43 con un peso di 1.000 kg. Potente il motore, 92 cavalli per il 4 cilindri di 1.570 cc a 4 valvole per cilindro, con carburatore doppio corpo verticale. Cambio a 5 marce, eccellente per l&rsquo;epoca.&nbsp; <div style="page-break-after: always">&nbsp;</div> <h2 class="p1">Perch&eacute; era disegnata dal vento</h2> 3 -&ldquo;Disegnata dal vento&rdquo;. Eccezionale il Cx per l&rsquo;epoca, 0,34. Frutto di uno sviluppo dedicato, che poi ha fatto scuola. <div style="page-break-after: always">&nbsp;</div> <h2 class="p1">Amata, ma non all&#39;inizio della carriera</h2> 4 - Non fu digerita subito. Rispetto alle forme sinuose di Giulietta, non piacque al primo approccio, specialmente per la coda tronca. Le critiche non mancarono. <div style="page-break-after: always">&nbsp;</div> <h2 class="p1">Tutte le altre versioni</h2> 5 - Una grande famiglia. Giulia fu anche wagon con &ldquo;Promiscua&rdquo;, prodotta in pochi esemplari, ma soprattutto furono le versioni sportive, GT, GTA e&nbsp; GT 1300 Junior a fare battere i cuori. <div style="page-break-after: always">&nbsp;</div> <h2 class="p1">Gli anni del successo</h2> 6 - Un successo enorme. Giulia resta una pietra miliare anche per la produzione. Ne furono assemblati oltre 1 milione di esemplari. Dei quali 572.646 nella carrozzeria berlina a 3 volumi. <div style="page-break-after: always">&nbsp;</div> <h2 class="p1">&nbsp;Era anche spider</h2> 7 - Spider. Due versioni, Giulia Spider nacque sulla base di Giulietta (1962-65). E poi la Spider vera, nota come Duetto, disegnata da Pininfarina, successo mondiale dal 1996 al 1994. <div style="page-break-after: always">&nbsp;</div> <h2 class="p1">Una vera star del cinema</h2> 8 - Esordio al cinema. Giulia arriva sul grande schermo in &ldquo;Super Rapina a Milano&rdquo;, di e&nbsp; con Adriano Celentano nel 1963. <div style="page-break-after: always">&nbsp;</div> <h2 class="p1">I polizzioteschi</h2> 9 - Coppia fissa con Merli e Milian e anche con Bud Spencer. Giulia &egrave; la protagonista assoluta dei polizieschi italiani negli Anni Settanta. Cinque film con Maurizio Merli ancora di pi&ugrave; con Thomas Milian e una apparizione anche in Piedone lo Sbirro con Bud Spencer. <div style="page-break-after: always">&nbsp;</div> <h2 class="p1">Non solo film</h2> 10 - E&rsquo; ancora al cinema nel 2015, addirittura nel titolo, con &ldquo;Noi e la Giulia&rdquo; di Edoardo Leo, tratto dal romanzo &ldquo;Giulia 1300 e altri miracoli&rdquo;. Potrebbe interessarti: <a href="https://www.auto.it/news/attualita/2022/06/09-5464891/le_10_alfa_romeo_usate_da_non_lasciarsi_scappare">le 10 Alfa Romeo usate da non perdere</a>

Alfa Romeo Giulia, la madre di tutte le berline sportive, erede di Giulietta la &ldquo;fidanzata&rdquo; d&rsquo;Italia, compie 60 anni. Come molte vetture del Biscione ha accompagnato la storia e la vita sociale del Belpaese.&nbsp;  Vettura all&rsquo;avanguardia sotto molti aspetti, &egrave; rimasta in produzione per ben 15 anni. Iconica e indimenticabile. Ecco 10 curiosit&agrave; particolari.  L&#39;esordio&nbsp;    1- L&rsquo;esordio di Giulia &egrave; stato il 27 giugno 1960, nel tempio della velocit&agrave;, l&rsquo;autodromo di Monza nella versione T.I. (Turismo Internazionale).  &nbsp;  Scheda tecnica all&#39;avanguardia    2- Avanzata e potente. Giulia T.I., era lunga 4,14 m, larga 1,56 e alta 1,43 con un peso di 1.000 kg. Potente il motore, 92 cavalli per il 4 cilindri di 1.570 cc a 4 valvole per cilindro, con carburatore doppio corpo verticale. Cambio a 5 marce, eccellente per l&rsquo;epoca.&nbsp;  &nbsp;  Perch&eacute; era disegnata dal vento    3 -&ldquo;Disegnata dal vento&rdquo;. Eccezionale il Cx per l&rsquo;epoca, 0,34. Frutto di uno sviluppo dedicato, che poi ha fatto scuola.  &nbsp;  Amata, ma non all&#39;inizio della carriera    4 - Non fu digerita subito. Rispetto alle forme sinuose di Giulietta, non piacque al primo approccio, specialmente per la coda tronca. Le critiche non mancarono.  &nbsp;  Tutte le altre versioni    5 - Una grande famiglia. Giulia fu anche wagon con &ldquo;Promiscua&rdquo;, prodotta in pochi esemplari, ma soprattutto furono le versioni sportive, GT, GTA e&nbsp; GT 1300 Junior a fare battere i cuori.  &nbsp;  Gli anni del successo    6 - Un successo enorme. Giulia resta una pietra miliare anche per la produzione. Ne furono assemblati oltre 1 milione di esemplari. Dei quali 572.646 nella carrozzeria berlina a 3 volumi.  &nbsp;  &nbsp;Era anche spider    7 - Spider. Due versioni, Giulia Spider nacque sulla base di Giulietta (1962-65). E poi la Spider vera, nota come Duetto, disegnata da Pininfarina, successo mondiale dal 1996 al 1994.  &nbsp;  Una vera star del cinema    8 - Esordio al cinema. Giulia arriva sul grande schermo in &ldquo;Super Rapina a Milano&rdquo;, di e&nbsp; con Adriano Celentano nel 1963.  &nbsp;  I polizzioteschi    9 - Coppia fissa con Merli e Milian e anche con Bud Spencer. Giulia &egrave; la protagonista assoluta dei polizieschi italiani negli Anni Settanta. Cinque film con Maurizio Merli ancora di pi&ugrave; con Thomas Milian e una apparizione anche in Piedone lo Sbirro con Bud Spencer.  &nbsp;  Non solo film    10 - E&rsquo; ancora al cinema nel 2015, addirittura nel titolo, con &ldquo;Noi e la Giulia&rdquo; di Edoardo Leo, tratto dal romanzo &ldquo;Giulia 1300 e altri miracoli&rdquo;.  Potrebbe interessarti: le 10 Alfa Romeo usate da non perdere 

Le curiosit&agrave; sulla &ldquo;madre&rdquo; di tutte berline sportive

Le 10 cose che non sapete sulla mitica Alfa Romeo Giulia

La Guardia di Finanza imita i Carabinieri. E avr&agrave; una nuova, potente auto a disposizione: Alfa Romeo Giulia, in "completo" giallo e grigio e con un motore turbo pronto a scattare. <h2>Prestazioni d'eccezione</h2> Ha gi&agrave; sfilato lo scorso 2 giugno in occasione della Parata per i festeggiamenti della Repubblica Italiana, la nuova Giulia predisposta dallo Stato per la Guardia di Finanza. Una Giulia con motore turbo 2 litri 4 cilindri da 200 cv e 330 Nm di coppia, velocit&agrave; massima di 230 km/h e scatto da 0 a 100 km/h in 6,6 secondi. La trazione &egrave; posteriore e il cambio un automatico a otto rapporti. <h2>A quali Reparti &egrave; destinata</h2> Prestazioni importanti, dato che la berlina del Biscione sar&agrave; assegnata ai Reparti Antiterrorismo e Pronto Intervento e ai Nuclei Mobili della GdF: sar&agrave; quindi impiegata soprattutto per il controllo economico del territorio e la tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica. <a href="https://www.auto.it/marche/alfa-romeo/modelli" target="_blank" rel="noopener">La gamma Alfa Romeo: consulta il nuovo listino completo di Auto</a> <h2>Alfa Romeo Giulia della GdF: le dotazioni</h2> Non cambia solo la motorizzazione. La Giulia della GdF avr&agrave; due portapaletta nel rivestimento delle porte anteriori, un doppio alloggiamento radio di servizio (che pu&ograve; essere sia analogica che digitale), luce leggimappa, due porta arma lunga di sicurezza anteriori, una torcia ricaricabile a LED con base dedicata e supporto portatablet. Presenti ovviamente i lampeggianti blu e il faro centrale a LED. Inoltre, sul guscio dei retrovisori sono installati dei LED circolari a cinque punti luce blu collegati ai lampeggianti sul tetto. Alcuni esemplari sono stati configurati non nella classica due posti ma con un guscio monocellula, ovvero un divisorio antisfondamento in policarbonato che consente di ospitare i tre militari della pattuglia e, allo stesso tempo, di trasportare in sicurezza la persona fermata nella parte posteriore destra.

        La Guardia di Finanza imita i Carabinieri. E avr&agrave; una nuova, potente auto a disposizione: Alfa Romeo Giulia, in "completo" giallo e grigio e con un motore turbo pronto a scattare.  Prestazioni d'eccezione Ha gi&agrave; sfilato lo scorso 2 giugno in occasione della Parata per i festeggiamenti della Repubblica Italiana, la nuova Giulia predisposta dallo Stato per la Guardia di Finanza. Una Giulia con motore turbo 2 litri 4 cilindri da 200 cv e 330 Nm di coppia, velocit&agrave; massima di 230 km/h e scatto da 0 a 100 km/h in 6,6 secondi. La trazione &egrave; posteriore e il cambio un automatico a otto rapporti. A quali Reparti &egrave; destinata Prestazioni importanti, dato che la berlina del Biscione sar&agrave; assegnata ai Reparti Antiterrorismo e Pronto Intervento e ai Nuclei Mobili della GdF: sar&agrave; quindi impiegata soprattutto per il controllo economico del territorio e la tutela dell'ordine e della sicurezza pubblica. La gamma Alfa Romeo: consulta il nuovo listino completo di Auto Alfa Romeo Giulia della GdF: le dotazioni Non cambia solo la motorizzazione. La Giulia della GdF avr&agrave; due portapaletta nel rivestimento delle porte anteriori, un doppio alloggiamento radio di servizio (che pu&ograve; essere sia analogica che digitale), luce leggimappa, due porta arma lunga di sicurezza anteriori, una torcia ricaricabile a LED con base dedicata e supporto portatablet. Presenti ovviamente i lampeggianti blu e il faro centrale a LED. Inoltre, sul guscio dei retrovisori sono installati dei LED circolari a cinque punti luce blu collegati ai lampeggianti sul tetto. Alcuni esemplari sono stati configurati non nella classica due posti ma con un guscio monocellula, ovvero un divisorio antisfondamento in policarbonato che consente di ospitare i tre militari della pattuglia e, allo stesso tempo, di trasportare in sicurezza la persona fermata nella parte posteriore destra.        

I Reparti Antiterrorismo, Pronto Intervento e i Nuclei Mobili della GdF avranno a disposizione la berlina del Biscione con prestazioni e dotazioni al top

Alfa Romeo Giulia, un turbo 200 cv per la Guardia di Finanza

<a href="https://www.auto.it/annunci/search?makemodel=Alfa-Romeo%2CStelvio" target="_blank" rel="noopener">Alfa Romeo Stelvio</a> &egrave; senza dubbio uno dei Suv pi&ugrave; sportivi sul mercato, una vettura che punta al piacere di guida e alle prestazioni. E oggi, per i possessori di Stelvio con velleit&agrave; da pilota, il tuner cinese SD Carbon ha realizzato un nuovo bodykit capace di trasformare il Suv in una vettura dallo stile aggressivo e con una sola vocazione: correre. <h2>L'Alfa Romeo Stelvio "da battaglia"</h2> La caratteristica pi&ugrave; evidente del bodykit di SD Carbon &egrave; rappresentata dai parafanghi anteriori e posteriori realizzati in fibra di carbonio a matrice polimerica (FRP). Sotto il paraurti trova spazio un grande splitter in fibra di carbonio, mentre il cofano ventilato - disponibile in FRP o in fibra di carbonio standard - aggiunge maggiore aggressivit&agrave;. Sono state aggiunte minigonne pi&ugrave; ampie,uno spoiler pi&ugrave; grande sul tetto e un diffusore in carbonio. Quest'ultimo presenta dei doppi terminali di scarico che sono quelli di serie. <a href="https://www.auto.it/news/tuning/2021/11/02-4872003/manhart_giulia_qv600_la_quadrifoglio_si_fa_piu_potente_e_aggressiva" target="_blank" rel="noopener">Manhart Giulia QV600, la Quadrifoglio si fa pi&ugrave; potente e aggressiva</a> Un'azienda britannica chiamata Deranged ha inoltre apportato alcune modifiche, adattando il lavoro di SD Carbon per la versione Quadrifoglio. Questo esemplare unico &egrave; stato fornito con un set di cerchi Vossen da 22" e non ha portato modifiche alle prestazioni: il V6 biturbo 2.9 di serie eroga quindi 503 cv.&nbsp;Il kit &egrave; venduto dalla statunitense Performance Speed Shop al prezzo di 6.180 dollari (al cambio circa 5.800 euro). <a href="https://www.auto.it/listino-nuovo" target="_blank" rel="noopener">Cerchi un'auto nuova? Consulta il nuovo listino completo di Auto</a>

        Alfa Romeo Stelvio &egrave; senza dubbio uno dei Suv pi&ugrave; sportivi sul mercato, una vettura che punta al piacere di guida e alle prestazioni. E oggi, per i possessori di Stelvio con velleit&agrave; da pilota, il tuner cinese SD Carbon ha realizzato un nuovo bodykit capace di trasformare il Suv in una vettura dallo stile aggressivo e con una sola vocazione: correre.  L'Alfa Romeo Stelvio "da battaglia" La caratteristica pi&ugrave; evidente del bodykit di SD Carbon &egrave; rappresentata dai parafanghi anteriori e posteriori realizzati in fibra di carbonio a matrice polimerica (FRP). Sotto il paraurti trova spazio un grande splitter in fibra di carbonio, mentre il cofano ventilato - disponibile in FRP o in fibra di carbonio standard - aggiunge maggiore aggressivit&agrave;. Sono state aggiunte minigonne pi&ugrave; ampie,uno spoiler pi&ugrave; grande sul tetto e un diffusore in carbonio. Quest'ultimo presenta dei doppi terminali di scarico che sono quelli di serie. Manhart Giulia QV600, la Quadrifoglio si fa pi&ugrave; potente e aggressiva Un'azienda britannica chiamata Deranged ha inoltre apportato alcune modifiche, adattando il lavoro di SD Carbon per la versione Quadrifoglio. Questo esemplare unico &egrave; stato fornito con un set di cerchi Vossen da 22" e non ha portato modifiche alle prestazioni: il V6 biturbo 2.9 di serie eroga quindi 503 cv.&nbsp;Il kit &egrave; venduto dalla statunitense Performance Speed Shop al prezzo di 6.180 dollari (al cambio circa 5.800 euro). Cerchi un'auto nuova? Consulta il nuovo listino completo di Auto       

Il Suv del Biscione ancora pi&ugrave; "cattivo" con i nuovi parafanghi, paraurti, splitter, spoiler e diffusore posteriore realizzati dal tuner cinese

Alfa Romeo Stelvio, che aggressività con il bodykit SD Carbon

Era il 2008 quando <a href="https://www.auto.it/marche/alfa-romeo">Alfa Romeo</a>, decisa ad ampliare la propria gamma verso il basso, lanci&ograve; la MiTo. Una piccola sportiva del segmento B, nata su una base meccanica derivata da quella della Fiat Grande Punto, ma inconfondibilmente Alfa nell'aspetto (ispirato a quella della 8C Competizione, uscita l'anno prima) e nel carattere, grazie anche alla gestione elettronica DNA, in grado di modificare la taratura di sterzo, freni e motore per personalizzare l'esperienza di guida. Quattro le motorizzazioni disponibili al lancio: 1.4 a benzina (aspirato da 78 cv, turbo da 120 e 155 cv) e Diesel JTDm da 120 cv. La versione pi&ugrave; potente, la turbobenzina da 155 cavalli, &egrave; stata la protagonista della nostra prova sul numero di Auto di agosto 2008. Ecco, a 14 anni di distanza, la prova dell'Alfa Romeo MiTo 1.4 Turbo Distinctive: <h2>Alfa MiTo, cuor di Biscione</h2> La scelta di tempo sembra indovinata: sono in tanti ormai a pensare in piccolo, automobilisticamente parlando. E non solo quando si tratta di scegliere in base alla mera convenienza economica. La MiTo, prima baby Alfa della storia, potrebbe dunque essere il prodotto giusto al momento giusto, e in ogni caso non va vista come un ridimensionamento delle ambizioni di una marca che, al contrario, deve a tutti i costi rinverdire le sue grandi tradizioni. Che sono fatte soprattutto di quelle credenziali sportive che su un&rsquo;Alfa, grande o piccola che sia, non devono assolutamente venir meno. A cominciare dall&rsquo;immagine, nella cui definizione i designer del centro stile di Arese non potevano prescindere da alcuni elementi irrinunciabili della marca. Come la calandra a tre lobi, con al centro lo scudetto sviluppato in verticale. Ma proprio nel frontale hanno finito per venir meno a uno dei fondamenti delle sportive, che in quanto tali devono apparire larghe e basse. La MiTo invece, complici quei fari che paiono quasi &ldquo;appesi&rdquo; al cofano, nella vista di fronte si presenta alta e stretta. Una scelta non convenzionale insomma, a caratterizzare un corpo vettura che per il resto appare pi&ugrave; conforme ai canoni abituali: le spalle sono generose e i passaruota molto marcati, tanto che le ruote posteriori finiscono per &ldquo;ballarci&rdquo; un po&rsquo;. La coda, invece, appare decisamente tronca, tanto da far dubitare della veridicit&agrave; dell&rsquo;eccellente Cx (0,29) dichiarato dall&rsquo;Alfa. Qui ritroviamo una delle pi&ugrave; evidenti citazioni stilistiche della coup&eacute; 8C Competizione, con i gruppi ottici circolari contornati da una cornice cromata. <a href="https://www.auto.it/news/attualita/2022/06/09-5464891/le_10_alfa_romeo_usate_da_non_lasciarsi_scappare">Le 10 Alfa Romeo usate da non lasciarsi scappare</a> <div style="page-break-after: always">&nbsp;</div> <h2>Sorella della Punto solo fino a&hellip; un certo punto</h2> Rispetto alla Grande Punto, con cui la MiTo notoriamente condivide la piattaforma di base, le differenze cominciano gi&agrave; dalla struttura portante: le carreggiate sono allargate di 10 cm, il baricentro risulta pi&ugrave; basso grazie alla diversa conformazione del corpo vettura e, a parit&agrave; di allestimento, il peso risulta inferiore di circa 40 kg (per la 1.4 Turbo l&rsquo;Alfa dichiara 1.145 kg, sulla vettura in prova ne abbiamo rilevati 1.255). Quanto all&rsquo;elettronica, la gestione dei parametri di marcia &egrave; affidata al selettore denominato DNA, che prevede tre posizioni di impiego (Dynamic, Normal e All weather) con altrettante mappature per erogazione motore, servosterzo e controllo della stabilit&agrave; (che non &egrave; mai del tutto disinseribile). C&rsquo;&egrave; da aggiungere che in configurazione Dynamic diviene operativo il cosiddetto &ldquo;Q2 elettronico&rdquo;, con l&rsquo;ESP chiamato a limitare l&rsquo;eventuale pattinamento della ruota interna (in pratica, fa il lavoro dell&rsquo;autobloccante) operando con i freni anteriori. Infine, il controllo della stabilit&agrave; &egrave; pure provvisto di correzione &ldquo;attiva&rdquo; del sovrasterzo. Quanto alla meccanica, l&rsquo;Alfa utilizza la versione da 155 cv (la stessa della Abarth Punto) del 1.400 sovralimentato di produzione Fiat Powertrain, con coppia massima di di 21 kgm in configurazione standard, che diventano 23,5 (a 3.000 giri) in modalit&agrave; Dynamic. L&rsquo;impianto frenante dispone anteriormente di dischi autoventilanti con pinza in alluminio monoblocco a 4 pompanti, mentre dietro sono previsti dischi pieni e pinze flottanti. Quanto alla sicurezza passiva, il corredo di serie prevede sette airbag, compreso quello a protezione delle ginocchia del guidatore, che beneficiano anche dello spostamento sulla plancia (anzich&eacute; sul piantone) della chiave di accensione; inoltre, i due cuscini frontali sono di tipo bi-stadio. Gli intervalli di manutenzione sono stati portati a 30.000 km. <a href="https://www.auto.it/annunci/search?makemodel=Alfa-Romeo%2CMiTo">Auto usate, scopri l'Alfa Romeo MiTo che fa per te</a> <div style="page-break-after: always">&nbsp;</div> <h2>Una trazione anteriore esente da sottosterzo</h2> &Egrave; bassa, la posizione di guida, ma senza esagerare: quel che basta per sistemare il volante in linea con le spalle. La pedaliera &egrave; a posto e il sedile supporta bene: peccato che quando la marcia aumenta il ritmo, lo schienale non riesca a contenere al meglio il busto. Per le gambe, invece, &egrave; facile trovare validi ancoraggi anche se, a seconda della posizioneadottata, qualcuno pu&ograve; trovarsi col ginocchio destro che litiga col profilo del tunnel centrale. Quanto alla visibilit&agrave; qualche limite c&rsquo;&egrave;, ma viste le ridotte dimensioni delle superfici vetrate, laterali e di coda, ci si poteva anche attendere di peggio. Inusuale la posizione della chiave, col blocchetto che spunta frontalmente dalla plancia. Ma quando la giri, capisci subito che il sound &egrave; quello giusto: il lavoro condotto per accordare aspirazione e scarico lo ha fatto diventare pieno, corposo, secco nell&rsquo;accompagnare la caduta di giri nelle cambiate. Oltre a suonare bene, il 1.400 turbo &egrave; anche pronto nel rispondere, soprattutto se si utilizza la vettura in modalit&agrave; Dynamic (la conversione &egrave; possibile fino a 100 km/h), ampiamente consigliata quando la strada si distende e il traffico si dirada. Cos&igrave;, la spinta del motore acquista pi&ugrave; carico. Peccato solo si esaurisca un po&rsquo; troppo in fretta. Con il passaggio alla modalit&agrave; pi&ugrave; sportiva migliora pure lo sterzo: il comando acquista carico, offre una maggiore sensazione di contatto con la strada e, tutto sommato, appare anche all&rsquo;altezza per prontezza e precisione. Ma la vera differenza viene dal supporto garantito dall&rsquo;autobloccante elettronico, rivelatosi davvero efficace nel riportare la vettura su linee pi&ugrave; interne, in accelerazione. Tanto da offrire sensazioni del tutto innaturali per una trazione anteriore: affondi il gas e invece di allargare col muso la MiTo va a chiudere la traiettoria. Quanto alle prestazioni, infine, la MiTo si difende bene, soprattutto in ripresa, dove il turbo in pratica non manca mai. Tuttavia, almeno per adesso, l&rsquo;ultima creatura Alfa non pu&ograve; certo definirsi la prima della classe: per tener testa alle concorrenti meglio dotate occorre qualcosa in pi&ugrave;, soprattutto sul fronte motore. <a href="https://www.auto.it/news/youngtimer/2022/05/18-5394688/alfetta_mezzo_secolo_per_una_delle_berlina_piu_amate_di_alfa_romeo">Alfetta, mezzo secolo per una delle berlina pi&ugrave; amate di Alfa Romeo</a>

        Era il 2008 quando Alfa Romeo, decisa ad ampliare la propria gamma verso il basso, lanci&ograve; la MiTo. Una piccola sportiva del segmento B, nata su una base meccanica derivata da quella della Fiat Grande Punto, ma inconfondibilmente Alfa nell'aspetto (ispirato a quella della 8C Competizione, uscita l'anno prima) e nel carattere, grazie anche alla gestione elettronica DNA, in grado di modificare la taratura di sterzo, freni e motore per personalizzare l'esperienza di guida. Quattro le motorizzazioni disponibili al lancio: 1.4 a benzina (aspirato da 78 cv, turbo da 120 e 155 cv) e Diesel JTDm da 120 cv. La versione pi&ugrave; potente, la turbobenzina da 155 cavalli, &egrave; stata la protagonista della nostra prova sul numero di Auto di agosto 2008.  Ecco, a 14 anni di distanza, la prova dell'Alfa Romeo MiTo 1.4 Turbo Distinctive:  Alfa MiTo, cuor di Biscione La scelta di tempo sembra indovinata: sono in tanti ormai a pensare in piccolo, automobilisticamente parlando. E non solo quando si tratta di scegliere in base alla mera convenienza economica. La MiTo, prima baby Alfa della storia, potrebbe dunque essere il prodotto giusto al momento giusto, e in ogni caso non va vista come un ridimensionamento delle ambizioni di una marca che, al contrario, deve a tutti i costi rinverdire le sue grandi tradizioni. Che sono fatte soprattutto di quelle credenziali sportive che su un&rsquo;Alfa, grande o piccola che sia, non devono assolutamente venir meno. A cominciare dall&rsquo;immagine, nella cui definizione i designer del centro stile di Arese non potevano prescindere da alcuni elementi irrinunciabili della marca. Come la calandra a tre lobi, con al centro lo scudetto sviluppato in verticale. Ma proprio nel frontale hanno finito per venir meno a uno dei fondamenti delle sportive, che in quanto tali devono apparire larghe e basse. La MiTo invece, complici quei fari che paiono quasi &ldquo;appesi&rdquo; al cofano, nella vista di fronte si presenta alta e stretta. Una scelta non convenzionale insomma, a caratterizzare un corpo vettura che per il resto appare pi&ugrave; conforme ai canoni abituali: le spalle sono generose e i passaruota molto marcati, tanto che le ruote posteriori finiscono per &ldquo;ballarci&rdquo; un po&rsquo;. La coda, invece, appare decisamente tronca, tanto da far dubitare della veridicit&agrave; dell&rsquo;eccellente Cx (0,29) dichiarato dall&rsquo;Alfa. Qui ritroviamo una delle pi&ugrave; evidenti citazioni stilistiche della coup&eacute; 8C Competizione, con i gruppi ottici circolari contornati da una cornice cromata. Le 10 Alfa Romeo usate da non lasciarsi scappare &nbsp; Sorella della Punto solo fino a&hellip; un certo punto  Rispetto alla Grande Punto, con cui la MiTo notoriamente condivide la piattaforma di base, le differenze cominciano gi&agrave; dalla struttura portante: le carreggiate sono allargate di 10 cm, il baricentro risulta pi&ugrave; basso grazie alla diversa conformazione del corpo vettura e, a parit&agrave; di allestimento, il peso risulta inferiore di circa 40 kg (per la 1.4 Turbo l&rsquo;Alfa dichiara 1.145 kg, sulla vettura in prova ne abbiamo rilevati 1.255). Quanto all&rsquo;elettronica, la gestione dei parametri di marcia &egrave; affidata al selettore denominato DNA, che prevede tre posizioni di impiego (Dynamic, Normal e All weather) con altrettante mappature per erogazione motore, servosterzo e controllo della stabilit&agrave; (che non &egrave; mai del tutto disinseribile). C&rsquo;&egrave; da aggiungere che in configurazione Dynamic diviene operativo il cosiddetto &ldquo;Q2 elettronico&rdquo;, con l&rsquo;ESP chiamato a limitare l&rsquo;eventuale pattinamento della ruota interna (in pratica, fa il lavoro dell&rsquo;autobloccante) operando con i freni anteriori. Infine, il controllo della stabilit&agrave; &egrave; pure provvisto di correzione &ldquo;attiva&rdquo; del sovrasterzo. Quanto alla meccanica, l&rsquo;Alfa utilizza la versione da 155 cv (la stessa della Abarth Punto) del 1.400 sovralimentato di produzione Fiat Powertrain, con coppia massima di di 21 kgm in configurazione standard, che diventano 23,5 (a 3.000 giri) in modalit&agrave; Dynamic. L&rsquo;impianto frenante dispone anteriormente di dischi autoventilanti con pinza in alluminio monoblocco a 4 pompanti, mentre dietro sono previsti dischi pieni e pinze flottanti. Quanto alla sicurezza passiva, il corredo di serie prevede sette airbag, compreso quello a protezione delle ginocchia del guidatore, che beneficiano anche dello spostamento sulla plancia (anzich&eacute; sul piantone) della chiave di accensione; inoltre, i due cuscini frontali sono di tipo bi-stadio. Gli intervalli di manutenzione sono stati portati a 30.000 km. Auto usate, scopri l'Alfa Romeo MiTo che fa per te &nbsp; Una trazione anteriore esente da sottosterzo  &Egrave; bassa, la posizione di guida, ma senza esagerare: quel che basta per sistemare il volante in linea con le spalle. La pedaliera &egrave; a posto e il sedile supporta bene: peccato che quando la marcia aumenta il ritmo, lo schienale non riesca a contenere al meglio il busto. Per le gambe, invece, &egrave; facile trovare validi ancoraggi anche se, a seconda della posizioneadottata, qualcuno pu&ograve; trovarsi col ginocchio destro che litiga col profilo del tunnel centrale. Quanto alla visibilit&agrave; qualche limite c&rsquo;&egrave;, ma viste le ridotte dimensioni delle superfici vetrate, laterali e di coda, ci si poteva anche attendere di peggio. Inusuale la posizione della chiave, col blocchetto che spunta frontalmente dalla plancia. Ma quando la giri, capisci subito che il sound &egrave; quello giusto: il lavoro condotto per accordare aspirazione e scarico lo ha fatto diventare pieno, corposo, secco nell&rsquo;accompagnare la caduta di giri nelle cambiate. Oltre a suonare bene, il 1.400 turbo &egrave; anche pronto nel rispondere, soprattutto se si utilizza la vettura in modalit&agrave; Dynamic (la conversione &egrave; possibile fino a 100 km/h), ampiamente consigliata quando la strada si distende e il traffico si dirada. Cos&igrave;, la spinta del motore acquista pi&ugrave; carico. Peccato solo si esaurisca un po&rsquo; troppo in fretta.  Con il passaggio alla modalit&agrave; pi&ugrave; sportiva migliora pure lo sterzo: il comando acquista carico, offre una maggiore sensazione di contatto con la strada e, tutto sommato, appare anche all&rsquo;altezza per prontezza e precisione. Ma la vera differenza viene dal supporto garantito dall&rsquo;autobloccante elettronico, rivelatosi davvero efficace nel riportare la vettura su linee pi&ugrave; interne, in accelerazione. Tanto da offrire sensazioni del tutto innaturali per una trazione anteriore: affondi il gas e invece di allargare col muso la MiTo va a chiudere la traiettoria. Quanto alle prestazioni, infine, la MiTo si difende bene, soprattutto in ripresa, dove il turbo in pratica non manca mai. Tuttavia, almeno per adesso, l&rsquo;ultima creatura Alfa non pu&ograve; certo definirsi la prima della classe: per tener testa alle concorrenti meglio dotate occorre qualcosa in pi&ugrave;, soprattutto sul fronte motore. Alfetta, mezzo secolo per una delle berlina pi&ugrave; amate di Alfa Romeo       

14 anni fa Alfa Romeo presentava il suo modello pi&ugrave; piccolo, la MiTo: ecco com'era fatta e come andava, nella nostra prova sul numero di agosto 2008

Alfa Romeo nostalgia: 14 anni dalla prova di Auto della MiTo

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